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19 Maggio 2002 ARCHEOLOGIA
University di Cincinnati
Sarcofago Greco
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Saccheggiatori all´opera in un antico sito tombale a Can, Turchia, nel 1998 ruppero un pesante sarcofago di marmo nel tentativo di fuggire, abbandonando gli oggetti rubati nella foresta. Il sarcofago si è rivelato un vero tesoro per gli archeologi – il più colorato sopravvissuta dell´antichità Classica Greca secondo il prof.Brian Rose, un archeologo dell´Università di Cincinnati, che ha collaborato al suo recupero con un team internazionale.

Rose, che ha supervisionato gli scavi Greci e Romani al sito archeologico di Troia, non lontano da dove il sarcofago è stato ritrovato, è co-autore di un articolo sul ritrovamento, che è stato pubblicato nel numero del maggio 2002 di Studia Troica, una pubblicazione dell´Università di Cincinnati e dell´Università di Tubinga (Germania). Gli investigatori a capo del gruppo sono Nurten Sevinc, Reyhan Korpe e Musa Tombul del Canakkale Museum, nel nord ovest della Turchia. La polizia ha notificato al Museo di Canakkale la presenza di un sarcofago di marmo abbandonato, che era andato in pezzi, ed il museo di è immediatamente attivato per custodirlo e preservarlo da ulteriori danni.

Quando la maggior parte delle persone pensa alle opere d´arte dell´Antica Grecia, erroneamente immagina sculture candide, come i Marmi di Elgin del Partenone. Questo perché la maggior parte dei dipinti che originariamente ricoprivano le sculture greche non aveva ancora subito i danni del tempo, ha riferito Rose, che si trova a capo del dipartimento di studi classici dell´Università di Cincinnati. I marmi di Elgin sono solo 50 anni più antichi del sarcofago dipinto di Can, che si data attorno al 400-375 a.C.

Molti dei sarcofagi trovati dai primi archeologi furono ripuliti in modo rude, al punto di abraderne i colori originari" ha riferito Rose. Questa era una nozione comune romantica del tempo, che qualsiasi cosa proveniente dal mondo greco fosse bianco di necessità, ma è perché gli archeologi raramente si adoperavano per preservare i dipinti che esistevano una volta."

Il sarcofago di Can serve come un´importante ricordo che "le costruzioni bianche come la neve, della Classica Atene dovessero essere state brillantemente dipinte" dice Rose.

Più dipinti sono preservati sul sarcofago di Can che sul popolare "Sarcofago di Alessandro" nel Museo Archeologico di Istanbul, riferisce Rose. Ciò li rende la più estesa superficie dipinta sopravvissuta su un sarcofago del periodo classico greco. Sulla parte frontale del sarcofago di marmo, una scena dipinge un uomo, probabilmente il defunto occupante la tomba, che conficca una lancia nell´occhio di un maiale nel corso di una caccia al maiale a cavallo. Sul lato corto del sarcofago, lo stesso uomo è ritratto nel vivo di una battaglia, che ferisce un opponente dei greci in un occhio.

Nella scena di caccia, la figura di un secondo cavaliere è finita. Dipinta, e successivamente erosa probabilmente in atto di "dannazione" o condanna.