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27 Maggio 2005 ARCHEOLOGIA
Discovery Channel
NUOVE EVIDENZE DI SACRIFICI DI BAMBINI INCA
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Recenti evidenze gettano luce su bambini e bambine uccisi durante le cerimonie sacrificali Inca nel XV e XVI secolo, evidenze che includono ceramiche e resti umani trovati in siti sulle montagne del sud America.

Seppure gli archeologi escludano che gli Inca praticassero cannibalismo, come facevano invece i loro vicini aztechi al nord, le evidenze indicano che i leader Inca considerassero i bambini come "tributi" sacrificali, in qualche modo simili al denaro raccolto per le tasse di stato.

"Nessuno di tali sacrifici avviene ancora oggi, secondo la mia conoscenza, seppure il popolo andino effettui ancora offerte alle montagne che "controllano" il loro territorio" ha dichiarato Tamara Bray, professore associato di antropologia alla Wayne State University.

La Bray sottolinea le scoperte in un recente numero della Rivista di Archeologia Antropologica. Le analisi del DNA dei resti umani nei siti in Argentina, Perù ed Ecuador indicano che le giovani vittime variavano quanto ad età dai 4 ai 10 anni. I bambini in genere non erano legati da legami di parentela.

Bray ha dichiarato che lo stato imponeva l´obbligo per tutte le province dell´impero affinché offrissero i bambini in sacrificio. Le bambine provenivano generalmente dai ranghi delle acllakuna, che significa "donne scelte".

"I capi inca si addentravano nelle comunità a cadenze regolari e prelevavano le ragazzine, per portarle a vivere nelle acllawasi (case delle donne scelte) ove divenivano essenzialmente servitrici dello stato" ha spiegato Bray.

Poco è invece noto del modo in cui venivano scelti i bambini, ma Bray ha dichiarato che alcuni erano i figli dei signori locali. Dei gruppi raccolti di "tributi" vivi, i capi inca selezionavano quindi ragazzi e ragazze fisicamente perfetti, integri, vergini, per le misteriose cerimonie di capacocha, che avevano probabilmente significato simbolico religioso, politico ed economico.