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30 Agosto 2015 MISTERO
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FU LA SARDEGNA LA VERA DIMORA DEGLI ATLANTIDEI?
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Il mito di Atlantide continua ad appassionare numerosi ricercatori, i quali cercano di svelare il mistero che si nasconde dietro l'antichissimo racconto che ne tramanda l'esistenza. Questa volta è un italiano ad avanzare la sua ipotesi. Sergio Frau, giornalista di Repubblica, ritiene che il mito raccontato da Platone possa aver tratto origine da un maremoto che colpì la Sardegna nel 1175 a.C.

Sergio Faru lavora alla Repubblica fin dal 1976, occupandosi di temi culturali.

Nel suo saggio "Le Colonne d'Ercole - Un'inchiesta", Frau ipotizza che il mito di Atlantide, tramandato da Platone nel Timeo e Crizia, potrebbe essere stato ispirato da un cataclisma che colpì la Sardegna nel 1175 a.C.

Secondo lo scrittore italiano, l'estremità meridionale dell'isola italiana assomiglia ad una Pompei subacquea.

L'ipotesi è che un maremoto avvenuto in età antica potrebbe aver spazzato via una fiorente civiltà vissuta nel secondo millennio a.C., portando l'isola in un periodo di decadenza. La disastrosa inondazione sarebbe stata provocata dall'impatto di una cometa con il nostro pianeta.

Come riporta The Guardian, Frau è stato raggiunto da una decina di scienziati interessati ad approfondire la sua ipotesi. Nel gruppo era presente anche il professor Stefano Tinti, ordinario di geofisica all'Università di Bologna, il quale ha spiegato che fino al 1980 non si era a conoscenza delle onde di marea verificatesi nel bacino del Mar Mediterraneo.

"Stiamo parlando di un enorme volume di acqua, alta circa 500 metri. Solo una cometa potrebbe produrre un effetto simile, con un impatto verificatosi molto vicino alla costa e in una direzione ben precisa", continua Tinti. "Una cometa che colpisce il mare ad una velocità di 20 km al secondo, produrrebbe un onda in meno di un secondo".

Tinti è convito della validità della sua teoria. Resta da vedere se esistono prove subaquee dell'impatto, frammenti della cometa o addirittura il suo nucleo.

L'evento distruttivo produsse una grave crisi nella fiorente civiltà nuragica. Frau descrive la punta meridionale della Sardegna come una Pompei marina sommersa dal fango, dove sono stati trovati strumenti di metallo, ceramiche, vasi e lampade ad olio, in uno stato che suggerisce un frettoloso abbandono del sito.

Secondo gli archeologi, il declino comincio intorno al 1175 a.C. Scrittori antichi come Plutarco riportano che alcuni isolani si rifugiarono sulle alture, mentre altri navigarono verso l'Etruria, nel centro della penisola italiana.

La teoria di Frau, oltre ad essere sostenuta da Tinti, è suffragata da numerosi documenti antichi, secondo i quali un maremoto costrinse gli abitanti della Sardegna a lasciare l'isola.

Azzedine Beschaouch, ex capo del centro del patrimonio mondiale dell'Unesco, ha sottolineato l'importanza della ricerca di Frau, il quale ha dimostrato che la civiltà nuragica è stata uno dei punti focali del mondo antico.

Secondo Beschaouch, ora tocca agli esperti dare sostanza scientifica, storica, culturale, politica ed emotiva al misterioso passato dell'isola.