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8 Dicembre 2013 SCIENZA
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LA COMETA ISON NON HA SUPERATO IL SUO INCONTRO COL SOLE
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La Cometa ISON ha catturato l'immaginazione di astronomi e appassionati per tutto l'ultimo anno, e ora sembra difficile lasciarla andare. Ma sebbene il bizzarro visitatore ghiacciato del nostro sistema solare non sia riuscito a sopravvivere all'etichetta di "cometa del secolo", ha lasciato comunque una ricca quantità di nuovi dati che manterrà la comunità scientifica occupata per anni.

Nel frattempo abbiamo riassunto alcune delle principali domande che molti di voi si stanno ancora chiedendo sulla cometa ISON:

Quanto era grande?

All'inizio di quest'anno, gli astronomi sono stati in grado di ottenere le loro prime misurazioni accurate grazie alle osservazioni del telescopio spaziale Hubble che ha mostrato che il centro della cometa ISON, ovvero il suo nucleo, sembrava essere molto più piccolo di quanto originariamente previsto: tra i 3 e i 6 chilometri in tutto.

Perché tanta sorpresa? Perché ISON splendeva così brillantemente quando era ancora all'altezza dell'orbita di Giove, a 600 milioni di chilometri circa dal Sole. I ricercatori avevano allora ipotizzato che data la luminosità della cometa la palla sporca di ghiaccio, gas e polvere dovesse essere enorme. Inoltre, secondo le osservazioni di Hubble, la chioma di gas e polvere che circondava il corpo solido di ISON misuravano in quel momento circa 5.000 chilometri.

I detriti della cometa impatteranno la Terra?

Non vi è alcuna possibilità di una collisione con la Terra, dal momento che ogni tipo di detrito lasciato da ISON continuerà a viaggiare lungo il percorso originale e quindi tornerà di nuovo verso il sistema solare esterno, a oltre 63 milioni di chilometri nel suo punto più vicino.

Tuttavia, la Terra potrà incontrare lungo il suo percorso orbitale la nuvola di polvere lasciata dalla scia della cometa. Come ha scritto l'astrofisico Karl Battams in un post sul suo blog, la Terra può incontrare questi resti della cometa all'inizio del prossimo anno. "Il risultato", spiega Battams, "sarà una, due, o una manciata di stelle cadenti in più nel cielo sopra di noi per un paio di notti. La Terra passa attraverso numerose code di comete ogni anno, come con gli sciami di Leonidi e Perseidi".

Perché ISON non è stata all'altezza della sua fama di "cometa del secolo"?

Se si fosse tenuta insieme durante il suo battesimo di fuoco attraverso l'atmosfera esterna del Sole, la cometa ISON avrebbe avuto la possibilità di mettere su nel cielo un bello spettacolo.

Tuttavia, i ricercatori ora ipotizzano che la cometa abbia subìto una rottura catastrofica un paio di giorni prima del suo passaggio ravvicinato con il Sole. Fondamentalmente, il calore intenso e la forza gravitazionale del Sole hanno distrutto il nucleo e vaporizzato l'intero suo serbatoio di acqua ghiacciata in poche ore.

C'è qualche possibilità di vedere ancora la cometa ISON nel cielo?

La nuvola di detriti che ISON ha lasciato alle spalle non brilla più luminosa di una stella di magnitudine 8, che richiede un binocolo per poter essere osservata.

Questo perché tutto ciò che è rimasto è una nube di polvere, sempre più diffusa, con meno luce che si riflette sui suoi grani. Secondo gli esperti solamente le riprese grandangolari di cieli notturni possono raccogliere alcune macchie sfocate. La Cometa ISON ora è davvero una ex-cometa. Secondo il sito spaceweather.com, solo gli "astrofotografi esperti potrebbero essere in grado di catturare la dissolvenza della cometa 'fantasma' nel cielo prima dell'alba in questi giorni, ma uno spettacolo a occhio nudo è fuori questione".

Che sperano di imparare gli astronomi dalla cometa ISON?

L'interesse degli astronomi era particolarmente vivo per il fatto che ISON provenisse dalla Nube di Oort, un serbatoio congelato di miliardi di comete sul confine esterno del sistema solare. E dal momento che si è avvicinata così tanto al Sole, ISON ha dato agli scienziati una opportunità unica di osservare il degassamento del materiale incontaminato all'interno di una cometa originariamente formata alla nascita del sistema solare, circa 4, 6 miliardi di anni fa. Le aspettative sono quindi quelle che le montagne di dati raccolti sulla cometa possano ora offrire indizi sulla chimica dei gelidi visitatori del sistema solare esterno e che possano aiutare a rispondere ad alcune delle domande che circondano la nascita di pianeti come la Terra.

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