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11 Luglio 2001 ARCHEOLOGIA
International Herald Tribune
Il deserto restituisce le rovine di un antico porto egiziano
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A sud di Suez, le spiagge egiziane del Mar Rosso dovevano essere punteggiate di porti ricchi di vita e traffici commerciali, nel passato, specie agli albori dell´Impero Romano. Ma molto tempo fa, l´avanzare del deserto seppellì i loro resti, al punto di rendere quasi inimmaginabile, per l´uomo moderno, credere che gli stessi luoghi, una volta, fossero centri di collegamento nelle rotte commerciali marittime che rivaleggiavano la contemporanea e celeberrima Via della Seta.

Di qui le navi si avventuravano lungo le coste dell´Etiopia, della Somalia e oltre, portando indietro avorio e gusci di tartaruga, spezie e schiavi. Altri vascelli puntavano verso le coste meridionali dell´Arabia, principalmente per incenso e mirra. Le più grandi navi sfruttavano i monsoni da e per l´India per soddisfare il crescente appetito del mondo mediterraneo per le spezie, le pietre preziose ed i beni esotici. Tanto robuste erano le rotte indiane 2000 anni or sono che l´Imperatore Tiberio, preoccupato per le finanze di Roma, si lamentava che "le signore, con i loro ornamenti, non facessero che gonfiare le tasche dei mercanti stranieri".

Forse il maggiore di questi porti lungo la rotta indiana era Berenike, presso il confine egiziano con il Sudan. Gli storici sapevano della sua esistenza da registrazioni e documenti scritti. Ma niente rimane sulla superficie del sito, eccetto alcune linee di corallo e cocci di ceramiche sparpagliati.

Ma gli archeologi, hanno ora completato una sessione di scavi durata otto anni, e trovato quelli che definiscono le tracce comprovanti l´esistenza di una rotta commerciale tra Est e Ovest. Sono stati individuati resti di edifici, legno e metallo delle navi, stoffe di navigazione, zaffiri e perle, vino e contenitori per spezie. Alcuni dei beni mostrano che Berenike commerciava, almeno indirettamente, con luoghi lontani quanto la Tailandia e Java. Le iscrizioni ed altro materiale scritto in 11 differenti linguaggi, incluso Greco ed Ebreo, così come Latino, Copto, e Sanscrito, attestano il cosmopolita miscuglio di popoli che vivevano o transitavano per la città.

Gli archeologi stanno anche indagando sui probabili siti di altri due porti egiziani, Myos Hormos e Nechesia. Presso altre rovine, 160km a nord di Berenike, hanno dissotterrato un edificio del primo o secondo secolo dopo Cristo. Potrebbe essere stato parte di Nechesia, ma ancora non si può esserne certi.

Sembra che Myos Hormos fosse preminente nel corso del secondo secolo a.C. e che Berenike iniziò a crescere in importanza durante il primo secolo a.C. e divenne dominante nel primo dopo Cristo.