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24 Maggio 2004 ARCHEOLOGIA
Radio Netherlands Worldwide
RAPPORTI DI BUON VICINATO
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L´Impero Romano è stato adeguatamente documentato. Nel corso degli anni, la storia e l´archeologia hanno riportato in superficie, talvolta letteralmente, un´intera società. Così l´architetture, la religione, la strategia militare e le strutture legali romane hanno poco di misterioso. Paragonate alla profondità di questa conoscenza, molte delle civiltà che vivevano oltre i confini dell´Impero sono perse nel tempo. Ma ora uno scavo archeologico nel nord dell´Olanda inizia a raccontare la storia dei vicini dell´Impero Romano.

Ad un primo sguardo, lo scavo "De Bloemert" - provincia settentrionale di Drenthe - che deve al nome alla località di vacanza non lontana, sembra un sito archeologico come tutti gli altri; colore scuro del terreno, persone che scavano con accuratezza, manufatti e vasellame in cocci esaminati e fotografati, niente d´insolito. Ma secondo Joahn Nicolai, archeologo dell´Università di Groeningen e direttore del progetto di scavo, si tratta di qualcosa di molto speciale, e per due ragioni distinte. In primis, la posizione geografica: un posto scelto dall´uomo sin dai tempi preistorici, se si pensa che una delle scoperte più spettacolari è un sepolcro databile all´Età della Pietra, 2800 a.C. Sono stati trovati nella zona anche i resti di case coloniche della tarda Età del Ferro, datate al 200 a.C. Dopo il periodo romano, dallo 0 al 400 d.C. fu la volta di un villaggio medioevale. Il DR Nicolai ed i suoi colleghi sono deliziati all´idea di poter identificare tracce di attività umana, attraverso un periodo di quasi cinque millenni.

Ma l´aspetto dello scavo che ha reso Bloemert istantaneamente famosa tra gli archeologi, è rappresentato dalla scoperte risalenti al periodo romano. Esse provano senza dubbio che a quel tempo questo luogo era ben più che un villaggio – bensì un grande centro di coltivatori e artigiani, con un´area industriale e contatti internazionali.

Quel che vi è di speciale al riguardo è il fatto che il villaggio è collocato al di fuori dell´Impero Romano – 150km a nord del confine naturale del Reno. In quei giorni, una simile distanza stava a significare molti giorni di viaggio, Ma nonostante questo, la nuova scoperta indica che vi erano molti contatti con i Romani. Per i locali questi popoli stranieri avrebbero potuto costituire una presenza intimidatoria – rappresentando la Superpotenza del tempo – ma erano anche persone con le quali poter trattare.

Con il proseguire dello scavo, sta emergendo una società piuttosto articolata. Vi erano coltivazioni permanenti, e non del tipo semi-nomade della tarda Età del Ferro. I raccolti non erano finalizzati solo al consumo locale, ma commerciati e perfino esportati – la prova consiste nel denaro romano che è stato trovato al sito. L´assetto generale del villaggio è molto moderno; case coloniche e abitazioni si alternavano alle botteghe, e la popolazione si recava a lavorare la mattino in una speciale "zona industriale".

Vi sono prove che gli abitanti apprezzassero le cose belle della vita; sono stati trovati raffinati pezzi di ceramica e armi, importate dalla Gallia e dalla stessa Roma. Sembra che gli antichi abitanti di Drenthe fossero davvero solo un lontano ricordo dei "barbari" di cui parlano gli autori romani.

La ricerca di questi popoli prosegue, malgrado la località turistica "De Bloemert" reclami il territorio. Gli archeologi e gli storici vogliono sapere di più; quanto intensi fossero esattamente i contatti con l´Impero Romano, se pacifiche o piuttosto tese fossero le relazioni, se vi siano documenti scritti ancora da scoprire, e se questo villaggio abbia rappresentato un unicum nella storia, o ve ne siano ancora altri che attendono di essere trovati. Come sempre in archeologia, ogni risposta solleva molte nuove domande, ma il Dr. Nicolai è adesso un uomo felice.

La scoperta che ricorderà con maggiore emozione è un pozzo per l´acqua con una conduttura di legno, che ha scoperto personalmente allo scavo. In questo pozzo quadrato ha trovato una scala romana perfettamente preservata dopo quasi 1, 800 anni nel fango. "E´ come se questo colono dei tempi romani si trovasse improvvisamente accanto a te... gli è accidentalmente caduto qualcosa nel suo pozzo, scende con questa scala per recuperarlo, e poi la lascia lì dimenticata... la storia torna a vivere."