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4 Novembre 2012 ARCHEOLOGIA
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Gli scavi della "Brebemi" riportano in luce necropoli di 2.500 anni
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C'è già chi l'ha ribattezzata la "necropoli dei bambini", perché almeno quattro delle sette tombe ritrovate, erano destinate a ospitare defunti molto giovani. Lo rivelano i ninnoli e i bicchierini conservati nelle fosse, piccoli oggetti che dovevano accompagnare il morto nell'aldilà, e che hanno dimensioni adatte più a un bambino che ad un adulto. E lo rivela poi la sorprendente scoperta della tomba 49, dove è stato ritrovato lo scheletro di una bambina.

Può raccontare molto del territorio bresciano la mostra "Terre di confine. Una necropoli dell'età del ferro a Urago d'Oglio", inaugurata ieri a Santa Giulia, aperta fino al 31 marzo. Un'esposizione che è nata in modo singolare. Quanto esposto nelle quattro teche è stato ritrovato, infatti, durante gli scavi per la costruzione della Brebemi, l'autostrada che collegherà Brescia, Bergamo e Milano. "Durante i lavori - spiega Duilio Allegrini, direttore generale di Brebemi Spa - sono stati ritrovati circa 140 siti archeologici molto importanti, e continuiamo a trovarne di nuovi. Abbiamo subito contattato la Soprintendenza, con cui abbiamo lavorato per la conservazione dei reperti. Ma vorremmo fare qualcosa di più, ovvero aprire un museo con tutti i ritrovamenti".

Un'idea ancora da costruire, quella del museo, anche se la società ci sta già lavorando, sempre a braccetto con la Soprintendenza e gli enti del territorio, dai Comuni interessati alle associazioni culturali. La mostra sulla necropoli di Urago d'Oglio, dunque, è solo il primo tassello. "La necropoli - spiega Serena Solano, una delle curatrici della mostra - risale al V secolo a.C., si estendeva su un'area di 6.400 mq, a pochi metri dal fiume Oglio, in località Cascina Giardina. Doveva però coprire un'area più grande di quella su cui abbiamo lavorato. La particolarità è la presenza dello scheletro della bambina: è molto raro ritrovare le ossa di persone molto giovani, è una scoperta davvero importanti".

Nelle techesi possono ammirare braccialetti in bronzo e fibule, che servivano a chiudere i tessuti in cui venivano conservate le ceneri di chi veniva cremato. Nel corredo della bambina inumata, invece, anche due incisivi di castoro, probabilmente usati come gioielli. "E' un piccolo tesoro che è tornato alla luce - conclude l'assessore alla cultura Andrea Arcai - e che dà un assaggio di ciò che potrà essere il museo, ma anche del ruolo che la Brebemi potrà avere nella fruizione del nostro territorio. L'autostrada è stata già inserita come strumento di valorizzazione nel piano di gestione del sito Unesco".

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