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24 Novembre 2003 ARCHEOLOGIA
ACS - American Chemical Society
Rivincita per la Mappa di Vinland: nuovi studi ne sostengono l´autenticità
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Le recenti conclusioni secondo le quali la storica Mappa di Vinland sarebbe solo un´intelligente contraffazione, sono basate su una difettosa comprensione dell´evidenza, secondo uno scienziato della Smithsonian Institution. I risultati dello studio dell´ultimo anno, che demolivano l´autenticità della mappa, possono invece essere utilizzati per sostenere la validità delle sue origini medioevali, sostengono gli scienziati.

Il rapporto apparirà nell´edizione n.1 di Dicembre di Analytical Chemistry, organo ufficiale della American Chemical Society, la più grande società scientifica del mondo.

La mappa di Vinland è una rappresentazione dell´Islanda, della Groenlandia e delle coste nord-orientali del Nord America, datata alla metà del XV secolo; il che implicherebbe che gli esploratori norvegesi mapparono il Nord America molto prima di Colombo. La mappa, che ha avuto una storia contrastata dal momento della sua scoperta negli anni ´50, si trova presso la Sezione di Libri e Manoscritti Rari della Biblioteca della Yale University. E´ stata valutata più di 20 milioni di dollari.

"Molti studiosi concordano nel dire che la Mappa di Vinland è autentica, l´unica rappresentazione cartografica esistente del Nord America prima di Colombo" ha dichiarato Jaqueline Olin, un membro del comitato consultivo dello Smithsonian Center per le Ricerche e Educazione di Washington, D.C. "La sua datazione è importante per stabilire la storia della conoscenza europea delle terre costiere dell´Atlantico Settentrionale, e la questione più rilevante della possibile conoscenza di esse da parte di Colombo."

Nel luglio 2002, due articoli sulla Mappa di Vinland furono pubblicati simultaneamente in separate riviste scientifiche – una su Radiocarbon, che fissò la data della pergamena della mappa attorno al 1434 mediante l´uso della datazione al carbonio; ed un altro, in Analytical Chemistry, che sostenne che la mappa è solo una ben strutturata falsificazione del XX secolo, su pergamena medioevale.

Olin, coinvolta nella ricerca di Radiocarbon, ha scritto il nuovo articolo di Analytical Chemistry in risposta alla controversia determinatasi a seguito della pubblicazione dei due articoli discordanti.

Dal momento che l´età della pergamena non è in discussione, ha dichiarato Olin, "le informazioni necessarie a provare che la Mappa di Vinland è medioevale giacciono nell´inchiostro usato per tracciarla".

Prima dello sviluppo della stampa, i manoscritti erano scritti sia in inchiostri a base di carbone, che a base di gallotannato di ferro. L´erosione del secondo spesso porta alla formazione di macchie gialle, una caratteristica rilevata sulla Mappa di Vinland.

Nell´articolo dell´ultimo anno di Analytical Chemistry, i ricercatori inglesi hanno analizzato l´inchiostro mediante la spettroscopia e sostenuto che si componga di due parti: una linea giallastra che aderisce fermamente alla pergamena sottostante, cui si sovrappone una linea nera che sembra essere stata cancellata.

Poiché hanno determinato che la linea nera contiene carbone, i ricercatori hanno assunto che l´inchiostro non derivasse dal gallotannato di ferro, e quindi non ci sarebbero dovute essere le macchie gialle.Hanno ipotizzato che la linea gialla fosse stata collocata lì da un falsificatore intelligente che sapeva trattarsi di una figura comune nei manoscritti medioevali. Questa linea conteneva anatasio, un precipitato dall´ossido di titanio. Dal momento che l´anatasio non è stato sintetizzato fino al 1917, questa era la prova definitiva che la Mappa di Vinland fosse un falso.

Al contrario, l´inchiostro può aiutare a provare l´autenticità della mappa, sostiene la Olin. "La presenza di carbone in un inchiostro non è prova che si tratti di un inchiostro di carbone" aggiunge. "Potrebbe semplicemente essere stato inchiostro medioevale di gallotannato di ferro al quale il carbone era stato aggiunto come colorante." Il carbone era spesso aggiunto all´inchiostro di ferro per mettere gli scribi in condizioni di vedere la loro scrittura, mentre la mistura di inchiostro trasparente reagiva per formare il suo colore nero.

"La fonte del ferro negli inchiostri medioevali è il vetriolo verde, un solfato di ferro" continua Olin. "Il vetriolo verde potrebbe includere al suo interno anatasio, se la fonte ferrosa dalla quale è stato derivato contenesse ilmenite, un minerale derivato da ferro-titanio."

I ricercatori hanno rilevato l´assenza di ilmenite nell´inchiostro della Mappa di Vinland, ma ciò potrebbe solo significare che non fosse presente nel solfato usato per fare l´inchiostro, ha dichiarato Olin. In opere precedenti, la ricercatrice aveva fatto una simulazione di un inchiostro del XV secolo usando ilmenite per la preparazione del vetriolo verde. L´inchiostro risultante conteneva anatasio, e non ilmenite.

Non vi sono state neppure discussioni circa il significato dell´altro elemento trovato nell´inchiostro, ha dichiarato Olin. Ha usato i rapporti archeologici per dimostrare che la presenza di rame, alluminio e zinco – tutti trovati nell´inchiostro della Mappa di Vinland – sarebbero corrispondenti ai metodi di produzione medioevale dal vetriolo verde. IN aggiunta, questi elementi sollevano seri dubbi circa la possibilità di contraffazioni, poiché l´inchiostro di ferro del XX secolo non sarebbe potuto essere prodotto usando l´idrometallurgia medioevale, che è responsabile della presenza di questi elementi. Nessun falsificatore nella prima metà del XX secolo potrebbe aver conosciuto questi componenti addizionali, secondo la Olin.

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