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31 Agosto 2001 ARCHEOLOGIA
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Gli studiosi sostengono: il Colosseo è stato costruito grazie ai saccheggi
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Washington: La costruzione del grande stadio Romano conosciuto come Colosseo potrebbe essere stata pagata in molta parte con il bottino di guerra che i soldati Romani prelevarono dal tempio di Gerusalemme 2000 anni fa circa.

Le legioni romane distrussero il magnifico tempio, successivo alla struttura costruita da Re Salomone nel X secolo a.C, a seguito di una rivolta delle popolazioni Giudee nel 70 d.C. Basandosi parzialmente su un´iscrizione frammentaria rinvenuta sul pavimento del Colosseo, il professore classico Louis Feldman, dell´Università Yeshivca di New York, sostiene che i saccheggi provenienti dalla distruzione del tempio, finanziarono parte dell´arena che divenne uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi.

Non è un´idea impossibile. Parlando del Tempio, un antico sacerdote disse: "Essendo ricoperto su tutti i lati con massicce placche d´oro, il sole non era ancora alto che esso irraggiava una luce intensa, e così fieramente che le persone dovevano volgere lo sguardo per non rimanere abbagliate." Il sacerdote divenne più tardi lo storico Josephus. Feldman cita la frase come prova a sostegno del suo argomento nel numero di Luglio-Agosto della Rivista di Archeologia Biblica, pubblicata a Washington.

Espandendo grandemente il tempio di Salomone, il re Erode costruì il tempio sul Monte del Tempio in un´area della Gerusalemme orientale, ora sacra sia per gli ebrei che per i musulmani. Poco è rimasto della struttura, eccetto il Muro Occidentale, il "Muro del Pianto", il luogo più sacro del Giudaismo, che sopravvisse all´assalto romano e si trova lì da due millenni.

Sull´Arco di Tito vicino al Colosseo, i visitatori possono vedere un´antica iscrizione riguardante il saccheggio perpetrato dai soldati. Esso include un antico simbolo ebraico, un candelabro a sette bracci. Tito si trovava al comando, anche se alcuni storici sostengono non fosse favorevole alla distruzione del tempio.

Feldman registra anche una vecchia storia secondo la quale i Giudei lavorarono alla costruzione del Colosseo. Egli ritiene che potrebbe anche dimostrarsi fondata la versione secondo cui i Romani avrebbero preso 97.000 prigionieri Giudei nel corso della rivolta che si concluse con la distruzione del tempio.

Il numero dei prigionieri è però considerato eccessivo da William Denver, professore di archeologia all´Università dell´Arizona, che ha lavorato ed insegnato per molti anni a Gerusalemme. In un´intervista, comunque, ha riferito che, seppure il numero fosse spropositato, esistono normalmente fondamenti storici a questo gnere di racconti. Egli ha anche posto in discussione come un´iperbole il racconto di Josephus riguardo la ricchezza del Tempio. "Non c´era così tanto oro nelle vicinanze" dice Dever.

Feldman è rimasto impressionato da una pietra incisa, all´interno del Colosseo, che registra le riparazioni effettuate molto tempo dopo la costruzione, conclusasi alla fine del I secolo. Sulla pietra ci sono dei piccoli fori per pioli che probabilmente reggevano lettere di metallo risalenti ad un´iscrizione anteriore, distrutta nel corso dei nuovi lavori.

Geza Alfoeldy è un professore dell´Università di Heidelberg in Germania che ha decifrato con successo molte "iscrizioni fantasma" dalla posizione di tali pioli. In questo caso in particolare, Alfoedly ha ritrovato le parole latine "ex manubiis" (dal saccheggio). Le iscrizioni Romane sugli edifici spesso registravano il modo in cui le costruzioni erano state finanziate, e ciò avveniva spesso mediante saccheggi di guerra.

Kathleen Coleman, professore di Latino alla Harvard University, ha esaminato la citazione. "E´ un´antica espressione, che si data alla Repubblica Romana" ha detto.

I romani erano soliti ricompensare i generali di successo con un onore chiamato "pubblico trionfo". Una grande parata, con la mostra dei bottini e dei prigionieri. In questi casi, parte del bottino del generale, poteva essere usato per il bene pubblico. E Tito fu onorato di tale trionfo per la sua vittoria a Gerusalemme.

"E´ vero che i buchi nelle ´iscrizioni fantasma´ potrebbero rappresentare molte lettere possibili, e che la ricostruzione è pertanto congetturale" ha scritto Feldman, "Ma la sostituzione... si accorda con l´immensa quantità di beni presi da Tito come bottino nella guerra in Giudea".

Feldman nota che altre guerre romane del periodo produssero piccoli bottini.

Robert Kaster, che insegna letteratura classica all´Università di Princeton, è scettico circa la teoria di Feldman. "Dato il tipo di prova, è difficile esprimersi in un senso o nell´altro" ha detto Kaster "ma è comunque una teoria molto più plausibile di tanti altri argomenti che si sentono sul soggetto."

Feldman ha riferito in un´intervista di non avere avuto notizia di commenti contrari alla sua teoria.