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24 Settembre 2004 ARCHEOLOGIA
BBC News online
PUBBLICATI I DOCUMENTI DELL´ESILIO DI DANTE
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L´Archivio di Stato di Firenze ha stampato 2000 riproduzioni del manoscritto del XIV secolo che racconta nel dettaglio le accuse e la sentenza contro Dante.

Le copie, che saranno presto distribuite ad Università e librerie, sono assolutamente fedeli all´originale – fino ai segni della piegatura – ma con l´aggiunta di note esplicative.

"E´ un documento molto importante. La condanna all´esilio di Dante è una di quelle cose che tutti studiamo a scuola" ha dichiarato Francesco Sabatini, presidente dell´organizzazione che si dedica alla protezione del linguaggio e della letteratura italiani.

"Così, quello che sembrava essere un particolare della sua biografia, lontano nel tempo, diventa adesso vivo sotto i nostri occhi" ha aggiunto.

Il poeta e politico fiorentino fu condannato dai suoi nemici politici.

Le accuse erano due. La prima – corruzione – si ritiene sia stata montata ad arte dai suoi nemici; la seconda – opposizione sediziosa al Pontefice - avrebbe potuto invece avere maggiore consistenza.

"Dante fu una personalità politica eminente negli anni 1299-1301 e, in una particolare sessione del consiglio, si espresse ripetutamente contro il Papa, e in modo così violento che i notai si rifiutarono di registrare il suo intervento" ha dichiarato l´editore del documento, Francesca Klein.

La sentenza fu emessa all´inizio del 1302 – ed inizialmente inflisse a Dante un esilio di due anni; solo sei settimane più tardi fu mutata in morte sul rogo.

Dante non tornò mai a Firenze e trascorse il resto della sua vita – quasi 20 anni – in esilio in varie città del nord dell´Italia.

Proprio in questo periodo scrisse la Divina Commedia, uno dei capolavori mondiali della letteratura.

Uno dei temi più ricorrenti nell´opera di Dante è proprio la sua esperienza dell´esilio.

L´Inferno, la prima e più celebre parte del poema, vede vari dei nemici politici di Dante tra sofferenze e pene atroci.

Il poeta fiorentino morì nel 1321 nella città di Ravenna, poco tempo dopo avere finito il Paradiso, l´ultimo libro della Divina Commedia.

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