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21 Aprile 2013 PALEONTOLOGIA
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RETRODATATA A 8 MILIONI DI ANNI LA NASCITA DELL'UOMO
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Non siamo una specie così giovane come pensavamo. La nuova stima, che secondo gli autori dovrebbe consentire di reinterpretare i passi salienti dell'evoluzione dell'essere umano, è stata ottenuta integrando studi di matematica, di antropologia e di biologia.

La divergenza evolutiva tra esseri umani e scimpanzé dev'essere datata a 8 milioni di anni fa invece che a 5 milioni di anni fa, secondo un nuovo modello statistico elaborato da Robert D. Martin e colleghi del Field Museum i cui risultati sono riportati sulla rivista Systematic Biology.

Il confronto dei DNA di diverse specie animali permette com'è noto di seguire l'evoluzione di particolari geni determinando in particolare in che modo si siano separati i diversi rami filogenetici. Ma l'informazione molecolare non fornisce una scala temporale di quando sono avvenute tali divergenze. L'analisi dei resti fossili, d'altra parte, è l'unica fonte d'informazione diretta sulle specie estinte da molto tempo, ma le lacune nelle registrazioni fossili possono rendere tali informazioni difficili da interpretare.

Per molto tempo, i paleontologi hanno stimato, sulla base delle prove fossili, che le origini dell'uomo fossero da collocare temporalmente tra 5 e 6 milioni di anni fa. Considerando tutte le specie di primati attuali, i resti fossili e le analisi genetiche, i modelli al computer suggeriscono un arco temporale più lungo per la nostra evoluzione. Grazie a questa nuova analisi, le lacune nelle registrazioni fossili potrebbero essere colmate con metodi statistici.

Un esempio di simili discrepanze è rappresentato da un cranio fossile scoperto in Ciad agli inizi degli anni 2000. Il reperto della specie Sahelanthropus tchadensis ha suscitato molto interesse per le sue caratteristiche umane ma è stato datato a 7 milioni di anni fa, prima quindi dell'inizio dell'evoluzione umana generalmente accettato.

Un'altra questione dibattuta riguarda il più antico antenato comune degli attuali primati, vissuto, secondo un risultato pubblicato su Nature nel 2002, circa 85 milioni di anni fa. Ciò implica che i proto-primati si siano evoluti per 20 milioni di anni circa prima dell'estinzione dei dinosauri, contro la nozione comune secondo cui i mammiferi non avrebbero ottenuto un successo evolutivo prima della scomparsa dei grandi rettili.

Nonostante siamo più vecchi di 3 milioni di anni, l'umanità non sembra ancora acquisito la necessaria saggezza che solitamente arriva con l'età adulta. Sul pianeta ci sono ancora troppe questioni aperte: le disuguaglianze vergognose tra paesi ricchi e paesi impoveriti, disuguaglianze vergognose tra classi sociali ricche e classi sociali impoverite (mi stupisco a scrivere "classe sociale" a terzo millennio iniziato!), sfuttamento senza ritegno delle risorse dei paesi poveri che non partecipano i benefici economici, guerre tra paesi poveri, inquinamento e distruzione del nostro bellissimo pianeta... (potrei andare avanti per un pezzo!). Quanto tempo ancora ci vorrà perchè la coscienza umana ritrovi il buon senso e l'armonia con se stesso e con l'Universo?