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3 Febbraio 2005 ARCHEOLOGIA
AP online (The Associated Press)
OFFERTA DI 10,000$ PER LA MUMMIA DI PEDRO MOUNTAIN
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tempo di lettura previsto 5 min. circa

Nel tentativo di individuare l´anello mancante nella teoria dell´evoluzione, uno studioso di Syracuse, New York, ha dichiarato che pagherà 10, 000$ per uno dei più misteriosi reperti mai riportati alla luce nel Wyoming – la Mummia di Pedro Mountain.

John Adolfi ha dichiarato di volere la Mummia di Pedro Mountain, cui ci si riferisce spesso come a "Pedro", per condurre test del DNA, scansione ai raggi X, e risonanze magnetiche.

Condurre simili esami, ad ogni modo, sarà più difficile di quanto si possa pensare, dal momento che la mummia è sparita nel 1950.

E seppure manchi dalle teche dei musei da più di 55 anni, diverse foto e molte descrizioni dell´anomalo reperto tengono vivo il suo ricordo.

Secondo queste descrizioni e immagini, sarebbero proprio la sua dimensione e le sue proporzioni a renderlo anomalo, e avrebbero pertanto attratto l´attenzione di Adolfi.

Nella posizione da seduto in cui Pedro era rimasto congelato, misurava solo 7 piedi di altezza. Se fosse stato in posizione eretta, si stima che ne avrebbe misurati solo 17. E, seduto o in piedi, pesava solo tre quarti di libbra.

All´enigma di Pedro si aggiunge il fatto che le sue proporzioni farebbero comunque pensare ad un individuo adulto, e non ad un infante.

Secondo le ipotesi di Adolfi, conducendo test scientifici sulla mummia si scoprirebbe che Pedro era adulto al momento della morte. Ciò significherebbe che si trattasse di un membro del "piccolo popolo" – una mitica tribù di pigmei selvaggi che vagavano sulle montagne del Wyoming, secondo i racconti degli indiani Arapaho e Shoshone.

Questo piccolo popolo, sostiene Adolfi, sarebbe appartenuto ad una specie di primati di ominidi, che gli attuali paradigmi evoluzionistici non hanno mai preso in considerazione.

Adolfi ammette che le prove dell´esistenza di un parente preistorico dell´uomo, precedentemente sconosciuto, non confuterebbero la teoria dell´evoluzione, come si è potuto verificare dai resti recentemente scoperti dell´Homo Floresiensis, l´Hobbit trovato in Indonesia.

Ma, sostiene Adolfi, una prova della nuova specie di ominidi, potrebbe colmare il gap nei paradigmi evoluzionistici relativi alle origini dell´uomo.

Adolfi spera che la sua ricca offerta, pubblicizzata sul suo sito web www.bibleandstudios.com possa innescare una caccia mondiale per recuperare Pedro, e qualsiasi altro reperto possa aggiungere elementi significativi nella ricerca di paradigmi storici e scientifici per la ricostruzione dell´evoluzione umana.

Nei mesi futuri, altri ricchi premi saranno offerti per parti o fotografie dell´Arca di Noè, e per prove degli umani giganti che Adolfi sostiene vagassero per la Terra in un passato remoto.

La mummia di Pedro fu scoperta da Cecil Mayne nel 1932.

Mayne cercava l´oro presso la Riserva di Pathfinder, quando un´esplosione da lui stesso innescata, rivelò una piccola grotta, secondo un articolo apparso il 21 ottobre 1932 sul Camper-Tribune Herald. All´interno della grotta, Mayne trovò i resti mummificati di quel che sembrava un piccolo umano.

Il dibattito sulla natura della mummia, iniziò poco dopo la sua scoperta. Alcuni sostennero si trattasse di un falso. Altri sostennero fossero i resti mummificati di un bambino. Altri ancora dissero che era un rappresentante del piccolo popolo di cui parlano le leggende indiane, secondo le storie pubblicate sul Camper-Tribune Herald nel 1932.

La mummia, in qualche modo, raggiunse Meeteetse, dove fu esposta presso il Jones Drugstore per alcuni anni.

Alla metà degli anni ´40, un venditore di auto usate di Casper di nome Ivan Goodman vide Pedro presso il Drugstore, e lo acquistò per alcune migliaia di dollari.

Ben presto Goodman usò Pedro per attirare la gente al suo autoparco. La mummia servì come una sorta di mascotte per gli affari di Goodman, e la sua immagine fu usata per la pubblicità.

Mentre si trovava nelle mani di Goodman, la mummia attrasse l´attenzione di alcuni scienziati orientali. E nel 1950, questi scienziati condussero lo studio scientifico più accurato di sempre sulla mummia.

La scansione ai raggi-X rivelò che Pedro aveva vertebre e denti da adulto, secondo una storia del Casper-Tribune Herald del 5 marzo 1950.

Basandosi su queste scoperte, fu concluso apparentemente che la mummia era di un adulto.

"Dopo uno studio esaustivo da parte degli scienziati, si giunse alla conclusione che si trattasse del solo specimen conosciuto di una razza umana che probabilmente si datava indietro di milioni di anni" riporta – citando Goodman – il Casper-Tribune Herald del 5 marzo del 1950.

Forse lo studio si rivelò essere un po´ troppo esaustivo per Goodman, dal momento che morì poco tempo dopo, nel 1950.

Alla morte di Goodman, la mummia passò nelle mani del newyorkese Leonard Wadler, secondo un articolo del Casper Star-Tribune del 7 luglio 1979.

Poco tempo dopo, Wadler e la mummia sparirono nel nulla.

Secondo Adolfi, Wadler si sarebbe spostato in Florida, e sarebbe morto negli anni ´80.

Se Pedro sarà trovato, sostiene Adolfi, probabilmente sarà ritrovato proprio in Florida.

Seppure Adolfi speri che Pedro si scopra essere una specie di ominide separata, studi recenti suggeriscono che il reperto, per quanto strano, non esclude l´accettata versione della storia delle origini umane.

Secondo studi condotti da George Gill, professore di antropologia all´Università del Wyoming, le scansioni a Raggi-X prelevate da Pedro negli anni ´50, avrebbero piuttosto rivelato si trattasse di un bambino affetto da anencefalia, una malattia congenita che consiste nell´assenza dell´encefalo e dell´intera volta cranica.

Ulteriori test condotti su una mummia pigmea portata a Gill rivelarono che anch´essa non era altro che un infante affetto da anencefalia.

L´offerta di 10, 000$ di Adolfi si riferisce alla Mummia delle Pedro Mountain, ma altri esemplari simili riceveranno adeguati compensi.

Se siete in possesso di qualsiasi informazione sulla storia della Mummia di Pedro Mountain, contattate Brendan Burke: brendan.burke@casperstartribune.net