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15 Febbraio 2001 ARCHEOLOGIA
Jennifer Mapes National Geographic News
Tombe dei "giganti" dissotterrate in Perù
tempo di lettura previsto 3 min. circa

Gli archeologi hanno dissotterrato una serie di tombe piene di tesori appartenenti ad una cultura peruviana estinta. I luoghi sepolcrali, risalenti a 1500 anni or sono, custodiscono le spoglie mortali di cinque uomini insolitamente alti, circondati da tessuti, ceramiche, scheletri di lama e lavori di metallo decorativi.

I resti appartengono ai Moche, una cultura che fiorì nel deserto lungo la costa del nord del Perù tra il 100 e l´800 d.C.: una comunità di agricoltori e pescatori, che costruì canali di irrigazione, piramidi, palazzi, e templi.

L´origine dei Moche rimane sconosciuta, secondo Christopher Donnan, capo della spedizione archeologica. Gli scheletri, trovati durante una spedizione del 1997-99, sovvenzionata dal National Geographic, potrebbero nascondere indizi della loro cultura.

Ma la scoperta porta con sé molte altre domande: perché le persone trovate erano così alte? Cosa ha determinato la loro morte precoce?

Una collega di Donnan, Alana Cordy-Collins, che ha collaborato agli scavi sul sito, ha suggerito che gli scheletri mostrano i sintomi della sindrome di Marfan, un disordine genetico del tessuto connettivo. Il fatto che ognuno di questi scheletri abbia ossa fini e allungate non è una coincidenza, dice Cordy-Collins: "Siamo convinti che si tratti di un´anomalia genetica".

Le persone che soffrono della sindrome di Marfan tendono ad essere più alte degli altri membri della famiglia a cui appartengono. "Le loro braccia e gambe sono sproporzionatamente lunghe" ha spiegato Eileen Masciale della National Marfan Foundation.

Mentre l´altezza media di un maschio Moche è compresa tra i 147 ed i 168 centimetri, gli uomini trovati nelle tombe misurano mediamente da 175 a 182 centimetri.

La sindrome di Marfan determina altresì dita più lunghe e ossa del petto dentellate, caratteristica riscontrata sugli scheletri peruviani.

"La Marfan affligge il sistema cardiovascolare, " riferisce Masciale. Implica complicazioni aortiche potenzialmente fatali, e può procurare una morte prematura nei pazienti che ne soffrono. "Fino agli anni ´40 non si poteva fare niente al riguardo, per cui le aspettative di vita delle persone afflitte dalla Marfan erano molto inferiori al normale. Negli ultimi decenni, i progressi nella tecnologia medica hanno portato nuove speranze ai pazienti affetti da Marfan e alle loro famiglie."

Per i Moche, comunque, la sindrome di Marfan sembra essere stata una malattia mortale. "Nessuno degli uomini aveva più di 22 anni" ha riferito la Cordy-Collins. I loro contemporanei spesso vivevano fino a 50 anni.

"Il Marfan è una dei grandi successi della medicina" ha detto Masciale. Pazienti a cui è stato diagnosticato il Marfan hanno attualmente un´aspettativa di vita attorno ai 70 anni, dice ancora. "Non c´è più bisogno che soffrano la stessa sorte di quelle genti antiche".

Anche altre personalità della storia soffrirono dalla sindrome di Marfan, come Abramo Lincoln ed il re egizio, Akhenaton, che governò l´Egitto nel 14° secolo avanti Cristo. Dipinti del re mostrano un uomo con sintomi fisici della Marfan – volto e arti allungati, e ampie anche.

Cordy-Collins ha inviato le fotografie degli scheletri a vari scienziati attorno al mondo, sperando di ottenere una diagnosi finale per le sue scoperte. Nonostante abbia ricevuto risposte alle sue richieste, gli scienziati hanno ancora da stabilire se il Marfan è stato davvero la causa unica di tali anormalità. "Ciò che porrebbe fine a tutte le questioni, sarebbe un test su questo antico DNA" ritiene la studiosa. "Purtroppo, trovare del DNA intatto negli scheletri è un terno al lotto", riporta. "La tecnologia non è ancora arrivata fino a qui".