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12 Ottobre 2014 STORIA
di Christopher Shea http://www.nationalgeographic.it
MA I VICHINGHI ERANO VERAMENTE COSI' CATTIVI ?
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Secondo molte fonti, i guerrieri scandinavi uccidevano i nemici fra mille tormenti e non facevano prigionieri. Ma per uno studioso di Yale, la verità storica è molto più complessa.Quando, nel giugno del 843, i Vichinghi presero d'assalto Nantes non risparmiarono nemmeno i monaci che si erano rifugiati nella cattedrale della città. Secondo una testimonianza dell'epoca, "i pagani travolsero tutti, monaci, preti e laici". Tra le vittime ci fu anche un vescovo poi fatto santo, pare ucciso mentre celebrava la messa.

Per un lettore moderno, questo attacco appare orrendo anche per gli standard della guerra medievale, ma nel racconto c'è qualcosa di più di una semplice iperbole letteraria, spiega Anders Winroth, professore di storia a Yale e autore del libro The ages of the Vikings. Questo tipo di esagerazione era una caratteristica abituale nelle cronache dell'epoca sui Vichinghi. In effetti, esaminando attentamente il racconto dell'attacco, "emerge un'immagine più ragionevole". Il cronista dell'epoca, dopo aver raccontato che i Vichinghi avevano sterminato l'intera popolazione della città di Nantes, si contraddice subito, facendo notare che alcuni chierici erano stati fatti prigionieri. Risulta anche che "tra i molti che sopravvissero al massacro", alcuni furono in grado di pagare il riscatto dei prigionieri.

In breve, spiega Winroth, a parte aver ignorato l'usanza di non uccidere monaci e sacerdoti (nell'immagine, l'attacco al monastero di Clonmacnoise, in Irlanda), i Vichinghi non agirono molto diversamente dagli altri guerrieri europei dell'epoca. Nel 782, per esempio, Carlo Magno, oggi considerato come il primo unificatore d'Europa, decapitò più di 4.000 prigionieri sassoni in un solo giorno. "I Vichinghi non raggiunsero mai un livello tale di brutalità", nota Winroth.Anche la terribile reputazione dei berseker, i feroci guerrieri vichinghi che prima di iniziare una battaglia entravano in una specie di trance che li rendeva particolarmente agguerriti e insensibili al dolore (nella foto, una rappresentazione su un elmo del VI secolo), secondo Winroth sarebbe da ridimensionare. Per lo studioso i primi riferimenti ai berserker compaiono nei poemi del XIII - XIV secolo in cui vengono descritti come "personaggi di un'altra epoca". Questo comunque non esclude necessariamente l'esistenza di guerrieri folli, dice Robert Ferguson, uno studioso indipendente e autore di The Vikings. "Non ho alcuna difficoltà ad immaginarmi guerrieri violenti, folli e ubriachi tra i vichinghi in prima linea. D'altra anche oggi negli eserciti moderni abbiamo dei soggetti simili, solo che non li chiamiamo così".

Le battaglie, spiega Winroth, non venivano scatenate per il puro amore del caos e della violenza, ma per delle ragioni molto pragmatiche, come la conquista o il rafforzamento del potere di un capo. Prima della battaglia di Maldon, in Inghilterra, un messaggero vichingo lanciò ai soldati sassoni questo messaggio: "è meglio che paghiate un omaggio per evitare questo scontro, non abbiamo alcun bisogno di ucciderci a vicenda". Gli inglesi preferirono battersi e furono sconfitti. Come tutti, anche i Vichinghi preferivano vincere un negoziato che rischiare una perdita sul campo, dice Winroth. Non tutti i luoghi assaliti dai vichinghi venivano rasi al suolo, nonostante nelle cronache si legga spesso che "tutto è stato distrutto". La stazione commerciale di Dorestad, oggi in Olanda, fu saccheggiata quattro volte nel 843, ma nonostante ciò continuò a prosperare. Le incursioni vichinghe venivano considerate come un "costo di esercizio"; inoltre molti commercianti che operavano a Dorestad erano vichinghi.

Con questi presupposti, Winroth vuole sottolineare gli intrecci tra vichinghi e gli altri popoli europei. Nel 840 il vichingo Rurik, nipote di un re di Danimarca, depredò le regioni costiere del regno di Lotario, cioè Belgio e Paese Bassi. Lotario in seguito assoldò Rurik proprio per difendere la sua terra contro altre incursioni vichinghe, premiandolo con il titolo di principe.

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