BAGHDAD – Letali, efficienti e pericolosi, i saccheggiatori in Iraq stanno devastando l´immenso patrimonio archeologico del paese, e le forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti tentano di intraprendere un´iniziativa per proteggere i tesori culturali.
Una quantità di impronte, tracce del passaggio di veicoli a quattro ruote, ed una città imperiale ridotta ad un´enorme grotta vuota: queste sono le evidenze delle ruberie di massa viste solo qualche settimana fa nella provincia meridionale di Diwanya, a circa un anno dalla guerra.
Ci sono circa 50 saccheggiatori in azione ad un sito del 2, 000 a.C. a Isin.
Presso la città babilonese di Mashkan Shapir, che si data al 1750 a.C., la scena che si presenta agli occhi dei visitatori è una "totale devastazione".
La coalizione sta approntando una speciale unità di sicurezza per sorvegliare i tesori archeologici in Iraq... "ma potrebbe essere troppo tardi. Decine e decine di siti importanti sono stati depredati quando ancora l´esercito della coalizione stava varcando i confini del paese" all´atto dell´invasione delle forze alleate per colpire Saddam Hussein, ha dichiarato il professore di archeologia John Russell.
"Quella che è stata rubata, è la nostra identità di popolo. Come possiamo sapere chi siamo, se non abbiamo un passato?" ha aggiunto.
L´escalation nei saccheggi ha avuto inizio dopo le sanzioni delle Nazioni Unite a Baghdad per la sua occupazione del Kuwait nel 1990, e da allora non ha mai avuto fine. I ladri, per la maggior parte organizzati in bande, e probabilmente manovrati da acquirenti stranieri, sanno che la vendita di antichi manufatti oltre confine è un affare redditizio. I prezzi altissimi del mercato di contrabbando incoraggiano il loro operato.
Guardie disarmate, impiegate dall´Ufficio Iracheno di stato per le Antichità, prive di radio e sparse nel deserto aperto, a miglia di distanza le une dalle altre, non possono niente.
"Cosa possono una o due guardie per fronteggiare 300 o 400 persone armate? E´ impossibile proteggere i siti a meno di avere un buon supporto dalle forze della coalizione e perfino elicotteri di controllo" ha dichiarato Donny George, direttore del Museo di Baghdad.
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