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11 Maggio 2004 ARCHEOLOGIA
cnn.com
I murales del Guatemala mostrano la raffinatezza degli antichi Maya
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SAN BARTOLO, Guatemala – Nelle profondità roventi delle rovine di una piramide Maya, a 10 ore di macchina dal più vicino supermercato, gli archeologi stanno faticosamente scoprendo pitture murarie di 2, 000 anni or sono, che ritraggono elaboratamene una mitologia della prima creazione.

Malgrado abbiano scavato via il primo strato di roccia da più di due anni, gli archeologi continuano a manifestare meraviglia per la raffinatezza artistica delle pitture, che predatano l´Età d´Oro dei Maya di 800 anni.

"E´ come se non si conoscesse l´esistenza del Rinascimento..." ha dichiarato William Saturno, l´archeologo dell´Università del New Hampshire che ha scoperto le pitture tre anni fa. "...si conoscesse solo l´arte del XIX secolo, e si credesse che fosse il punto più alto... quando improvvisamente qualcuno inciampa nella Cappella Sistina e si trova di fronte la scena in cui Dio tocca la mano di Adamo".

La scoperta di Saturno, ampiamente considerato lo sviluppo più importante dell´archeologia Maya in 50 anni, ha offerto una finestra senza precedenti nel periodo pre-classico dei Maya, la civiltà dominante che abitò il Messico meridionale e l´America Centro-Settentrionale dal 1, 000 a.C. al 250 d.C.

Il gruppo di Saturno di archeologi guatemaltechi ed americani, ha scoperto le due pareti erette dei murali, contenute entro una camera parzialmente in rovina, sul retro di una piramide di 75 piedi di altezza. I costruttori maya si sono appoggiati su queste due pareti esterne per poter costruire un altro strato, a cipolla, sulla cima della struttura esistente. Ma Saturno è ottimista sul fatto che sarà in grado di rimettere insieme i pezzi delle pitture murarie dai frammenti di roccia trovati all´interno della camera.

Le pitture, che Saturno ritiene si datino al 50 a.C., hanno mutato il modo di pensare ai Maya Pre-Classici, rivelando che avessero elaborato un ricco sistema di pittura e un´articolata forma di linguaggio scritto.

"Si tratta di un modo unico di guardare al tardo Maya pre-classico, la loro vita e le loro relazioni con il mondo" ha dichiarato Karl Taube, un archeologo dell´Università di California a Riverside, iconografo del progetto, ovvero responsabile per lo studio delle immagini e dei simboli dei murali. "E´ quasi come una Bibbia".

La composizione è piuttosto complessa, ha dichiarato Taube, ed ogni figura è unica, sia nelle espressioni facciali che nei costumi. I pittori erano ovviamente piuttosto abili. Non avrebbero potuto correggere i loro errori, poiché la pittura è permanente, e ne fecero davvero pochi, perfino nei piccoli dettagli.

In precedenza, i primi dipinti murali Maya, furono scoperti nel 1946 a Bonampak, nella Penisola dello Yucatan in Messico. Si datavano al 796 d.C., ovvero al Periodo Classico. A differenza dei murali di Bonampak, che ritraggono la vita quotidiana di palazzo, le scene di San Bartolo ritraggono differenti episodi del mito sovrannaturale della creazione.

Comprendono una scena del dio del Mais, accompagnato da guerrieri e vergini scarsamente vestite, che emergono da una mitica "montagna dei fiori". In un´altra scena, quattro infanti sanguinanti sono scagliati agli estremi confini della Terra.

Taube è riuscito a decifrare molte delle immagini paragonandole con il "Popol Vuh", un testo Maya scritto 1, 600 anni più tardi.

"E´ davvero emozionante vedere l´ideologia prendere forma ed essere riprodotta sulle pareti di San Bartolo nel 50 a.C." ha dichiarato Mary Miller, una specialista di Arte Mesoamericana presso la Yale University, che ha potuto sinora vedere solo le foto dei murales. "Non avevamo idea dell´esistenza di tutto questo – la complessità della composizione, l´abilità nel rendere le figure umane..."

L´esistenza di pitture murali raffinate in una città relativamente piccola come San Bartolo è stata anch´essa una sorpresa, che ha portato Saturno ed altri esperti a concludere che ornassero le pareti delle piramidi nel periodo Pre-Classico.

"Ciò significa che si trovavano ovunque" ha dichiarato Saturno. "Stiamo iniziando solo ora a comprendere quanto complesso sia stato il Periodo Maya pre-classico".

I murales non solo offrono un codice dell´antica mitologia, ma anche una chiave per decifrare il primo linguaggio Maya. Fino ad ora, Saturno ha scoperto 16 geroglifici, più del doppio di quelli precedentemente scoperti su cocci di ceramiche e lastre di pietra. I glifi sono i primi scoperti ad un sito appartenente con certezza al periodo Pre-Classico."

"San Bartolo è il luogo dove possiamo collegare i glifi allo scenario" ha dichiarato David Stuart, un archeologo di Harvard che è incaricato di decodificare i geroglifici trovati al sito. Con sua sorpresa, Stuart, che ha recentemente fatto ritorno a casa dopo un mese a San Bartolo, ha dichiarato che i primi glifi potrebbero essere perfino più complicati di quelli trovati nel corso del Periodo Classico.

Ma non si saprà per certo, fino a che non si capirà come leggerli. Fino ad ora, ha decifrato solo uno dei simboli, che significa "signore" e forma parte di un titolo prossimo ad una scena che ritrae l´incoronazione del re.

"E´ una versione pura e non adulterata di come l´universo fu creato e non abbiamo niente di simile nemmeno per il periodo Tardo-Classico" ha dichiarato Stuart. "E´ davvero chiaro che San Bartolo ci sta offrendo qualcosa di nuovo".

Per ora i murales rimarranno preclusi al pubblico, per tutelarli da saccheggiatori e dai fluttuanti livelli di umidità. San Bartolo è situato in una regione troppo remota per essere trasformata in attrazione turistica, persino se il governo guatemalteco avesse i fondi necessari alla costruzione di vie d´accesso, e potesse sviluppare il sito e dotarlo delle necessarie misure di sicurezza.

Nel corso della stagione asciutta di tre mesi, le rovine si trovano, nelle migliori condizioni, a quattro ore di macchina da Flores, la città più vicina, punto di partenza per visitare la famosa piramide di Tikal. Nel resto dell´anno, i visitatori dovrebbero compiere l´intricatissimo percorso della giungla a piedi o a dorso d´asino lungo vie dissestate che con le piogge divengono una sorta di pantano.

Riproduzioni dipinte saranno presto in esposizione al Peabody Museum di Archeologia ed Etnologia di Harvard, e a Città del Guatemala.

Heater Hurst, un´artista archeologa che ha creato riproduzioni delle pitture di Bonampak, ha trascorso gli ultimi due anni a ricreare le pareti settentrionali ed orientali di San Bartolo. Un documentario del National Geographic sul progetto sarà trasmesso sulla rete satellitare nelle prossime settimane, ed offrirà al mondo il primo sguardo sui San Bartolo.

Quella dei Murales, stava per essere l´ultima visione nella vita di Saturno. Tre anni or sono, era alla ricerca di un altro sito archeologico, in seno ad un Progetto dell´Università di Harvard sui Geroglifici Maya, quando perse la sua guida. Dopo avere camminato senza meta per circa 18 miglia nella giungla senza acqua, Saturno cercò riparo dal sole in una trincea scavata dai saccheggiatori presso una piramide maya abbandonata di San Bartolo, allora una rovina poco nota.

Quando guardò verso l´alto, si scoprì incantata ad osservare l´immagine del dio del mais maya – la figura centrale di tutto il mito della creazione – che occhieggiava tra le rocce franate.

Il mio primo pensiero fu :"tutto questo è ridicolo, perché sto per morire" ha dichiarato Saturno di recente, ridendo al ricordo di quell´episodio. Riuscì a malapena a tornare indietro a piedi alla città più vicina, e sopravvisse nutrendosi di pinuela, un frutto quasi immangiabile della giungla, lontano cugino dell´ananas.

Trascorse diversi giorni sotto cure per una severa disidratazione e quindi prese il primo volo per Boston, pronto a pianificare il suo ritorno a San Bartolo.