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11 Giugno 2013 MISTERO
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La visione di René Guénon sul fantastico regno perduto dell'Agarttha
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Secondo alcuni autori esoterici come Saint-Yves d'Alveydre (Mission de l'Inde, 1910) e Ferdinand Ossendowski (Bêtes, Hommes et Dieux, 1921), esisterebbe un regno sotterraneo, ubicato indicativamente nell'interno dell'Asia centrale, abitato da non ben identificati esseri umani, o forse da una stirpe parallela a noi umani, che sarebbe depositario del sapere originario del mondo.

Questo regno, denominato Agarttha (l'inviolabile), avrebbe come capitale la città di Shamballa e avrebbe come re Brahmatma (o Re del Mondo), assistito da due viceré: Mahatma e Mahanga.

La tradizione dell'Agarttha risalirebbe principalmente alla filosofia del buddismo tibetano, ma i suoi echi si ritroverebbero anche in altre religioni asiatiche.

Anche l'occultista Helena Blavatsky (1831-1891), aveva indicato nell'Agarttha il regno originale, dove sarebbero nascoste le tradizioni millenarie dalla creazione del mondo fino a noi. Il re Brahmatma sarebbe pertanto il depositario del sapere supremo, intermediario tra Dio e gli esseri umani.

Colui che più cercò da un punto di vista fisico la misteriosa Agarttha fu l'esoterico armeno G. I. Gurdjieff (1866-1949).

Nel 1885, all'età di soli 19 anni, Gurdjieff era già a Costantinopoli, approfondendo le sue conoscenze sul sufismo. Quindi lo troviamo in Medio Oriente, studiando il cristianesimo esoterico, e la tradizione degli Esseni.

Dal 1887 al 1907 Gurdjieff viaggiò ininterrottamente attraverso l'Egitto, l'Irak e l'Asia Centrale. Faceva parte di un gruppo di persone che si autodenominavano "i cercatori della verità".

Sembra che intorno al 1900 riuscì a venire in contatto con alcuni monaci facenti parte della "Confraternita Sarmoung", in un monastero ubicato nelle montagne dell'Hindu Kush, nell'Afganistan settentrionale.

Nel 1907 lo si ritrova a Taskent, dove prestò servizio in un ospedale, curando tossicodipendenti e alcolisti.

Ma cosa era realmente la "Confraternita Sarmoung"?

Secondo alcune tradizioni antiche, i monaci appartenenti a detta congrega avrebbero posseduto conoscenze anteriori al diluvio universale.

Ecco quindi che avrebbero assunto la funzione dell'Arca, (con il simbolismo dell'arcobaleno), ovvero di traghettare, trasportare il mistero della nostra origine attraverso il diluvio e altri sconvolgimenti che sono accaduti nel corso dei secoli.

Il fatto che la capitale di Agarttha, Shamballa, sia, secondo alcune tradizioni, ubicata nelle viscere della catena montuosa dell'Hindu Kush, (secondi altre tesi sarebbe ubicata nel sottosuolo del deserto dei Gobi), fa pensare che Gurdjieff avesse come suo obiettivo non solo quello di approfondire le conoscenze della "Confraternita Sarmoung", ma anche quello di introdursi nel leggendario regno di Agarttha.

Non sappiamo se ci riuscì.

In ogni caso in seguito si dirigerà a Mosca e poi in Francia, dove iniziò ad elaborare i suoi insegnamenti, volti al raggiungimento dell'armonia, che lui individuava come "Quarta via".

L'approccio del filosofo francese René Guénon (1886-1951) al concetto di Agarttha è diverso.

Innanzitutto Guénon indica che le tradizioni relative ad un ipotetico regno sotterraneo si ritrovano in vari popoli della Terra. Secondo lui queste tradizioni sono da ricollegarsi al "simbolismo della caverna" e quindi a quello del Cuore, che per antonomasia è il ricettacolo del sangue, il centro dell'Essere Umano e dell'Universo.

Fa notare Guénon che anche nella tradizione ebraica vi è l'indicazione di una misteriosa città detta "Luce" (Genesi XXVIII, 19). Vicino all'entrata per la città sotterranea "Luce" vi è un albero, che simboleggia la Vita e la Conoscenza, come i due alberi del Giardino.

Per Guénon il titolo di "Re del Mondo", fa risalire a tradizioni vediche con Manu, il legislatore primordiale, ma anche a miti degli antichi Egizi con Menés o dei Greci con Minos.

Questo titolo, per il filosofo francese non designa una persona o entità reale, ma indica un principio, che fa da tramite, tra il mondo del trascendente e il mondo materiale. A tale proposito ricordiamo il titolo di "pontefice" o "costruttore di ponti", seguendo un termine prettamente massonico, che indica colui che media tra il mondo soprasensibile e quello materiale.

Inoltre Guénon fa notare che, c'è stata nel medio-evo la ricerca di un regno puro da un punto di vista cristiano, dove le tradizioni originali erano mantenute intatte: era la ricerca del leggendario regno del Prete Gianni, ubicato a volte proprio nell'Asia Centrale altre volte presso l'attuale Etiopia.

L'attento studio di René Guénon delle tradizioni e delle simbologie dell'Asia Centrale porta ad individuare le tre entità che guidano l'Agarttha: Brahmatma, Mahatma e Mahanga.

Per Guénon essi non sono altro che i Re Magi del Vangelo, e anche Saint-Yves d'Alveydre stesso dice che i Re Magi venivano da Agarttha.

Ecco quindi che Mahanga offre l'oro a Cristo e lo saluta come Re; il Mahatma, gli offre l'incenso e lo indica come Sacerdote; il Brahmatma offre a Cristo la mirra (che richiama all'incorruttibilità o il soma vedico) e lo saluta come Maestro Spirituale.

Ecco che inizia a delinearsi la chiave del pensiero di Guénon: per lui l'Agarttha è l'equivalente del Giardino nelle tradizioni vediche, ma anche induiste e buddiste.

Giardino o Centro del Mondo, e quindi "caverna", dove sono nascoste le tradizioni, Cuore.

Così come il Giardino è divenuto inaccessibile all'uomo, che si è macchiato del peccato, ecco che l'Agarttha è inaccessibile agli uomini, ma è lì che le tradizioni originali e il segreto della nostra origine e della nostra creazione sono mantenute intatte.

Tornando al titolo di "Re del Mondo", Guénon fa anche notare che nella tradizione ebraica, Melquisedek è considerato re e sacerdote allo stesso tempo.

Il suo nome significa "re della giustizia", ma è considerato anche come "re di Salem" ovvero "re della pace". Questi due attributi sono anche quelli del "Re del Mondo" ovvero di Brahmatma.

Guénon, con acuta saggezza, indica che Melquisedek riunisce le tre funzioni dei Re Magi in una sola: infatti lui è ricordato come Adoni-Tsedek, "Signore della Giustizia", Kohen-Tsedek, "Sacerdote della Giustizia" e infine Melki-Tsedek, "Re della Giustizia", e questi tre aspetti (che richiamano anche al concetto di Trinità), possono essere considerati come le funzioni di Brahmatma, Mahatma e Mahanga.

Il sincretista Guénon segnala che secondo le tradizioni tibetane l'Agarttha veniva denominato "Paradesha" all'inizio dell'era del Kali-Yuga. In sanscrito, Paradesha significa "regione suprema" o centro del mondo. Questa parola fu poi utilizzata dai Caldei (Pardes) e dagli Europei (Paradiso).

In ultima analisi per René Guénon l'Agarttha non è un luogo reale, ed è pertanto inutile andare a cercarlo. Vi sono però notevoli similitudini tra le varie religioni e correnti filosofiche che si riferiscono a centri spirituali, più o meno occulti e inaccessibili. Per Guénon l'unica spiegazione è che l'analogia tra queste differenti interpretazioni derivi dalle emanazioni di un antichissimo centro di culto e conoscenza primordiale, dal quale si sono poi sviluppate le differenti religioni.

YURI LEVERATTO

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