sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
18 Giugno 2000 ARCHEOLOGIA
The Associated Press
Pilota statunitense, archeologo per caso
tempo di lettura previsto 3 min. circa

AIN SOKHNA ROAD, Egitto - Gli archeologi non esagerano nel dire che le sabbie del deserto egiziano abbondano di tesori. Così tanti, infatti, che anche un pilota originario dell´Iowa, del tutto inesperto in materia di ricerche nel deserto, ha potuto fare una scoperta di notevole rilievo: disegni incisi sulla roccia che possono essere datati migliaia di anni prima della nascita di Cristo.

George Cunningham si trovava nel deserto, 25 miglia a sud est del Cairo, alla ricerca di fossili di ricci di mare, conchiglie e piante – il suo hobby – quando, sul finire dello scorso mese (maggio ndt) si è imbattuto in "una parete dall´aspetto interessante". Cunningham ha accompagnato sul sito un gruppo di studiosi egiziani, affinché ispezionassero il ritrovamento, una sorta di grotta scavata in una collina calcarea.

"Non potevamo credere che questo muro fosse qui e che noi non l´avessimo mai visto prima" ha detto Cunningham, di Algosa, Iowa, che aveva lavorato al Cairo per due anni e mezzo come addestratore di piloti elicotteristi per una compagnia petrolifera. E´ un visitatore assiduo della distesa sabbiosa dove il ritrovamento è stato fatto.

Antichi geroglifici?

I disegni nella cava sembrerebbero provenire da tre differenti ere, secondo gli esperti. I primi, che potrebbero essere datati al 7000-6500 aC, raffigurano scene di caccia: uomini e donne con animali accanto che possono sembrare cani o lupi.

Un disegno più recente sembrerebbe di oggetto religioso: due dei o dee in un arco, accanto a tre donne, di bell´aspetto e proporzione, probabilmente dee esse stesse. Potrebbe essere datato al periodo della Prima Dinastia di faraoni, attorno al 3000-2500 aC, dicono gli esperti.

Da un periodo ancora diverso provengono scritti che includono elementi geroglifici, come ad esempio una versione primitiva dell´occhio di Horus. Gli specialisti ipotizzano che questo potrebbe rappresentare una transizione tra due linguaggi differenti, prima e dopo i geroglifici.

Cunningham ha portato parecchi amici sul sito. Tra questi un diplomatico americano che ha mandato le foto della grotta a Gaballah Ali Gaballah, il direttore del Consiglio Supremo per le Antichità.

Alla ricerca di nuovi disegni nel deserto.

Tutto questo ha portato all´arrivo sul sito, di un gruppo di 15 archeologi, che hanno effettuato un´ispezione, e posto in evidenza le caratteristiche dei diversi simboli. Esclamazioni come "affascinante" e "deve essere effettuato uno scavo" inframmezzavano i loro discorsi, così come commenti più cauti quali: "sono solo supposizioni".

I ricercatori si sono rifiutati di fare qualsiasi commento, dichiarando di avere bisogno di tempo per effettuare degli scavi ed esaminare i disegni.

Ma Mohammed el-Sagir, capo del settore Faraoni e Greco-Romano del Supremo Consiglio per le Antichità, che non ha accompagnato il gruppo sul luogo, ma ha visto le foto successivamente, dice di essere certo che si tratti di una scoperta di valore.

Gli archeologi hanno trovato simili disegni in grotte nel sud dell´Egitto. Ma, dice el-Saghir, questa potrebbe essere la prima volta che un simile tipo di incisioni vengono scoperte nella zone a nord.

In ogni caso, potrebbero essere di grande aiuto per riuscire ad individuare il percorso che le tribù nomadi dell´Età della Pietra usavano fare dal sud dell´Egitto fino alla Valle del Nilo, per insediarsi in quella che ora è Ma´adi, un elegante quartiere del Cairo, dice ancora el-Saghir. Questi beduini sarebbero più tardi divenuti la civiltà di Ma´adi, ivi stabilitasi intorno al 3200 aC, e cioè circa 1000 anni prima dell´inizio del Primo periodo Dinastico.

"Sono felice di essere riuscito a portare questo ritrovamento a conoscenza delle autorità, affinché possa essere adeguatamente valorizzato e protetto" ha detto Cunningham, raggiante.