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22 Ottobre 2002 ARCHEOLOGIA
AP online (The Associated Press)
Iscrizione su Gesù infiamma il dibattito
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Washington – Gli archeologi si aspettano l´insorgere di un infiammato dibattito riguardo alla recente scoperta di un´iscrizione del primo secolo, che cita il nome Gesù di Nazareth.

Scrivendo nel nuovo numero della Biblical Archaeology Review, Andrè Lemaire dell´Istituto Francese Practical School of Higher Studies, dice che è "altamente probabile" che un´iscrizione su una cassetta funeraria per ossa si riferisca a Gesù di Nazaret, e che la stessa fu incisa attorno al 63 d.C.

L´iscrizione recita: "Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù." E ciò avrebbe corrispondenza con il racconto del Nuovo Testamento secondo il quale Gesù aveva un fratello di nome Giacomo, e secondo la tradizione che vuole che Giacomo fosse figlio di Giuseppe, il marito della madre di Gesù, Maria.

La sensazionale teoria, se provata vera, potrebbe rivelarsi una delle più grandi scoperte archeologiche dei tempi moderni.

Ma qui si pone il problema principale: Questa cassetta si riferisce a Gesù di Nazareth o a qualche altro Gesù? Dopo tutto, il nome era molto comune nel I secolo, come lo erano del resto Giuseppe e Giacomo.

Lemaire evidenzia il caso singolare che l´iscrizione nomini sia il padre che il fratello sulla stessa cassetta funeraria, detta ossario. Vi è solo un altro esemplare noto, con tre nomi incisi, e così ci si domanda quale ragione abbia giustificato l´indicazione dei tre personaggi.

L´archeologo Kyle McCarter della John Hopkins University ha notato alla conferenza stampa che il fratello potrebbe essere stato nominato in quanto proprietario della tomba.

L´insegnamento cristiano narra che Gesù di Nazareth resuscitò dai morti e ascese al cielo decenni prima che Giacomo fosse lapidato a morte, come eretico, nel 62 d.C.

Naturalmente, la notizia ha generato due correnti di pensiero opposte.

Il Reverendo Ben Withgerington III del Seminario Teologico di Asbury, in Kentucky, si è schierato pienamente a favore delle teorie di Lemaire. Egli infatti considera la storia narrata dei Vangeli assolutamente attendibile.

Ma Robert Eisenman della California State University, Long Beach, ha attaccato Lemaire, definendo le sue supposizioni "troppo perfette". Egli ipotizza, infatti, che quale falsario "estremamente abile" potrebbe avere creato espressamente la cassa. Questo considerate anche le idee scettiche di Eisenman, secondo le quali il Nuovo Testamento è altamente simbolico, e piuttosto distante dalla realtà storica. Egli ritiene perfino che "L´esistenza di Gesù come personaggio storico -qualcosa che pochi altri studiosi al mondo hanno messo in dubbio -sia tutta da dimostrare".

Lemaire e la rivista archeologica offrono comunque prove dettagliate contro la falsificazione, a prescindere dal fatto che Gesù di Nazareth sia la persona effettivamente nominata.

La rivista riferisce che due scienziati del governo Israeliano hanno svolto un´analisi preliminare al microscopio dell´iscrizione sull´artefatto, e sulla patina superficiale. Hanno concluso che la cassa è antica e che non vi è traccia di interventi recenti sulla sua superficie.

Lemaire sostiene che la scrittura manuale è chiaramente nello stile del I secolo d.C. ed un altro specialista, il Reverendo Joseph Fitzmyer dell´Università Cattolica d´America, è d´accordo con lui. Inoltre, Lemaire ha sottolineato che gli ossari furono in uso solo dal 20 circa a.C. fino al 70 d.C., restringendo dunque in modo sensibile l´intervallo di tempo.

Un altro elemento in questa vicenda: il proprietario del reperto ha chiesto a Lemaire di non rendere nota la sua identità, così la locazione originale della cassa non è stata rivelata, né è dato sapere niente della sua storia degli ultimi 19 secoli.

L´editore della rivista Biblical Archaeology Review, Hershel Shanks ha riferito che il proprietario ha acquistato la cassa circa 15 anni or sono da un antiquario arabo a Gerusalemme, che diceva di averla dissotterrata a sud del Monte degli Ulivi. Il proprietario però non aveva mai compreso la sua potenziale importanza fino a che Lemaire non l´ha esaminata la scorsa primavera.

"Qualcosa di così sconvolgente e così sorprendente solleva certo questioni sulla sua attendibilità" riconosce Shanks.

Lemaire, che ha avuto un´educazione romano-cattolica, sostiene che la sua fede non ha in alcun modo influenzato il suo giudizio, dal momento che egli ha studiato l´iscrizione solo "come uno storico – ovvero mediante una comparazione critica con le altre fonti".

La rivista archeologica sta negoziando di esporre la cassa a Toronto nel corso di una grande convention di studiosi di religione a fine novembre, e possibilmente, in seguito, negli Stati Uniti.

Giacomo è descritto come il fratello di Gesù nei Vangeli e come capo della Chiesa di Gerusalemme negli Atti degli Apostoli e nelle lettere di Paolo.

Fino ad ora, il più antico artefatto sopravvissuto che menziona Gesù, è un frammento del capitolo 18 del Vangelo di Giovanni, tratto da un manoscritto datato attorno al 125 d.C. Fu scoperto in Egitto nel 1920.

Vi sono numerosi manoscritti sopravvissuti di brani del Nuovo Testamento risalenti a periodi successivi del I secolo. Gesù è stato nominato da tre autori pagani a Roma all´inizio del II secolo e dallo storico ebraico Giuseppe alla fine del I.