Città del Messico – E´ a lungo stata una questione contesa: gli Aztechi e i Maya praticavano sacrifici umani, tanto frequenti ed efferati, come raccontano i libri di storia? O i conquistatori Spagnoli hanno esagerato questo racconto, al fine di farli apparire più selvaggi e primitivi?
Negli anni recenti gli archeologi hanno scoperto un crescente numero di evidenze fisiche che sostengono il racconto spagnolo, nella sostanza, se non nel numero.
Usando strumenti di medicina legale ad alta tecnologia, gli archeologi stanno provando che i sacrifici pre-Ispanici spesso coinvolgevano bambini e un´ampia gamma di metodi di uccisione intenzionalmente brutali.
Per decenni, molti ricercatori hanno creduto che i racconti spagnoli del XVI e XVII secolo fossero stati esagerati al fine di denigrare la culture locali; altri invece hanno sostenuto che i sacrifici fossero essenzialmente limitati ai guerrieri nemici catturati, mentre altri ancora concedevano che gli Aztechi fossero sanguinari, ma aggiungevano che i Maya lo furono molto meno.
"Abbiamo ora le evidenze fisiche a sostegno della documentazione spagnola, scritta e pittorica" ha dichiarato l´archeologo Leonardo Lopez Lujan. Ha spiegato che alcune correnti "pro-indigeni" avevano sempre negato l´argomento, e sostenuto che i testi spagnoli mentissero".
Gli Spagnoli probabilmente esagerarono il numero delle vittime per giustificare l´assalto alle popolazioni locali e far credere al mondo che la loro fosse una guerra santa contro l´idolatria e la superstizione, spiega David Carrasco, un esperto sulle religioni mesoamericane della Harvard Divinità School.
Ma non vi è più ragione di dubitare sulla natura delle uccisioni. I testi illustrati conosciuti come "codices", come anche i racconti spagnoli del tempo, citano i Mesoamericani che descrivono le forme multiple di sacrificio umano.
Le vittime avevano il cuore strappato ancora pulsante dal petto, o venivano decapitate, o infilzate con molte frecce, lacerate, tagliate a pezzi, lapidate, schiacciate, spellate, bruciate vive o lanciate dalla sommità dei templi.
Frequentemente le vittime erano bambini, in parte perché considerati puri e senza macchia.
"Molte persone dicono < Non possiamo credere a questi codices perché gli Spagnoli descrivono cose orribili >... ma con il passare del tempo, non facciamo che trovare conferme" ha dichiarato Carmeno Pijoan, un´antropologa legale che ha scoperto alcune delle prime evidenze dirette di cannibalismo in una cultura pre-azteca circa dieci anni fa: ossa umane con segni di macellazione.
In dicembre, ad uno scavo presso la comunità azteca di Ecatepec, poco a nord di Città del Messico, l´archeologa Nadia Valez Saldana ha descritto evidenze di sacrifici umani associati al dio della morte.
"I sacrifici comprendono vittime bruciate in tutto o in parte" ha dichiarato Velez Saldaba. "Abbiamo trovato una fossa funeraria con resti di scheletri di quattro bambini che furono parzialmente dati alle fiamme, ed i resti di altri quattro bambini che furono completamente carbonizzati."
Mentre i resti non mostrano se le vittime furono bruciate vive, vi sono raffigurazioni pittoriche di persone – apparentemente vive – che venivano tenute giù mentre venivano bruciate.
Lo scavo ha rivelato altri indizi che sostengono le descrizioni di sacrifici contenute nel Codex Magliabecchi, un racconto pittorico realizzato tra il 1600 ed il 1650, nel quale si può vedere, tra le altre cose, la raffigurazione di un banchetto in cui i commensali mangiano, mentre il dio della morte guarda dall´alto, ed i piatti ed i tegami sulla tavola contengono pezzi del corpo umano.
"Abbiamo trovato tegami uguali a quelli del disegno" ha dichiarato l´archeologo Luis Manuel Gamboa. "E, vicini ad alcuni scheletri completi, abbiamo trovato alcune ossa umane incomplete e tagliate." Ad ogni modo, i ricercatori non sanno con precisione se questi resti venissero cannibalizzati.
Nel 2002, l´archeologo del governo Juan Alberto Roman Berrelleza ha annunciato i risultati di un test di laboratorio sulle ossa di 42 bambini, la maggior parte attorno ai 6 anni, sacrificati nel corso di una siccità al Templo Major di Città del Messico, il principale sito religioso azteca.
Tutti condividono uno stesso carattere: serie ferite, ascessi o infezioni ossee, abbastanza dolorose da farli piangere.
"Era considerato un buon omen se piangevano molto al tempo del sacrificio" che era probabilmente attuato mediante taglio della gola, spiega Roman Berrelleza. >>>
I Maya, la cui cultura raggiunse il suo culmine in un´area molto più ad est, circa 400 anni prima che gli Aztechi fondassero Città del Messico nel 1325, avevano un gusto simile per i sacrifici, ha scritto nel 2003 l´antropologo della Harvard University, David Stuart.
Tra la fine del IXX e l´inizio del XX secolo, "i primi ricercatori tentarono di indicare una distinzione tra i < pacifici > Maya e le brutali culture del Messico centrale" ha scritto Stuart. "Tentarono persino di dire che i sacrifici umani erano rari tra i Maya".
Ma in incisioni e pitture murali, ha dichiarato "abbiamo trovato più e maggiori somiglianze tra gli Aztechi e i Maya" inclusa una cerimonia Maya nella quale un sacerdote vestito in modo grottesco è mostrato estrarre le viscere da una vittima sacrificale legata e apparentemente viva.
Alcuni testi dell´era spagnola devono ancora essere corroborati da resti fisici. Descrivono i sacerdoti Aztechi che sacrificano bambini e adulti sigillandoli in grotte o per affogamento. Ma l´assunto, al momento attuale, è che i testi meritino fiducia, ha dichiarato Lopez Lujan, che lavora anche al sito del Templo Major.
Per Lopez Lujan, la conferma deve arrivare nella forma di test chimici avanzati sui pavimenti di stucco dei templi aztechi, che sono stati trovati intrisi di ferro, albume e materiale genetico, compatibile con sangue umano.
"E´ ora una questione di quantità" ha aggiunto Lopez Lujan, che ritiene che gli Spagnoli – e gli scribi, autori dei testi illustrati mesoamericani, che lavoravano sotto il loro controllo – esagerarono il numero delle vittime, sostenendo in un caso che 80, 400 persone furono sacrificate all´inaugurazione di un tempio nel 1487.
"Non abbiamo trovato niente di nemmeno vicino ad una cosa del genere ... perfino se volessimo aggiungere alcuni zero." Ha spiegato Lopez Lujan.
I ricercatori hanno a lungo respinto l´antica teoria secondo cui il sacrificio ed il cannibalismo fossero motivati da mancanza di proteine nella dieta Azteca, mentre altri credono ancora fosse un metodo singolare per il controllo della popolazione.
Le culture pre-ispaniche credevano che il mondo sarebbe finito se non fossero stati svolti regolari sacrifici. Le vittime sacrificali, però, erano spesso trattate come divinità esse stesse, prima di essere uccise.
"E´ qualcosa di molto lontano da noi, dal nostro modo di intendere" ha spiegato Pijoan dei sacrifici. "Ma per loro essere sacrificati era quasi un onore."
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