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15 Febbraio 2004 SCIENZA
Geotimes
Mutamenti climatici in Mesopotamia
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I geoscienziati sempre più spesso si ritrovano ad esplorare un interessante tendenza: il modo in cui i mutamenti climatici hanno influenzato la società umana per migliaia di anni. Al meeting annuale dell´Unione Geofisica Americana di dicembre, un archeologo ha presentato una ricerca che suggerisce che i mutamenti climatici influenzarono i modi in cui le culture si svilupparono e poi crollarono nella culla della civiltà – l´antica Mesopotamia – più di 8, 000 anni or sono.

Gli archeologi hanno trovato evidenze di una migrazione di massa dalla più temperata Mesopotamia settentrionale alle aride regioni meridionali attorno al 6, 400 a.C. Per i precedenti 1, 000 anni, i popoli hanno coltivato la terra arabile nella Mesopotamia settentrionale, usando l´acqua piovana per sostentare i raccolti. Così gli archeologi si sono a lungo domandati perché i popoli antichi si spostarono da un´area in cui potevano facilmente coltivare, per iniziare una vita molto più dura al sud.

Una ragione potrebbe essere il clima, ha affermato Harvey Weiss, archeologo della Yale University, al meeting di dicembre. I dati climatici nell´antica Mesopotamia ed attorno al mondo, mostrano un brusco evento causa di mutamento climatico nel 6400 a.C., circa 8, 200 anni di radiocarbonio prima del presente. Un periodo di riscaldamento e siccità di immense proporzioni, che persistette per circa 200 o 300 anni.

Quando la severa siccità ed il riscaldamento termico colpirono la regione, l´acqua piovana non poteva più bastare ad alimentare l´agricoltura nel nord, ha dichiarato Weiss. E l´irrigazione non era possibile per ragioni topografiche, cosicché questa popolazione fu lasciata dinanzi ad un bivio: nomadismo pastorale o migrazione.

Gli archeologi individuano le prime evidenze di insediamenti nella Mesopotamia meridionale poco dopo il 6, 400 a.C. Nel sud - un´area troppo arida per aver supportato un´agricoltura nutrita dalla pioggia - sarebbe stata possibile l´irrigazione dal Tigri e dall´Eufrate, nei punti dove i fiumi scorrevano ad un livello piano, ha dichiarato Weiss. L´agricoltura irrigua richiedeva tre o quattro volte lo sforzo lavorativo dell´agricoltura ad acqua piovana, ma rendeva normalmente un surplus di produzione perché i raccolti erano doppi rispetto all´agricoltura basata sulle piogge. La produzione di surplus avrebbe lasciato ai popoli il tempo per dedicarsi ad attività manuali a tempo pieno piuttosto che contare esclusivamente sull´agricoltura, sostiene Weiss, dando così luogo ad una società basata su classi sociali ed alle prime città.

"E´ forse estremo dire che i cambiamenti climatici determinarono il crollo di tutte le società avanzate" sostiene Peter deMenocal, un paleoceanografo all´Osservatorio di Terra di Lamont-Doherty della Columbia University. "Ma è anche estremo dire che i cambiamenti climatici non ebbero effetti. La sfida a noi come paleoclimatologi è sviluppare dati molto più dettagliati e ben documentati, ha aggiunto.

La questione più fondamentale nell´archeologia mesopotamica, conclude Weiss, "è: perché vi è un´archeologia mesopotamica?". Avendo già collegato i crolli della Prima Età del Bronzo dall´Egeo all´Indo ad un brusco evento di mutamento climatico, circa 4, 200 anni or sono, Weiss ritiene di poter ora collegare i cambiamenti nello stile di vita e le migrazioni essenziali per la formazione delle prime classi e per la vita urbana in Mesopotamia, ad un brusco, scivolamento pluri-secolare verso condizioni climatiche ostili, che si verificarono circa 8, 200 anni or sono.