Tribù di indiani americani sostengono che lo scheletro conosciuto come Kennewick Man appartenga ad un loro antico discendente e dovrebbe essere seppellito con rispetto.
Gli antropologi ritengono invece dovrebbe essere prima studiato.
Nel corso della settimana, il Magistrato della Corte Distrettuale John Jelderks si pronuncerà in maniera definitiva circa la sorte dello scheletro di 9300 anni ritrovato sulle rive del Fiume Columbia cinque anni fa.
Gli antropologi vorrebbero condurre ulteriori studi sullo scheletro, considerato uno dei più antichi e più completi mai trovati in Nord America, per scoprire di più riguardo ai primi abitanti della regione.
In settembre, Bruce Babbit, Segretario dell´Interno, decise che il Kennewick Man dovesse essere restituito alle tribù per il seppellimento. A quel tempo, Babbit definì il caso "chiuso" e disse che si era basato primariamente sulla storia orale delle tribù native e sull´area dove Kennewick era stato trovato. I meriti della decisione, insieme con le richieste degli scienziati, saranno valutati ancora nel corso delle prossima udienza.
Le ossa, che recano un segno di lancia di pietra nella zona pelvica, sono stati scoperte nel luglio del 1996 in un banco eroso lungo il Fiume Columbia, a Kennewick, Washington, da un paio di studenti del college.
Citando l´Atto di Protezione e Rimpatrio delle Sepolture dei Nativi Americani, la Corporazione di Nativi Americani aveva chiesto, pochi mesi dopo, la custodia dei resti a favore delle cinque tribù: Colville, Umatilla, Yakama, Nez Perce e Wanapum.
Ma gli scienziati hanno sfidato la Corporazione, sostenendo che lo scheletro avesse troppo da dire riguardo agli esseri umani che popolarono il Nord dell´America, per essere rimesso sotto terra dove era stato trovato.
I legali degli scienziati sostengono che il governo non ha dimostrato ancora che lo scheletro sia di un Nativo Americano; il Dipartimento dell´Interno ha semplicemente parlato di un uomo che si trovava all´interno dell´attuale confine degli Stati Uniti prima del 1492. Un solo elemento però non consente di determinare in modo definitivo che si trattasse di un nativo americano.
Il Kennewwick Man potrebbe supportare la recente teoria secondo la quale i primi arrivati nel continente non utilizzarono il ponte di terra tra la Russia e l´Alaska – una teoria a lungo sostenuta – bensì barche o altre rotte.
Gli scienziati credono che le ossa, ora conservate al Burke Museum di Seattle, potrebbero essere i resti di un cacciatore di circa 40 anni, con un naso prominente e gambe muscolose, le cui caratteristiche fisiche ricorderebbero più da vicino i tratti somatici dei popoli dalla Polinesia o del sud dell´Asia, che gli Indiani locali.
Lo scorso anno in un caso simile, l´ufficio Statunitense per il Controllo del Territorio, decise di non consegnare i resti di 9500 anni del cosiddetto Spirit Cave Man alle tribù locali.
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