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4 Dicembre 2012 SCIENZA
di Andrew Fazekas http://www.nationalgeographic.it
SCOPERTO IL PIU' GROSSO BUCO NERO DELL'UNIVERSO
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L'esplosione è almeno cinque volte più potente degli eventi precedentemente osservati.

Alcuni astronomi hanno assistito a un'esplosione di gas e polvere record, proveniente da un enorme buco nero a oltre 11, 5 miliardi di anni luce di distanza da noi.

Il buco nero supermassivo, con una massa stimata da uno a tre miliardi di volte quella del Sole, si nasconde al centro di un quasar (un tipo di galassia estremamente brillante ed energetica) soprannominato SDSS J1106 1939.

"Abbiamo scoperto il più vigoroso flusso di materia prodotto da un quasar, almeno cinque volte più potente di tutti quelli che sono stati osservati finora", ha detto Nahum Arav, astronomo al Virginia Tech e co-autore dello studio che sarà pubblicato nella rivista The Astrophysical Journal.

Grazie ai potenti telescopi dell'European Southern Observatory in Cile, Arav e il suo team sono stati in grado di registrare la velocità del flusso di materia e alcune altre sue proprietà. Una massa di circa 400 volte quella del Sole si propaga da questo quasar ogni anno, a una velocità di circa 29 milioni di chilometri all'ora. "Speravamo di vedere qualcosa di simile, ma la potenza pura di questo flusso di materia ci sorprende tutt'ora", ha detto Arav.

Il buco nero al centro di questo quasar è una vera e propria dinamo gigante. Si stima che la sua massa sia più di mille volte maggiore di quella del buco nero della Via Lattea. Il tasso con cui l'energia viene trasportata via da questa enorme massa di materia espulsa equivale a circa 100 volte l'emissione totale della nostra galassia.

Indizi sull'evoluzione galattica

I buchi neri supermassivi sono larghi abbastanza da inghiottire l'intero sistema solare. Noti per le loro proprietà distruttive, i buchi neri hanno però anche altre importanti caratteristiche: alimentano i quasar ed espellono materiali ad alta velocità. Prima di questa ricerca, gli unici dubbi sull'importanza del ruolo dei flussi di materia nell'evoluzione stellare riguardavano proprio la loro potenza non sufficiente. I nuovi dati potrebbero allora risolvere diversi "misteri cosmici", tra cui il modo in cui la massa di una galassia è collegata alla massa del buco nero al suo interno e il perché ci sia una relativa scarsità di grandi galassie in tutto l'universo. "Credo che questo studio fornisca la prova necessaria a quelle teorie che utilizzano la produzione di energia meccanica dei quasar per risolvere diversi importanti interrogativi sulla formazione delle galassie e dei cluster di galassie", spiega Arav.

Kirk Korista, un astronomo che non ha partecipato a quest'ultimo studio, ritiene che le affermazioni di Arav possano essere un po' premature. Nessuno, tuttavia, mette in dubbio che la ricerca aiuterà a fare chiarezza sui più potenti flussi di materia dei quasar, finora poco studiati. "Gli eccezionali dati spettroscopici di questo quasar hanno portato a una svolta nella quantificazione energetica di quello che è probabilmente il flusso di materia tipico del quasar" secondo Korista, professore di astronomia alla Western Michigan University. "Questo è senza dubbio un passo importante per mettere insieme la storia dell'evoluzione delle galassie e per chiarire il ruolo dei quasar in questa storia."

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