sei in Home > Scienza > News > Dettaglio News
22 Gennaio 2002 SCIENZA
Newsday.com
Nuove scoperte sulle tecniche di datazione dei reperti antichi
tempo di lettura previsto 5 min. circa

Mediante l´analisi degli anelli degli alberi antichi, delle attività solari e degli artefatti provenienti dal passato, gli scienziati stanno ri-definendo una nuova tabella cronologica di quello che accadde, e quando di preciso accadde, agli albori della storia umana. Lo slittamento nelle datazioni potrebbe sembrare insignificante –solo 22 anni- ma si tratta di un momento critico nella storia, proprio quando la scrittura a base alfabetica cominciava ad emergere nel Mediterraneo orientale. Secondo i ricercatori, questo spostamento è indicativo per gli eventi dell´Età del Bronzo, e dell´Età del Ferro. Ad esempio, i nuovi dati altererebbero la datazione del primo alfabeto conosciuto che si diffuse a partire dall´antica Fenicia. Gli antichi popoli attorno al Mar Mediterraneo probabilmente scrivevano già due decenni prima di quanto ritenuto finora.

Le nuove analisi sono state svolte da un gruppo di scienziati dalla Cornell University ad Ithaca, N.Y., dall´Università di Reading in Inghilterra e dalle Università di Heidelberg e Stoccarda in Germania. I ricercatori sostengono di avere trovato un fattore di errore di +4 o di –7 anni.

Tali scoperte sono state discusse in due rapporti di ricerca su un recente numero della rivista Science. Qui si tenta di spiegare in che modo le misteriose variazioni nell´ammontare del carbonio radioattivo –il carbonio 14- degli antichi campioni di legno, abbiano causato un piccolo errore di calcolo nella datazione archeologica. Il semplice conteggio degli anelli di crescita annuale degli alberi mostrava un´età, mentre la datazione al C14 dallo stesso legno dava come risultato un´età leggermente diversa. Ora ci è stato spiegato perché.

Negli scorsi decenni, la datazione al C14 è sempre stata considerata uno degli strumenti più utili e precisi per le ricerche archeologiche. L´ammontare di C14 è comparato all´ammontare del Carbonio ordinario trovato in un campione del legno, osso o altro materiale, per "leggerne" l´età. Il Carbonio entra nella materia direttamente dall´aria, nel diossido di carbonio che le piante, come gli alberi, assorbono nel corso della crescita. E l´ammontare di C14, unito al Carbonio ordinario, è direttamente proporzionale al numero degli isotopi di carbonio che si trovavano nell´aria al tempo in cui le piante vivevano. La risposta dipende anche criticamente da quanti anni sono passati da quando le piante che usavano il Carbonio erano vive ed assorbivano il Carbonio.

Il C14, poi, scompare gradualmente, con precisione d´orologio, nel momento in cui "decade" per formare l´ordinario Carbonio. Così il sistema di datazione al Carbonio è, in essenza, un orologio naturale atomico.

La chiave si trova nel misurare quanto dell´originale C14 rimane, e tramite questa misurazione gli scienziati possono dire quasi esattamente quanto tempo fa il legno viveva. Tali misure conducono gli scienziati indietro, con alto livello d´affidabilità, di circa 50.000 anni.

Ma a questo punto, abbiamo una sorpresa: le nuove ricerche dimostrano che l´abbondanza di C4 nell´aria non è sempre stabile attorno al mondo e per tutta la durata di un dato anno. I ricercatori ora hanno scoperto che la presenza di C14 varia per piccoli quantitativi perfino nel corso di un singolo anno, secondo i cambiamenti nell´attività delle macchie solari. Tali variazioni quantitative implicano che anche l´ammontare di C14 nel legno degli alberi, sia in qualche modo alterato, secondo il clima del luogo in cui l´albero cresceva. Così ogni anno, un albero cresciuto ad alte latitudini può registrare una leggera differenza quantitativa se comparato ad un albero cresciuto a latitudini tropicali, poiché i secondi iniziano a crescere prima in primavera.

La principale ragione per cui il C14 varia nell´aria, è il costante mutamento dell´attività solare. Quando il sole è altamente attivo, ed il numero delle macchie solari alto, l´alone energetico del sole è grandemente disturbato e tende a bloccare i raggi cosmici dallo spazio profondo. Sono questi raggi cosmici, collidendo con l´aria dell´atmosfera terrestre, generano un eccesso di C14 che viene ad essere incorporato negli alberi in crescita: un´elevata attività solare significa una minore quantità di raggi cosmici, ed una minore produzione di C14 per gli alberi.

Ma le nuove scoperte indicano un´inattesa fonte di variazione sul breve termine nei dati del C14. La crescita degli alberi in differenti parti del mondo può avere differenti "marchi" di C14 anche all´interno di un dato anno. Ciò significa che i pini e gli alberi di ginepro che crescono nell´area Mediterranea tendono ad aggiungere legno in un momento anteriore dell´anno a paragone con le querce che crescono ad alte latitudini nel sud della Germania.

Quali sono le implicazioni di tali differenze per la ricerca storica?

Per prima cosa, aggiunge nuova precisione alla tabella cronologica della storia nella regione del Mediterraneo nel corso delle Età del Bronzo e del Ferro, migliaia di anni fa.

Un buon esempio può essere visto in un sito di scavi chiamato il Tumulo di Mida, a Gordion, capitale dell´antica Frigia, ad ovest dell´attuale capitale Turca, Ankara. Si ritiene che questo fosse il sito sepolcrale di Re Mida, l´uomo dal famoso tocco dorato. Tra gli artefatti dalla sua tomba, si trovava una coppa di bronzo, recante sul bordo una placca iscritta con figure alfabetiche.

Secondo gli studiosi, l´incisione precorre, o è forse contemporanea delle prime forme conosciute dell´alfabeto greco. In più, c´è il disegno di una freccia in verticale simile alle figure delle iscrizione etrusche.

Ora, alla luce della loro nuova comprensione della datazione al C14, i ricercatori ritengono che la coppa di bronzo di Re Mida possa essere datata al 740 a.C. Così la sua iscrizione è antica quanto la più antica scrittura greca conosciuta su altri artefatti, una brocca per il vino di un cimitero di Atene, ed una tazza dalla Baia di Napoli.

Questo significa l´alfabeto, che si crede ebbe origine in Fenicia a quel tempo, si muoveva verso ovest in tempi rapidi; tradizionalmente si credeva tramite mare, ma ora si può ben pensare anche tramite terra.