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17 Ottobre 2013 ARCHEOLOGIA
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NELLA TOMBA DELL'ARYBALLOS SOSPESO LA STORIA DI TARQUINIA
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Risale al 21 settembre scorso la scoperta della 'Tomba dell'Aryballos sospeso': si tratta di un sepolcro inviolato del VI secolo a.C., dall'eccezionale valore storico, rinvenuto nel corso della sesta campagna di scavo del 'Tumulo della Regina', sepolcro monumentale di oltre 40 metri di diametro, situata a poca distanza dal monumento principale, che domina, insieme al gemello 'Tumulo del Re', l'area archeologica della Doganaccia, a Tarquinia. Gli scavi sono iniziati nel 2008, diretti da Alfonsina Russo, soprintendente per i Beni Aqrcheologici dell'Etruria meridionale e Alessandro Mandolesi, docente di Etruscologia e Antichità italiche dell'Università degli studi di Torino. I componenti dell'équipe che ha compiuto il ritrovamento, sono stata insigniti di un importante riconoscimento dal presidente Daniele Leodori, a nome del consiglio regionale, durante una conferenza stampa negli uffici della Pisana. Il sepolcro è stato ribattezzato "dell'Aryballos sospeso", in quanto, sulla parete di fondo, ancora appeso ad un chiodo, c'era un aryballos dipinto (unguentario) di tipo greco corinzio. "L'importantanza di questa scoperta sta nel fatto che abbiamo rinvenuto una tomba integra - ha spiegato la soprintendente per i Beni archeologici dell'Etruria meridionale, Alfonsina Russo - che ci permetterà, attraverso i vari elementi, di ricostruire finalmente la microstoria dei defunti lì sepolti e la storia di questo eccezionale sito che è la Doganaccia e Via dei Principi. E' motivo di soddisfazione, in un periodo così difficile per la tutela, perché abbiamo scarse risorse economiche e umane, aver ottenuto questo risultato che ritengo di aver raggiunto solo grazie ad una operazione sinergica con il Comune di Tarquinia, l'Università di Torino ed anche, in futuro, con la Regione Lazio, in quanto stiamo portando avanti un progetto di valorizzazione di questo sito tramite un finanziamento Por. E' un'operazione che dimostra quali sono gli obiettivi che si possono raggiungere grazie alla sinergia tra vari enti ed istituzioni". Saranno infatti presto svolti dei lavori di valorizzazione dell'intera area, grazie ad un finanziamento europeo (Por Fesr), erogato dalla Regione Lazio, nell'ambito del progetto Via dei Principi, che comprenderanno i restauri delle strutture finalizzati ad un Parco archeologico a tema. E' auspicabile, inoltre, per il futuro, proseguire gli scavi della Doganaccia. All'interno del sepolcro, il cui accesso è situato al centro del tumulo della Regina, ad una profondità di quasi 3 metri, ci sono due letti funerari scavati nella roccia, su quello di sinistra c'era uno scheletro, probabilmente di una donna sui 35-40 anni, deposta con ricchi ornamenti e oggetti personali, fra cui una raffinata pisside in lamina di bronzo contenente oggetti da ricamo: degli aghi in bronzo o argento, alcuni con la punta ritorta. Sulla parete di fondo, sono state ritrovate, invece, le ceneri di un uomo: il marito o il figlio.