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21 Gennaio 2004 ARCHEOLOGIA
di Reinhard Bernbeck Dailystar
Scavi presso le Persepoli scoprono eventi storici databili al VI millennio a.C
tempo di lettura previsto 5 min. circa

TEHERAN- Gli archeologi occidentali sono portati a credere che la ricerca archeologica in Iran sia ad un punto fermo. Invece gli archeologi iraniani hanno continuato gli scavi per tutto il paese, esplorando periodi che si estendono dal Paleolitico ai Tempi Islamici, nei maggiori siti di Susa, Tappeh Sialk ed il Masjid-e-Jomieh nell´Esfahan.

Archeologi stranieri sono coinvolti in questi sforzi, ed operano in siti come Chogha Zanbil e l´insediamento minerario, recentemente scoperto, di Arisman.

Nel maggio e giugno del 2003, gli autori hanno iniziato lo scavo a Toll-e-Bashi, un insediamento preistorico nella Piana di Marv Dasht a nord ovest delle Persepoli, identificato per la prima volta nelle survey condotte da Vanen Berghe (1954), Gotch (1968, 1969) e Summer (1972). Quasi otto ettari di estensione, Toll-e-Bashi è considerato uno dei maggiori siti del periodo Bakun (V millennio a.C.) nella regione.

I nostri scavi si sono focalizzati sull´occupazione inferiore dei livelli del Tardo Neolitico (dal tardo VII all´inizio del VI millennio a.C.). Per via delle recenti attività archeologiche a Toll-e-Bashi, questi primi livelli sono risultati di facile accesso. Nella breve prima stagione, sono state aperte cinque unità nelle quali sono state identificate due distinte fasi cronologiche. La più tarda di esse può essere affiancata al periodo Jari N del Marv Dasht, conosciuto fino ad ora solo dagli scavi condotti nella stessa località di Tall-i-Jari, Tall-i-Mushki e dai ritrovamenti di superficie.

La prima fase è probabilmente di transizione tra il periodo Mushki Neolitico (che deve il nome al sito-tipo di Tall-i-Mushki) ed il periodo Jari B. Campioni di carbonio sono stati esaminati usando la tecnica dello spettrometro ad accelerazione di massa, per riuscire ad attribuire un senso ai dati di questo periodo.

Scavi a Toll-e-Bashi stanno esplorando l´enigmatico periodo Neolitico della regione di Marv Dasht. Fino ad ora, le indagini archeologiche non hanno rivelato tracce di occupazione umana nella regione tra i periodi dell´Epipaleolitico ed il Tardo Neolitico. E´ esistito uno iato nella storia dell´insediamento, e se così fosse, da dove e quando gli abitatori neolitici entrarono nella pianura?

Questo gap nell´occupazione è sospetto, dal momento che altri studi hanno individuato evidenze per il periodo dello Zagros Occidentale e nella Piana di Kachi (nel Pakistan occidentale, presso Quetta), situati sull´altro lato della regione di Marv Dasht. Sono queste le aree intermedie, ad esempio nelle zone centrali del Baluchistan e dell´Iran meridionale, in cui si verificò la neolitizzazione, estendendo la "mezzaluna fertile" molto più ad est di quanto finora creduto possibile?

Malgrado non siamo in grado di indirizzare tali questioni su una scala geografica così ampia quest´anno, speriamo di potervi rispondere nelle future stagioni.

Indagini a Toll-e-Bashi sfideranno potenzialmente i tradizionali racconti di neolitizzazione che intendono questa transizione economica come un processo quasi irreversibile. Esistevano alternative allo sviluppo agricolo? Non vi fu un cambiamento "all´indietro" con un rinnovato affidamento sulle pratiche dei cacciatori-raccoglitori? Vi fu un cambio nella sussistenza congiunto con mutamenti nella percezione dell´ambiente?

Impressioni preliminari dai dati dello scavo suggeriscono che la caccia, la raccolta, l´allevamento e l´agricoltura non fossero i soli modi alternativi di sussistenza per i popoli di Bashi. Si usavano, ad esempio, anche le risorse acquatiche come pesci e granchi in misura significativa. Ciò è sorprendente in quanto il sito era abitato al tempo in cui noi presumiamo si sia accresciuta la specializzazione su poche risorse. A giudicare dai limitati elementi disponibili, la superficie edificata nell´insediamento decrebbe con il passare del tempo. Nelle prime fasi, è individuata almeno un´abitazione multi-stanza, mentre gli strati più tardi contengono superfici esterne trattate più accuratamente e forni multipli. Ancora, l´idea circa la Neolitizzazione include principalmente l´aspettativa dell´opposto sviluppo da insediamenti aperti a villaggio densamente edificati.

Il passaggio dalla caccia e dalla raccolta ad un´attiva manipolazione di animali e piante probabilmente portò con sé nuovi modi di interagire con la "natura". Secondo gli etnografi, cacciatori e raccoglitori del giorno presente ritengono che la caccia abbia una sua precisa volontà; una caccia di successo è segno che gli animali volevano "dare" se stessi al cacciatore. Un´intenzionalità di questo genere può essere anche osservata in altri fenomeni naturali; ad esempio, le piante, il vento, le pietre ecc. La natura, nelle parole di Bird-David (1990), è vista come un "genitore". Quando ci si muove verso pratiche agricole intensificate, le società probabilmente subiscono mutamenti nella caratterizzazione della visione del mondo mediante il passaggio da una sorta di "patto con la natura" ad una "dominazione sulla natura" sia nella pratica quotidiana che nell´ideologia.

Simili mutamenti nella percezione dell´ambiente da parte delle società neolitiche potrebbero riflettersi in un tipo di oggetto dissotterrato a Bashi ed altrove, ricorrente in modo specifico nei livelli Jari-B. Questi piccoli oggetti d´argilla con una superficie piana e base circolare si ritrovano in molte forme differenti e sono spesso chiamati "tappi" o "bobine" malgrado nessuna di queste sia una funzione probabile alla luce delle loro molte forme e del grande numero.

Invece, come proposto da Schmandt-Besserat (1992), gli oggetti potrebbero essere stati strumenti per la memoria, significando una quantità o qualità di alcuni oggetti o animali. Se così fosse, che cosa gli abitanti di Toll-e-Bashi avevano necessità di ricordare? La questione non può avere una risposta definitiva. Vi sono certo alcune possibilità. Un gruppo che si sottopone ad un mutamento fondamentale nelle relazioni con il suo ambiente naturale, è probabile sia preoccupato da un tale processo. L´idea di memorizzare qualcosa in natura significa che gli abitanti di Bashi avessero "individuato" e categorizzato una categoria di specie o oggetti naturali. Ciò li ha resi conteggiabili. Se così fosse, è probabile che gli abitanti di Bashi caratterizzarono la loro relazione con l´ambiente naturale come dominazione e manipolazione. Sorprendentemente, questi strumenti di memoria, trovati nella prima fase di Bashi, scompaiono nella fase Jari B. I popoli a Bashi potrebbero anche avere iniziato ad imitare la natura. Le ceramiche dipinte della prima fase Mushki/Bashi sono quasi completamente focalizzati su un motivo principale. Sui declivi collinari, il gruppo di scavo ha trovato una pianta selvatica che, quando fruttifica, somiglia in modo incredibile a questi motivi.

In aggiunte, la grande attenzione su un solo motivo potrebbe avere avuto una funzione sociale, unificando i membri della comunità e separandoli dai popoli vicini.

Il gruppo di scavo di Toll-e-Bashi era formato da 15 iraniani e quattro membri da Stati Uniti, Canada e Germania. Mentre l´inglese era la lingua della documentazione, la comunicazione quotidiana era quasi interamente in lingua Farsi. Dopo un´eccitante prima stagione, vi sono speranza di essere in grado di tornare in Iran nella primavera del 2004, per ulteriori esplorazioni a Toll-e-Bashi.