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18 Gennaio 2015 MISTERO
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L'ENIGMA DEI TUBI DI BAIGONG: FORMAZIONI DI ORIGINE NATURALE O REPERTI DI UNA CIVILTÀ PERDUTA DI 150 MILA ANNI FA?
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Nel 2002, una serie di lunghi cilindri cavi, simili a tubazioni, sono stati trovati in alcune caverne all'interno del Monte Baigong, Cina. Le analisi hanno rivelato che le curiose formazioni risalgono ad almeno 150 mila anni fa. Ma di cosa si tratta? Alcuni ricercatori spiegano che i "tubi" sono formazione di origine naturale, altri sono convinti che si tratta di reperti lasciati da una civiltà sconosciuta vissuta più di 150 secoli fa!

All'interno del Monte Baigong, a circa 40 km dalla città di Delingha, nella provincia del Qinghai, Cina, nel 2002 furono trovate tre misteriose cavità piene di quelli che apparivano come tubi destinati al trasporto di acqua.

Le cavità si trovano all'interno della facciata anteriore del Monte Baigong. Solo una delle tre cavità è pienamente accessibile, dato che le bocche delle due caverne più piccole sono crollate.

Le curiose formazioni cilindriche, dal colore rosso-marrone, presentavano una ampia gamma di dimensioni, con diametri variabili dai 2 cm ai 4, 5 centimetri, tutte orientate verso est-ovest. All'interno della stessa grotta sono stati trovati decine di tubi simili posti in posizione verticale.

Le tubazioni, apparentemente, sembravano servire al prelievo di acqua dal vicino lago Toson (circa 80 metri di distanza), dato che alcune sezioni di tubi sono state trovate sporgere sulla riva del lago o appena sotto la superficie.

La parte più strana della storia è che i reperti, secondo quanto rivelato dall'Istituto di Geologia di Pechino, risalivano a circa 150 mila anni fa.

Dunque, se così fosse, due sono le possibilità: o si tratta di curiose formazioni naturali prodotte da un processo noto alla scienza, oppure si tratta di qualcosa forgiato da esseri umani, il che significa ammettere l'esistenza di una civiltà umana esistita almeno 150 secoli fa, fatto che costringerebbe a riscrivere drammaticamente la storia dell'umanità.

La datazione dei reperti è stata effettuata utilizzando la termoluminescenza, una tecnica in grado di determinare quanto tempo fa un materiale è stato esposto ad alte temperature.

Alcune fonti naturali di radiazione possono andare incontro col tempo a una perdita costante di elettroni, i quali vanno ad accumularsi nei difetti della struttura cristallina del materiale.

Scaldando questi corpi, gli elettroni accumulati verranno rilasciati, generando una particolare luminescenza del materiale; analizzando questo fenomeno, si può stimare la quantità di elettroni accumulati e quindi l'età del campione.

Perciò, se si trattasse di un manufatto umano, i tubi sarebbero stati "fusi" circa 150 mila anni fa. Il problema è che gli studiosi affermano che i primi abitanti della regione non sono arrivati prima di 30 mila anni fa e che comunque si trattava di popolazioni nomadi che mai avrebbero potuto lasciarsi alle spalle tali manufatti.

La scoperta fu divulgata in un comunicato del 19 giugno 2002 dell'agenzia statale cinese Xinhua, la quale segnalava la presenza dei tubi, oltre che all'interno delle cavità, anche nei pressi del vicino lago, all'apparenza come se si trattasse di un intricato sistema idrico.

Inoltre, come riportava il People Daily, tutto il paesaggio sembrava disseminato di quello che i testimoni hanno descritto come una serie di "strane pietre" che sporgono dal terreno simili a pilastri rotti.

Qin Jianwen, amministratore del governo Delingha, affermò che i reperti erano stati portati in un laboratorio locale per le analisi, rivelando che essi erano costituiti per il 30 per cento di ossido ferrico, una grande quantità di diossido di silicio e ossido di calcio, e un restante 8 per cento di contenuto che non si riuscì a identificare.

"La grande quantità di diossido di silicio e ossido di calcio è dovuta alla lunga iterazione tra il ferro e l'arenaria", spiega Liu Shaolin, l'ingegnere che ha eseguito le analisi, "il che significa che i tubi devono essere molto antichi".

"I risultati ottenuti rendono il sito ancora più misterioso", commentò Qin. "La natura è molto aspra qui, dunque non possono essere residui industriali moderni lasciati da qualcuno".

Per aggiungere mistero al mistero, cinque anni dopo, nel 2007, Zheng Jiandong, un ricercatore in geologia della China Earthquake Administration, dichiarò al giornale statale People Daily che ulteriori analisi avevano rivelato che alcuni tubi erano altamente radioattivi.

Anche se molti ricercatori si dicono convinti che ci troviamo di fronte a reperti frutto di processi naturali spiegabili, il dottor Yang Ji, ricercatore presso l'Accademia Cinese delle Scienze, è convinto che essi possano essere stati prodotti artificialmente.

Anzi, il ricercatore si spinge decisamente oltre, senza escludere la possibilità che "esseri non terrestri" possano aver avuto un qualche ruolo nella costruzione delle strutture, affermando che si tratta di una "teoria comprensibile che merita di essere esaminata, ma devono essere impiegati mezzi scientifici per dimostrare se è vera o no".

Senza scomodare gli extraterrestri, altri ricercatori hanno suggerito che in realtà i reperti di Baigong siano la prova di una civiltà umana antichissima di cui si sono perse le tracce: si tratterebbe di una civiltà comparsa oltre 150 secoli fa, una drammatica revisione della storia umana.