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20 Aprile 2014 MISTERO
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Ostia antica segreta, più grande Pompei
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Scoperta una parte di Ostia Antica fino ad oggi 'segreta', più grande di Pompei. Recenti indagini archeologiche svelano che era molto più vasta di quanto ritenuto. La Soprintendenza archeologica di Roma parla di "risultati eccezionali: nel I secolo a.C, il Tevere non chiudeva la città a nord, ma la divideva in due parti". Torri e magazzini, insieme alle mura di cinta finora mancanti hanno restituito agli studiosi la pianta integrale della città. La scoperta è il risultato di un impegno che ha visto lavorare insieme le autorità statali italiane, rappresentate da Angelo Pellegrino e Paola Germoni (Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma) e due università inglesi, rappresentate dai professori Simon Keay (University of Southampton-British School at Rome) e Martin Millet (University of Cambridge). La magnetometria ha consentito di scansionare il paesaggio, permettendo ai geofisici di verificare le anomalie e identificare le antiche mura sepolte, i tracciati stradali e le strutture presenti nel sottosuolo. La scoperta archeologica è stata illustrata durante una conferenza a Palazzo Massimo a cui ha preso parte anche la soprintendente ai Beni archeologici di Roma Mariarosaria Barbera. "Sulle mura, a intervalli regolari, si evidenziano grandi torri di sei metri per otto. Tra il Tevere e le mura gli studiosi hanno individuato almeno quattro grandi edifici - hanno spiegato dalla Soprintendenza -. Tre dei quali presentano caratteristiche simili a quelle dei magazzini presenti nelle aree già scavate di Ostia, con una pianta di 83 metri per 75 per il più grande". "La presenza di grandi aree di stoccaggio nella parte di Ostia a nord del Tevere - sottolineano ancora - riapre il tema delle dimensioni degli scambi commerciali che si svolgevano sulle sponde del fiume nei primi due secoli del millennio.

L'indagine geomagnetometrica, infatti, aumenta di circa il 50% lo spazio dedicato a depositi di merci che aumenta ad almeno 70 mila metri quadrati, indicazioni che non mancheranno di influire sulla ricostruzione della topografia di una delle città romane più importanti del Mediterraneo".