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8 Dicembre 2003 ARCHEOLOGIA
Scientific American
La « Stonehenge » tedesca è il più antico osservatorio
tempo di lettura previsto 4 min. circa

Non è uno dei cerchi sul grano creati da abili studenti burloni. Il circolo rappresenta i resti del più antico osservatorio del mondo, datato a 7, 000 anni or sono. Combinato ad un disco decorato, rinvenuto lo scorso anno, l´osservatorio indica che i popoli dell´Età Neolitica e dell´Età del Bronzo misuravano le distanze celesti molto prima e più accuratamente di quanto gli scienziati immaginassero.

Gli archeologi hanno riferito l´identità e l´età del circolo di Gosek nel passato agosto. Individuato inizialmente mediante ricognizione aerea, il circolo è ampio 75 metri. Originariamente era formato da quattro circoli concentrici – un tumulo, un fosso, e due palizzate di legno dell´altezza approssimativa di una persona, nel quale si trovavano tre serie di entrate rivolte a sud-est, sud-ovest e nord, rispettivamente. Al solstizio d´inverno, qualcuno al centro del circolo avrebbe visto il sole sorgere e tramontare attraverso l´entrata meridionale.

Malgrado le survey aeree abbiano individuato altri 200 strani circoli similari, sparsi per l´Europa, la struttura di Gosek è la più antica e meglio preservata delle 20 esaminate finora, ed è il primo circolo la cui funzione balza agli occhi evidente. Malgrado sia chiamata la Stonehenge tedesca, precede Stonehenge di almeno due millenni. I disegni lineari sui resti di ceramiche trovati all´interno del recinto suggeriscono che l´osservatorio sia stato costruito attorno al 4900 a.C.

Forse l´aspetto più curioso è che la distanza di 100 gradi approssimativi tra le entrate per i solstizi corrispondono ad un angolo su un disco di bronzo dissotterrato sulla cima di una collina a 25 chilometri di distanza, presso la città di Nebra. Il disco di Nebra, che misura 32 cm di diametro, si data al 1, 600 a.C. ed è la più antica rappresentazione realistica del cosmo finora trovata. Ritrae la luna crescente, un cerchio che rappresenta probabilmente la luna piena, un gruppo di sette stelle interpretate come le Pleiadi, altre stelle sparse e tre archi, tutti rappresentati su un foglio d´oro su uno sfondo blu-violetto – apparentemente creato mediante l´applicazione di uova marce.

I due archi opposti, che corrono lungo il bordo, sono lunghi 82.5 gradi e segnano le posizioni del sole alla levata ed al tramonto. Il punto più basso segna la levata ed il tramonto al solstizio d´estate. La posizione del sole al solstizio è slittata leggermente negli ultimi millenni, nota Wolfhard Schlosser della Ruhr University di Bochum, così che l´angolo tra levata e tramonto è ora leggermente superiore, rispetto al momento in cui furono realizzati il disco di Nebra ed il circolo di Gosek (di 1.6 e 2.8 gradi rispettivamente).

Scavi di antiche abitazioni di legno e argilla nelle vicinanze hanno rivelato una varietà di granaglie e tracce di capre, pecore, maiali e mucche addomesticati. I contadini hanno raggiunto questa parte del mondo circa 500 anni prima di costruire l´osservatorio solare. Malgrado questi primi agricoltori del Neolitico preferissero probabilmente misurare solo i movimenti del sole, nel corso dei millenni iniziarono a quantificare il ciclo lunare e la posizione delle costellazioni. Le Pleiadi, che lasciano i cieli settentrionali in primavera per riapparire in autunno, segnano ancora i cicli del raccolto per molti coltivatori attorno al mondo. Il disco di Nebra potrebbe essere stato un oggetto rituale, o, più probabilmente – data la sua precisione- uno strumento di calcolo usato per le osservazioni a Gosek o presso un sito simile per determinare i tempi di piantagione e di raccolto.

Il terzo arco sul disco, sostiene Francois Bertemes dell´Università di Halle-Wittenberg, è materiale da leggenda. Gli antichi non comprendevano come il sole potesse tramontare ad ovest e rispuntare ad est l´indomani. Le rappresentazioni di un disco su una nave, provenienti dall´Egitto e dalla Scandinavia dell´Età del Bronzo, rivelano la convinzione, dei tempi antichi, che una nave portasse il sole attraverso il cielo notturno. Il disco di Nebra è la prima prova che una tale credenza fosse diffusa anche nell´Europa centrale.

Che i coloni delle terre di confine conoscessero la storia della nave, non è una sorpresa: Bertemes sottolinea come i viaggiatori diffondessero le ultime notizie in materia tecnologica come quelle in materia mitologica.

La terza entrata di Gosek, in ogni modo, rimane un mistero: è rivolta a nord, ma potrebbe non avere niente a che fare con l´astronomia, perché il recinto era più che una semplice postazione per l´osservazione solare. In aggiunta ai cocci di terraglie e alle punte di freccia, al suo interno gli sterratori hanno trovato il teschio decapitato di alcuni buoi, apparentemente disposti su pali, e parte di due scheletri umani. Le ossa umane sono state ripulite dalla carne prima di essere seppellite. Simili scheletri – alcuni con incisioni e tagli o con punte di frecce nel collo – sono riemersi in altri circoli, ma gli archeologi non sono concordi sul fatto che attestino la pratica di sacrifici umani o riti funerari insolitamente cruenti. Ciononostante, tali cerimonie puntano al sito come un tempio, nota Bertemes – e mostrano che la scienza fu inestricabilmente collegata alla superstizione dai tempi Neolitici.