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9 Gennaio 2003 ARCHEOLOGIA
The Miami Herald
Testimonianze del passato o falsi?
tempo di lettura previsto 4 min. circa

Le impenetrabili e misteriose pietre giganti delle Isole di Pasqua hanno dato da pensare a generazioni di archeologi, che si interrogavano sui massicci monoliti e sui nativi del Pacifico meridionale che le incisero secoli or sono.

Ora sembra esistere un altro mistero: se due delle leggendario sculture – esposte in una galleria d´arte di Miami – siano autentici esemplari, portati illegalmente fuori dal Cile, o si tratti piuttosto di falsi.

L´agenzia cilena responsabile per preservare e monitorare i monumenti nazionali ha lanciato un´indagine questa settimana, in relazione ai due reperti, chiamati moai, correntemente in mostra presso lk galleria d´arte Cronos di Miami.

Tutto questo suona come una novità per la direzione della galleria, che ha avuto i due moai – il più grande del peso di più di due tonnellate e alto circa cinque piedi – in esposizione dall´inizio del mese di dicembre.

"Da allora, non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione diretta da parte delle autorità cilene" ha dichiarato Jim Power, portavoce della Cronos, che ha raccontato come la galleria abbia avuto notizia della controversia solo tramite il dibattito apertosi sui mezzi di informazione, a seguito di un articolo apparso sul quotidiano cileno El Mercurio la scorsa domenica.

I pezzi provengono dal patrimonio di Hernàn Garcìa de Gonzalo Vidal, descritto dall´Ufficio per le Pubbliche Relazioni della galleria come un ex- collaboratore dell´Università del Cile a Santiago, che aveva lavorato con parecchi gruppi di esplorazione sull´enigmatico passato dell´isola – incluso un progetto guidato dal famoso esploratore norvegese Thor Heyerdahl, nel 1986.

Garcìa, cha anche svolto funzioni di vice ministro nel regime militare Pinochet, avrebbe ricevuto nel 2001 l´autorizzazione dal Comitato Nazionale per i Monumenti Cileni a spostare la collezione dalla sua casa di Santiago a Miami, secondo la Galleria.

L´agenzia governativa, invece, racconta una storia differente.

"Fino a questo momento, non mai concesso alcuna autorizzazione perché una delle nostre collezioni lasciasse il paese" ha riferito al quotidiano Herald l´archeologo del comitato responsabile, Mario Vasquez.

"Non vi è autorizzazione perché gli articoli lascino le Isole di Pasqua per il Cile, né tantomeno che lascino il Cile per un paese straniero".

Il capo del Comitato Angel Cabeza, che sta prendendo parte ad una conferenza a Los Angeles questa settimana, progetta di volare a Miami per esaminare gli articoli, ha riferito Vasquez.

Vasquez ha anche dichiarato che vi è la possibilità che un delle enormi testa di pietra possa essere una riproduzione delle originali, incisa del ben conosciuto artista dell´Isola di Pasqua Juan Pakarati.

Un racconto dettagliato di come Garcìa sia arrivato a possedere le teste, ed altri 16 artefatti che non sono attualmente sotto esame, è stato reso pubblico in un rapporto all´atto dell´apertura della collezione.

"Per la migliore conoscenza, i documenti contenuti in tale rapporto riflettono informazioni accuratamente ricercate e verificate" ha dichiarato il presidente e direttore della Cronos Art, Josè Manuel Perez Martì.

Secondo il materiale reso noto dalla galleria, Garcìa avrebbe ottenuto questa collezione, che include incisioni lignee e petroglifi in aggiunta ai moai, attraverso una serie di eventi fortuiti.

Una zia materna che viaggiava a bordo di una nave mercantile cilena, nel 1912, acquistò differenti pietre moai mentre la nave si fermò per rifornimenti sull´Isola di Pasqua, conosciuta ai nativi come Rapa Nui.

Ed in cambio per il suo lavoro con gli isolani – che incluse lo sviluppo economico e la raccolta di fondi per un ospedale ed un museo per l´esposizione dei tesori dell´Isola – il popolo di Rapa Nui ha anche donato a Garcìa incisioni di pietra e legno, molte delle quale "erano state custodite per centinaia di anni sotto terra nei giardini e nelle grotte" delle dimore dei nativi.

Garcìa, che la galleria sostiene viva nel sud della Florida, non potrà essere raggiunto per un commento della vicenda. Il più piccolo dei due moai, secondo la galleria, sarebbe stato creato nel 1000 d.C. Il secondo 300 anni dopo, ma Power sostiene che nessun metodo di esame scientifico sia stato usato sui pezzi.

La controversia é poco un mistero relativamente piccolo comparato all´enigmatico e spesso vago racconto storico sulle popolazioni di Rapa Nui e sull´origine delle sue gigantesche statue monolitiche.

Nessuno sa realmente cosa spinse gli originari abitatori della piccola e remota Isola di Pasqua – 2300 miglia ad ovest del Sud America, ed appartenente al territorio cileno dal 1888 – ad incidere i moai, alcuni dei quali misurano più di 30 piedi e pesano più di 90 tonnellate.

Le teorie più comunemente accettate sostengono che i moai siano simboli in onore delle divinità polinesiane, o riveriti antenati ed altre importanti figure della storia dell´isola.

Come gli isolani trasportarono i moai a miglia di distanza dalle miniere ai loro attuali siti, è un altro mistero.

Il folklore ritiene che i moai siano stati creati e spostati da una forza magica chiamata "mana". I mistici moderni hanno addirittura tirato in ballo un intervento alieno, come per Stonehenge.