Circa 100.000 anni fa, l'evoluzione umana ha raggiunto un misterioso 'collo di bottiglia': i nostri antenati si ridussero a 5-10.000 individui, stanziati in Africa, a causa di malattie infettive. Gli esseri umani moderni sarebbero emersi da questa popolazione, crescendo esponenzialmente e sviluppando nuove caratteristiche genetiche. Una ricerca pubblicata sull'ultimo numero della rivista ''Pnas'' avanza una nuova ipotesi legata alla reazione di un gruppo ristretto della popolazione umana alle malattie infettive.
''In una piccola popolazione, una singola mutazione puo' avere un grande effetto, un allele raro puo' arrivare ad alta frequenza - spiega David Caramelli, associato di Antropologia - La sopravvivenza di una specie puo' essere stata legata all'eliminazione delle proteine target colpite dagli agenti patogeni.''
I ricercatori hanno studiato le tracce molecolari legate ai geni Siglec, ipotizzando che i predecessori dell'uomo moderno si siano trovati alle prese con una enorme minaccia legata a un agente patogeno tra 100.000 e 200.000 anni fa.
''I dati genetici - spiega ancora Caramelli - suggeriscono che i due geni 'si spensero' in alcuni individui fra i 440.000 e i 270.000 anni fa, prima che gli esseri umani moderni si separassero dai nostri 'cugini' Neandertaliani e Denisoviani. Ma ci volle molto tempo perche' gli effetti si diffondessero all'intera popolazione umana.''
Le analisi genetiche sono state effettuate su un resto di Uomo di Neanderthal - MLS 3- rinvenuto nel sito di Riparo Mezzena, sui Monti Lessini veronesi. Il neanderthal di Mezzena e' gia' famoso per la scienza: grazie al Dna di questo fossile umano conosciamo gli aspetti fenotipici: capelli rossi e occhi chiari.
''L'attuale ricerca conferma quanto sia significativa l'interazione tra scienze dure e archeologia anche per la comprensione di aspetti relativi all'uomo moderno'' dice l'archeologa Laura Longo.
''Le cause della drastica riduzione della popolazione furono il risultato dell'interazione di numerosi fattori - commenta Caramelli - ma grazie alle evidenze del nostro studio, ritengo che in quel lungo periodo di tempo, i nostri antenati siano stati decimati dalle infezioni. Solo quelli con particolari mutazioni genetiche sopravvissero, facendo emergere la popolazione di uomini anatomicamente moderni''.
FONTE: http://mysterium.blogosfere.it/2012/06/archeologia-100000-anni-fa-infezione.html
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