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13 Aprile 2004 SCIENZA
Discovery Channel
UN NUOVO VOLTO APPARE SUL LATO POSTERIORE DELLA SINDONE
tempo di lettura previsto 4 min. circa

L´immagine spettrale del volto di un uomo è emersa sul lato retrostante della Sindone di Torino, il drappo di lino a lungo ritenuto essere stato avvolto attorno al corpo di Gesù dopo la crocifissione, secondo una nuova tecnica di processione digitale delle immagini.

La scoperta aggiunge nuova complessità ad una delle reliquie più controverse della cristianità, venerata da molti cattolici come la prova della risurrezione di Cristo dal sepolcro e liquidata invece da alcuni studiosi come un´astuta falsificazione medioevale.

Lo studio, che sarà pubblicato martedì (13.04.04 N.d.T.) da una delle riviste dell´Istituto di Fisica, Journal of Optics A: Pure and Applied Optics, ha esaminato la superficie retrostante del famoso tessuto di lino.

Il lato anteriore della sindone, sul quale i contorni sfumati del corpo di un uomo sono stati indelebilmente impressi, è stata investigata da un gran numero di studiosi. Ma il lato posteriore è rimasto nascosto per secoli dietro ad un pezzo di tessuto olandese che fu cucito dalle suore nel 1534, dopo che il fuoco ne aveva annerito una parte.

La superficie posteriore è stata pienamente esaminata solo nel 2002, quando il tessuto di lino di 14 piedi di lunghezza è stato completamente scucito dal tessuto olandese nel corso di un progetto di restauro.

Ad occhio nudo, la superficie della Sindone non mostra quasi niente, oltre ad una particolare cucitura che Mechtild Flury-Lemberg, l´esperto tessile svizzero che ha svolto l´opera di restauro, ha identificato come uno stile già visto nel primo secolo a.C. o prima.

La superficie retrostante, ad ogni modo, è stata fotografata nel dettaglio e le immagini pubblicate in un libro da Monsignor Giuseppe Ghiberti, uno dei principali esperti ecclesiastici della Sindone. Al termine del restauro, un nuovo tessuto di rinforzo è stato cucito in suo luogo, a nascondere ancora il lato posteriore della Sindone.

"Non appena ho visto le immagini del libro, ho avuto netta la percezione di un´immagine nascosta sulla superficie posteriore. Ritengo che vi sia da vedere molto più di quanto l´occhio nudo possa percepire" ha dichiarato Giulio Fanti, professore di Misurazioni Meccaniche e Termiche all´Università di Padova e principale autore dello studio.

Usando una sofisticata processione delle immagini basate su tecniche Fourier dirette e inverse di trasformazione, ingrandimento e sovrapposizione sulle immagini di Ghiberti, Fanti ha scoperto l´immagine del volto di un uomo.

Giacente sotto l´immagine nota dell´uomo barbuto che reca i segni della crocifissione, la nuova immagine ha straordinarie qualità tridimensionali e corrisponde per forma, dimensione e posizione al volto conosciuto.

"Malgrado l´immagine sia molto leggera, elementi come il naso, gli occhi, i capelli, la barba e i baffi sono chiaramente visibili. Vi sono alcune leggere differenze con il volto conosciuto. Per esempio, il naso sul lato posteriore mostra la stessa estensione di entrambe le narici, a differenza dell´immagine anteriore, nella quale la narice destra è meno evidente" ha dichiarato Fanti.

Ad ogni modo, la procedura d´ingrandimento non ha scoperto l´immagine completa del corpo come appare sul lato anteriore.

"Abbiamo trovato quella che è probabilmente l´immagine delle mani" ha dichiarato Fanti.

La presenza di un volto su entrambe i lati della sindone sembrerebbe un´ovvia figura nel caso di un falso: quando si crea una stampa su un tessuto, la pittura inzuppa le fibre del tessuto raggiungendo anche il suo lato posteriore.

"Ma questo non è il caso. Su entrambe i lati, l´immagine del volto è superficiale, coinvolgendo solo le fibre di lino più esterno. Un´immagine estremamente superficiale appare sopra ed una appare sotto, ma non vi è niente nel mezzo. E´ estremamente difficile creare un falso con tali sembianze" ha dichiarato Fanti.

Secondo gli scienziati, questa doppia superficialità potrebbe essere cruciale per rispondere alla centrale, irrisolta questione di come l´´immagine dell´uomo possa essere rimasta impressa sulla tela.

STORIA DELLA SINDONE

L´interesse scientifico nel celebre tessuto di lino iniziò nel 1898, quando fu fotografato dall´avvocato Secondo Pia. Il negativo rivelò l´immagine di un uomo barbuto con polsi e piedi forati e macchie di sangue sulla testa.

Nel 1988, il Vaticano diede l´assenso alla datazione al radiocarbonio. Tre differenti e accreditati laboratori ad Oxford, Zurigo e Tucson, Arizona, conclusero che la Sindone risalisse al Medioevo, databile dal 1260 al 1390, e non fosse quindi il sudario che avvolse il corpo del Cristo.

Ma da allora, cresce, tra gli studiosi della Sindone, la convinzione che la datazione al radiocarbonio potrebbe avere fallito sostanzialmente.

I ritrovamenti di Fanti corrispondono ad un´ipotesi postulata nel 1990 da John Jackson, un fisico americano che condusse la prima seria indagine sulla sindone nel 1978. Jackson ha sostenuto la presenza di un´immagine debole sulla superficie posteriore del lenzuolo, in corrispondenza all´immagine anteriore.

La storia del tessuto di lino è stata sempre avvolta nel mistero. E´ sopravvissuta a parecchi incendi dal momento in cui la sua esistenza è stata registrata per la prima volta in Francia nel 1357, incluso un misterioso incendio nella Cattedrale di Torino nel 1997.

Arrotolata in un involucro d´argento, è stata esposta solo cinque volte nel secolo scorso. L´ultima volta è stata nel 2000, quando più di 3, 000, 000 di persone l´hanno ammirata.

La prossima esposizione si terrà nel 2025.