Viaggia nella zona interstellare a 19 miliardi di chilometri dalla Terra.
Ora gli scienziati della Nasa sono sicuri e hanno raccolto la prova che lo conferma: la sonda Voyager 1 sta viaggiando nello spazio interstellare, dopo aver superato i confini dell'eliopausa, cioè la zona nella quale cessa l'influenza esercitata dal Sole con radiazioni e particelle lanciate dall'astro. La comunicazione diffusa dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa a Pasadena da dove si controlla il robot cosmico racconta anche di come un caso fortuito abbia aiutato a determinare la posizione della sonda la cui longevità ha dello straordinario.LA PARTENZA - Veniva infatti lanciata nel 1977 assieme alla gemella Voyager 2 e lo scopo era di indagare da vicino Giove e Saturno, dopo le ricognizioni più superficiali compiute in precedenza dalle sonde Pioneer 10 e 11. Completato il lavoro stabilito, al Jpl decisero di approfittare delle buone condizioni di Voyager 2 per tentare un'estensione del viaggio. Così lo proiettarono verso Urano e Nettuno, gli ultimi due pianeti del sistema solare, che raggiunse con successo mostrandoci immagini affascinanti dei confini del nostro corteo planetario. Voyager 1, invece, aveva una traiettoria diversa che lo portava più rapidamente verso un altro confine più arduo e altrettanto mai raggiunto, quello appunto dove il Sole smette di far sentire i suoi effetti. Non si sapeva dove fosse, ma gli scienziati spiegavano che a un certo punto la bolla che circonda l'astro formata dalle sue radiazioni e particelle nella quale sono immersi i pianeti, termina. Da lì iniziava lo spazio interstellare, cioè quello che ci separa da altre stelle.
NEL COSMO - Negli ultimi tempi gli strumenti avevano lasciato intendere che questo confine fosse stato raggiunto, ma occorreva la prova finale. E questa è arrivata da un'eruzione solare dell'anno scorso che ha sparato particelle nel cosmo sino a raggiungere nell'aprile 2013 anche il Voyager 1. E proprio misurandole si è capito che, prima che arrivassero, intorno l'ambiente era ormai impoverito testimoniando le condizioni dello spazio interstellare. Ciò accade a 19 miliardi di chilometri dalla Terra. E Voyager diventa il primo oggetto fabbricato dall'uomo ad arrivare in queste regioni estreme del cosmo dopo 36 anni di viaggio. E pensando che la potenza del trasmettitore è di 23 watt (una potenza da lampadina di un frigorifero) ha del miracoloso che le antenne della Nasa (la più grande è una parabola di 70 metri) ancora riescano a percepire i segnali. Questi, infatti, arrivano indeboliti miliardi di volte impiegando 17 ore nonostante viaggino alla velocità della luce.
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