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30 Settembre 2002 ARCHEOLOGIA
Economist.com
Il meccanismo di Antikythera. Il computer a molla
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Quando un sommozzatore greco chiamato Elias Stadiatos scoprì il relitto di una nave cargo a largo della piccola isola di Antikythera nel 1900, furono le statue che giacevano sul fondo del mare che destarono la più viva impressione su di lui. Il carico della nave di beni di lusso includeva anche gioielli, ceramiche, raffinati arredi, oggetti di bronzo databili al I secolo a.C. Ma il più importante ritrovamento si provò essere una serie di piccoli globi corrosi e verdi – i resti di un elaborato marchingegno meccanizzato.

Il meccanismo di Antikythera, come è ora definito, fu originariamente conservato in una cassetta di legno della dimensione di una scatola per scarpe, e recava scritte sulla superficie esterna ed un complesso assemblaggio di ruote e ingranaggi di bronzo all´interno.

La radiografia ai raggi-X dei frammenti, che ha evidenziato la presenza di 30 separati distinti meccanismi, portò l´anziano Derek Price, uno storico della scienza all´Università di Yale, a concludere che tale congegno dovesse essere un computer astronomico capace di prevedere la posizione del sole e della luna nelle case dello zodiaco ad ogni data stabilita. Una nuova analisi, però, suggerisce che il meccanismo fosse ancora più sofisticato di quanto originariamente ritenuto, e rinforzò la prova della sua teoria di un´antica tradizione greca di un complesso meccanismo tecnologico.

Michael Wright, curatore dell´istituto di ingegneria meccanica al Museo delle Scienza di Londra, ha basato la sua nuova analisi su dettagliate scansioni ai raggi-X del meccanismo, usando una tecnica chiamata tomografia lineare. Questa tecnica implica che la fonte di raggi-X, la pellicola e l´oggetto siano spostati in modo da essere esaminati l´uno in relazione all´altra, così che solo le figure di un piano particolare possano essere messe a fuoco. Dall´analisi delle immagini risultanti, portata avanti in collaborazione con Allan Bromely, uno scienziato informatico della Università di Sydney, è stata ricavata l´esatta posizione di ogni ingranaggio, e ha suggerito che Price si fosse sbagliato in una serie di osservazioni.

In alcuni casi, riferisce Wright, Price sembra avere "manipolato" il numero dei denti di particolari rotelle (la maggior parte delle quali sono chiaramente incomplete) in modo da riuscire ad ottenere significative ratio astronomiche. Il racconto di Price, inoltre, mostra parecchie contraddizioni interne, un uso selettivo delle prove e divagazioni gratuite. In particolare, postula un elaborato meccanismo contrario per disporre alcuni dei congegni affinché essi girino nella direzione giusta.

Poiché dell´originale meccanismo sopravvive tanto poco, alcune speculazioni sono inevitabili. Ma Wright ha notato che esiste un perno al centro della ruota principale del congegno meccanico. Ciò indica la presenza di una rotella centrale attorno alla quale tutti gli altri congegni avrebbero dovuto ruotare. Naturalmente questo si allontana di molto dal meccanismo inverso di Price e porta all´idea che il complesso di ingranaggi fosse specificamente disegnato per modellare una particolare forma di moto "epiciclico".

I greci credevano in un universo geocentrico e spiegavano il moto degli oggetti celesti usando modelli elaborati basati sugli epicicli, nei quali ogni corpo descriveva un circolo (l´epiciclo) attorno ad un punto, che si muoveva anch´esso in circolo attorno alla terra. Wright ha trovato prove che il meccanismo di Antikythera sarebbe stato in grado di riprodurre accuratamente il moto del sole e della luna, usando un modello epiciclico elaborato da Ipparco, e dei pianeti Mercurio e Venere, usando un modello epiciclico elaborato da Apollonio di Perga. (Questi modelli, che precedono il meccanismo, sono stati successivamente incorporati nel lavoro di Claudio Tolomeo nel secondo secolo d.C.).

Un congegno che semplicemente modella il moto del sole, della luna, di Mercurio e di venere non avrebbe avuto molto senso. Se fosse esistita un´ulteriore sezione del meccanismo ora perduta, avrebbe potuto riprodurre il moto dei tre altri pianeti conosciuti a quel tempo – Marte, Giove e Saturno. In altre parole il meccanismo potrebbe essere stato in grado di predire la posizione dei corpi celesti conosciuti per ogni data determinata, con un rispettabile grado di accuratezza, usando puntatori di bronzo su un diagramma circolare con le costellazioni dello zodiaco che corrono attorno al suo bordo.

Wright ha mostrato un modello ipotetico nel quale i meccanismi di ogni corpo celeste si trovano sovrapposti in strati come in un sandwich, e ha iniziato a lavorare nel suo laboratorio. La ricostruzione completa, dettagli della quale appaiono in un articolo nel Horological Journal di Maggio, sono stati esposti questa settimana a Technopolis, un museo di Atene. Mediante un getto d´aria su un lato, i corpi celestiali possono essere fatti avanzare e recedere così che la loro posizione in ogni data scelta possa essere determinata. Wright ha dichiarato che il meccanismo deve essere stato costruito mediante l´ausilio di antichi attrezzi poiché la realizzazione di una ruota metallica dentata implica l´utilizzo di lame sofisticate ed un´altissima abilità. Ha anche effettuato differenti esempi a mano.

Quanto da vicino questa ricostruzione corrisponda all´originale, non sarà mai determinato con certezza. Il proposito dei due segni sul retro del congegno non è ancora chiaro, anche se uno dei due potrebbe indicare l´anno. Né è chiaro il proposito del congegno: potrebbe essere stato un calcolatore astronomico, usato per accelerare la determinazione degli oroscopi, o potrebbe essere stato semplicemente un oggetto per divertimento di lusso. Wright è convinto che la sua interpretazione epiciclica sia corretta, e che l´originale congegno fosse modellato per riprodurre l´intero sistema solare.

Esistono del resto antiche fonti che si riferiscono a simili macchinari.

Cicerone, scrivendo nel primo secolo a.C., menziona uno strumento "recentemente costruito dal nostro amico Poseidone, che ad ogni rivoluzione riproduce lo stesso moto del sole, della luna e dei cinque pianeti." Anche Archimede riferisce di avere avuto un piccolo planetario, e due simili macchinari si dice siano stati trovati a Siracusa, quando la città cadde nel 218 a.C. La ricostruzione di Wright suggerisce che tali riferimenti potrebbero ora essere presi alla lettera.

Tutto ciò offre inoltre un forte supporto alla teoria di Price. Egli riteneva che il meccanismo fosse l´evidente espressione di una complessa e antica tecnologia meccanica greca che, trasmessa a mezzo del mondo arabo, formò le basi della scienza meccanica moderna.

Si trovano prove di ciò in un altro, piccolo congegno che fu acquisito nel 1983 dal Museo delle Scienze, che modella il moto del sole e della luna. Datato al VI secolo a.C., esso offre un collegamento precedentemente mancante tra il meccanismo di Antikythera e i più tardi calcolatori di calendari islamici, come l´esemplare del XIII secolo in mostra al Museo della Storia della Scienza a Oxford. Questo congegno invece, usa tecniche che descrivono un manoscritto scritto da al-Biruni, un astronomo Arabo, attorno al 1000 d.C.

Le origini di una più moderna tecnologia, dai motori per i treni ai robot, possono trovare le proprie origini agli elaborati giochi meccanici, o automata, che fiorirono nel XVIII secolo.

Questi giochi, infatti, provenivano dall´abilità dei creatori di orologi. E questa abilità, come molti altri aspetti del mondo moderno, sembrano avere radici che possono essere ritrovate nell´antica Grecia.