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27 Maggio 2012 ARCHEOLOGIA
Giuseppe Sgubbi Runa Bianca
IL QUINTARIO SUA FUNZIONE E COME RINTRACCIARLO
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tempo di lettura previsto 21 min. circa

La centuriazione romana (centuratio o castramentatio) era il sistema con cui i romani organizzavano il territorio agricolo, basato sullo schema che già adottavano nei Castra o nella fondazione di nuove città. Si caratterizzava per la regolare disposizione, secondo un reticoli ortogonale, di strade, canali e apprezzamenti agricoli destinati all'assegnazione a nuovi coloni.

I romani cominciarono ad utilizzare la centuriazione in relazione alla fondazione, nel IV secolo a.c., di nuove colonie nell'ager sabinus (per esempio Terracina).

Lo sviluppo delle caratteristiche geometriche ed operative che sarebbero divenute quelle classiche si ebbe con la fondazione delle colonie nella pianura padana, a partire da Ariminum (Rimini) nel 268 a.C.

La legge agraria di Tiberio Gracco del 133 a.C. che prevedeva la privatizzazione dell'ager publicus, dette un grande impulso alle divisioni di terre effettuate con la centuriazione.

In seguito la centuriazione fu utilizzata sia nei casi di bonifiche e di fondazione di nuove colonie, sia nell'assegnazione di terre ai veterani delle tante guerre civili tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero.

La diffusione delle centuriazioni fu capillare in tutta Italia ed anche in alcune provincie.

Principi fondativi

L'ager centuriatus veniva tracciato dall'agrimensore che, analogamente agli insediamenti, individuava un umbilicus agri da cui, mediante una groma, tracciava due assi stradali perpendicolari tra loro: il primo generalmente in direzione est-ovest, chiamato "decumano massimo" (decumanus maximus), il secondo in direzione nord-sud, detto "cardo massimo" (cardo maximus). Tuttavia per ragioni pratiche, l'orientamento degli assi non sempre coincideva con i quattro punti cardinali: spesso seguiva invece la conformazione orografica dei luoghi, anche per assecondare la pendenza del terreno e favorire il deflusso dell'acqua piovana lungo le canalizzazioni di bonifica che venivano tracciati (centuriazione di Florentia). Altre volte si basava sull'orientamento di vie di comunicazione preesistenti (centuriazioni lungo la via Emilia) o altre caratteristiche geomorfologiche. Talvolta, risultavano essere il prolungamento del cardo e del decumano massimo di una città, la quale veniva dunque a trovarsi in corrispondenza dell'umbilicus.

la centuriazione è tipica di terreni pianeggianti, tuttavia sono state documentate anche centuariazioni collinari.

Caratteristiche geometriche

Giova segnalare che le strade romane di una certa importanza avevano un "miles" ogni Miglio romano che era quasi il doppio di 710, 40 mt, ovvero 1480 metri. Questo perchè il miglio romano era determinato da mille passi, che per la statura media dei romani di allora misurava 1, 48 metri. Per gli antichi romani però il passus era inteso come la distanza tra il punto di distacco e quello di appoggio di uno stesso piede durante il cammino, quindi il doppio rispetto all'accezione moderna.

Le superfici quadrate risultanti da questa ulteriore divisione erano le "centurie".

La sistemazione dei terreni era successiva al completamento stradale.

Ogni centuria era suddivisa in 10 strisce, sempre con linee parallele ai cardini e ai decumani, alla distanza tra loro di 2 actus (71, 04 m) formando 100 superfici di quadrate di circa 0, 5 ha chiamate heredia (centum heredia = centuria).

Ogni heredium era suddiviso a metà nell'asse sud-nord costituendo due iugeri (jugerum, da jugum, 2523 m², quantità di terreno che poteva essere arata in un giorno da un paio di buoi).

Ancora oggi, in alcune zone d'Italia il paesaggio della pianura è determinato dagli esiti della centuriazione romana, con la persistenza degli elementi rettilinei (viabilità, canali di scolo, divisione di proprietà) sopravvissuti all'evoluzione territoriale e spesso elementi fondativi nell'urbanizzazione, quanto meno fino al XX secolo, quando la pressione antropica della crescita urbana e delle infrastrutture hanno cancellato molte delle tracce sparse nella campagna agricola.

Tuttavia osservando le cartine militari (IGM) o qualche foto aerea è ancora molto evidente le tracce delle centuriazioni sulle nostre campagne. Al punto che alcuni le chiamano: "Campagne Orientate".

In ordine di larghezza queste sono le strade tracciate dagli agrimensori romani:

1° Decumano Massimo metri 12 ;

2° Cardine Massimo metri 6 ;

3° Quintario metri 3, 50 ;

4° "strade centuriali" metri 2, 30

Queste strade, eccetto il Quintario, sono state ampiamente descritte e commentate dagli studiosi di agrimensura, mentre invece il Quintario, da quello che mi risulta, è ancora quasi un "oggetto misterioso", infatti dalla stragrande maggioranza di loro non è citato, e quei pochi che l'hanno citato lo hanno fatto solo per confermarne l'esistenza. Più volte, ma senza grandi approfondimenti, ho segnalato la grande utilità del rintracciamento dei quintari, con questo articolo intendo spiegare bene il mio punto di vista.

Anzitutto una indispensabile premessa: quello che dirò corrisponde esattamente alla situazione della parte occidentale della centuriazione faentina (Faenza), ovviamente, per trarne delle conclusioni definitive, occorre fare il confronto con altre zone centuriate.

L'agrimensore si posizionava nell'umbilicus con lo sguardo rivolto verso ovest e definiva il territorio: col nome ultra ciò che vedeva davanti, citra quanto aveva alle spalle, dextera quello che vedeva alla sua destra e sinistra quello che vedeva alla sua sinistra.

Successivamente venivano tracciati da una parte e dall'altra degli assi iniziali i cardini e i decumani secondari (limites quintarii).

Erano assi stradali posti paralleli ad intervalli di 100 actus (circa 3, 5 km). Il territorio risultava così suddiviso in superfici quadrate chiamate saltus.

La rete stradale veniva ulteriormente infittita con altre strade parallele ai cardini già tracciati ad una distanza tra loro di 20 actus (710, 40 m).

Fatto questo tracciavano, parallelamente ai Decumani ed ai Cardini, altre strade, le così dette "centuriali". Conseguentemente a questa pratica venivano a formarsi dei quadrati, le così dette centurie, in questo caso 20x20 actus, cioè circa 50 ettari di superficie. Per ragioni non sempre conosciute, a volte le misurazioni in actus erano diverse; 21x20, 24x20 ecc, in tal caso non ne uscivano dei quadrati, ma dei rettangoli, ma per il tema qui trattato la situazione non cambia.

A questo punto entra in "scena" il problema Quintari. Ogni 5 strade, sia nel verso dei Decumani che nel verso dei Cardini, veniva tracciata una strada leggermente più larga detta appunto Quintario.

Per quale ragione questa quinta strada rivestiva una grande importanza? Quintari dovevano essere sia il Decumano che il Cardine massimo, lungo i Quintari dovevano essere eretti i vici, i pagi ed i santuari, il confine dell'ager doveva essere segnato da un quintario. Questi primi dati ci dicono quanto sia importante rintracciare i quintari, rintracciarli correttamente significa dare un grosso contributo non solo ai problemi di confine, ma in particolare favorire la ricerca di molti agglomerati dell'epoca.

L'utilità non riguarda solo il periodo romano, riguarda anche il periodo medioevale ed altomedioevale, infatti lungo i quintari, e solo lungo tale vie, sono state successivamente erette le pievi, le parrocchie ed i castelli, non solo, molti confini attuali di comune sono ancora segnati dai quintari. Si potrebbe affermare, e non sarebbe una esagerazione, che i quintari sono più importanti dei Decumani e dei Cardini Massimi. Fatta presente l'importanza, occorre pure far presente con che "regola" o con che "schema" questi Quintari venivano tracciati, in caso contrario difficilmente possono essere rintracciati. Purtroppo, per tracciare i Quintari venivano usati due "schemi", uno formava quadrati di 16 centurie e l'altro 25. Prima di analizzarli occorre fare una importante precisazione: nei catasti romani i Cardini ed i Decumani Massimi erano indicati solo con le loro iniziali, CM e DM, e non numerati. Le strade dette "centuriali" venivano indicate con la dicitura cardini oppure decumani e progressivamente numerati, primo, secondo, terzo, ecc. I quintari venivano numerati progressivamente e citati col loro nome, primo quintario, secondo quintario, ecc. Naturalmente, al riguardo di queste ultime strade, per distinguerle dalle altre consimili, veniva pure aggiunto la parola "sinistro", se sulla sinistra del cardine o decumano massimo, oppure "destro" se si trovava sulla destra.

Schema che formava un Saltus di 25 centurie: giustamente, come abbiamo detto, il cardine oppure il decumano massimo non doveva essere indicato con un numero perciò, escludendo queste ultime e dovendo la numerazione interessare solo le altre strade, diventavano giustamente quintari, la numero 5, la 10, la 15 ecc.

Schema che formava un Saltus di 16 centurie. Purtroppo non sempre veniva usato il corretto schema prima indicato, qualche volta si commetteva l'errore di iniziare la numerazione delle strade includendo, oltre al cardine o decumano massimo, anche i quintari, al seguito di questo errore finivano per venire considerati quintari la numero 5, la numero 9, la numero 13 ecc. Al seguito di questo errore venivano formati dei "saltus" di 16 centurie.

Nella centuriazione faentina è stato usato l'erroneo schema che formava 16 centurie.

Il Legnazzi, (1885- 1886), nell'intento di elaborare la centuriazione fra Imola e Faenza, ignorando l'errore commesso dagli agrimensori in questa zona, sbagliò completamente la sistemazione dei quintari, infatti non considerò quintario il cardine massimo faentino ed il cardine massimo imolese.

Al seguito di queste note appare evidente che per la utilissima ricerca dei quintari, occorre tener conto dei possibili errori commessi.

Come rintracciare i quintari Iniziano questo non facile compito analizzando quel poco che ci hanno tramandato i gromatici, per vedere se è possibile trarne qualche utile indicazione: Igino Gromatico ci fa sapere che dalla sistemazione dei quintari doveva scaturire un saltus quadrato di 25 centurie, cinque centurie per ogni lato. Da Frontino apprendiamo che per una insieme di ragioni, forse per errore, sono scaturiti anche dei saltus di 16 centurie, perciò un quintario ogni quattro centurie. Esistono anche altre proposte ed altri esempi, ma da quello che ho potuto constatare, nella stragrande maggioranza delle centuriazioni sono stati usati le indicazioni di Igino, oppure gli "errori" segnalati da Frontino. Sono fermamente convinto che il saltus corretto sia quello consigliato da Igino, non solo perché il significato della parola quintario significa uno ogni 5 centurie, ma anche perché solo con tale saltus è possibile effettuare una corretta variazione della centuriazione. Cerchiamo ora di dare una risposta ad una importante domanda: considerato che l'apparato stradale romano aveva come punto di partenza e di riferimento il decumano massimo ed il cardine massimo, il conteggio delle strade per poi tracciare il quintario, da dove iniziava? A parere degli agrimensori e dei pochissimi studiosi che si sono interessati di questo problema, il conteggio doveva iniziare con l'inclusione del cardine o decumano massimo, cioè contare anche quello. In apparenza, doveva essere una operazione facile, ma evidentemente non lo era, più spesso di quello che si crede e per ragioni che non conosciamo, come i fatti dimostrano, l'operazione deve avere incontrato delle enormi difficoltà. Difficoltà giustamente evidenziate da Igino Gromatico, questi, sicuramente uno dei più preparati agrimensori di epoca romana, si chiede e chiede, se la prima linea alla destra del cardine o decumano massimo debba essere chiamata prima, oppure seconda. Considerato che anche Igino consiglia l'inclusione, la domanda appare superflua e troppo ovvia la a risposta, se il conteggio doveva iniziare dalla prima strada, la linea successiva doveva essere considerata la seconda. Invece, come già detto, forse per regole poco chiare, spesso venivano commessi errori. Prima di iniziare il conteggio delle strade, scopo rintracciare i quintari, occorre rispondere ad una altra precisa domanda: in epoca romana le strade come erano classificate e contrassegnate? La nomenclatura attuale delle strade la conosciamo bene, ogni strada è contrassegnata da iniziali. Una A ed un numero, per le autostrade. SS con un numero, per le statali. SP con un numero e con un nome, per le provinciali. SC senza alcun numero( in verità occorreva), ma con un nome, per le comunali. In tale maniera si riesce facilmente a distinguere le strade dalla più grande alla più piccola. Ma la situazione in epoca romana non è altrettanto chiara. Pur senza aver fatto particolari approfondimenti, mi risulta che le consolari erano contrassegnate con un nome, Emilia, Flaminia ecc. I decumani ed i cardini massimi, venivano individuati con le semplici iniziali, DM (decumano massimo), e KM ( cardine massimo). Le strade centuriali, cioè quelle che delimitavano le centurie, venivano contrassegnate con la iniziale K, se cardine, e con la iniziale D, se decumani, seguite da un numero, e con la dicitura destra oppure sinistra a seconda della loro posizione rispetto ai cardini e decumani massimi. A parere di qualche studioso, queste ultime strade non venivano numerate, in quanto non avevano alcuna funzione. Effettivamente, le centurie venivano contrassegnate con un numero, senza aver bisogno di nominare le strade che le delimitavano, ma, considerato che se Igino ha sentito il bisogno di chiedere come deve essere chiamata una di quelle strade, significa che, per ragioni che non conosciamo, vi era la necessità di distinguere le une dalle altre. L'incertezza rimane, una incertezza che riguarda particolarmente i quintari, considerato che queste erano strade di grande traffico, aventi pure funzioni postali e catastali, vi sono buone ragioni per credere che oltre al nome quintario, nome dato a questo tipo di strada, venisse pure numerato, sia per essere distinto dagli altri quintari, sia che per essere facilmente localizzato.

Più avanti, nel corso delle "indagini preliminari" dovrò volutamente omettere di sottolineare anche la necessita di consultare anche ciò che altri hanno scritto al riguardo della locale centuriazione, eppure la grande utilità è fin troppo evidente, ma attenzione, al riguardo della sistemazione dei quintari, alcuni scritti potrebbero essere fuorvianti. Porto un esempio illuminante: ho sotto agli occhi il contributo del padovano Legnazzi, riguardante la centuriazione fra Imola e Faenza. Questi, fermamente convinto che tale centuriazione fosse stata tracciata come nel padovano, cioè con lo schema Igino, (tracciamento padovano comunque meritevole di essere verificato), fece in modo che dalla sistemazione dei quintari, scaturissero dei saltus di 25 centurie.

Questi, non essendosi reso conto che in detta zona la centuriazione era stata invece tracciata con l'erroneo schema Frontino, commise, seppur involontariamente, una lunga fila di errori. Mi sorprende una cosa, nonostante che da anni faccio presente agli studiosi che la carta Legnazzi è inaffidabile, una inaffidabilità ampiamente documentata, la totalità degli studiosi della attuale centuriazione continua a riportare tale carta, come esempio di "centuriazione romagnola". Questo per dire che occorre evitare di partire " col piede sbagliato".

Pur tenendo conto che ogni area è "una storia a sé", le indicazioni che seguiranno, se seguite con attenzione, permettono, come più volte è accaduto, di rintracciare i quintari, con una certa facilità.

Per prima cosa, dovremo fare alcune indagini preliminari, valide per ogni area centuriata. Avendo trovato alcune tracce di centuriazione, ricostruiamola tutta, per una area abbastanza grande, più o meno come doveva o poteva essere, sia per il verso dei cardini (Sud- Nord), che per il verso dei decumani ( Est-Ovest).

Fig.1

Area centuriata con cardine e decumano massimo

Al seguito di questa indispensabile operazione, disponiamo di una mappa a forma di scacchiera della zona che vogliamo indagare, che, fra l'altro, ci da la possibilità di fare una importante verifica, rendersi conto con quale tipo di centurie è stata tracciata tale centuriazione. La più comune era quella di centurie da 20x 20 actus, cioè di circa 705 metri di lato, ma a volte sono state usate centurie diverse, in tal caso occorre controllare che la lunghezza dei lati abbiano una corrispondenza con gli actus, se così non fosse, la centuriazione potrebbe anche non essere romana. Ad ogni modo, per procedere occorre verificare con esattezza quale tipo di centuria è stata usata. Due utili controlli: dopo aver controllato se alcune strade tuttora praticabili, corrispondono alle maglie della centuriazione, si controlli pure se in alcune di queste si trovano allineati edifici religiosi, (pievi, parrocchie, santuari), oppure edifici civili, ( castelli, agglomerati piccoli e grandi), in quanto in tal caso potremmo aver già individuato un quintario, ma per sincerarsene occorre, oltre naturalmente al conteggio che sarà spiegato, fare uno scavo in detta strada, se la larghezza è attorno ai 4 metri, potremmo dire che siamo stati "baciati dalla fortuna" in quanto faciliterebbe il proseguo della ricerca. Dovremo pure darci da fare, per rintracciare il cardine ed il decumano massimo, impresa non facile, il più delle volte queste due strade si incrociavano al centro del forum romano, ma non sempre, in alcuni casi, per svariate ragioni, si incrociavano fuori dal centro urbano, ma occorre rintracciali. Il rintracciarli è una operazione praticamente indispensabile. Sperando in un esito positivo.

Come individuare correntemente i quintari se la centuriazione è stata traccia con lo schema Iginio Gromatico

Saltus di Igino Gromatico (fig.2)

Iniziamo dal cardine o decumano massimo. Punto di riferimento di queste strade è quello di effettuare la sistemazione dei quintari e di iniziare l'eventuale numerazione delle strade, come a suo tempo fu il punto di riferimento per iniziare la centuriazione.

L'individuazione dei quintari è abbastanza facile, dopo 5 centurie troveremo il primo quintario, dopo altre 5 il secondo, e cosi via. Così facendo vengono a formarsi dei saltus di 25 centurie.

Più problematico il conteggio e la numerazione sia delle strade centuriali che dei quintari. A mio parere, contrariamente alle indicazioni dei gromatici, e della totalità degli studiosi, il conteggio NON deve iniziare dal Cardine o decumano massimo, se proprio vogliamo dare un numero a questa strada, metteremo uno zero. Conseguentemente la prima strada centuriale avrà il numero uno ed altrettanto il primo quintario.

Qualcuno potrebbe giustamente chiedere la ragione per cui il conteggio non deve iniziare dal Cardine e decumano massimo. Domanda pertinente, una ragione c'è, se fosse quello l'inizio, ci troveremmo nella paradossale situazione, che ad una unica linea corrisponderebbe ben tre strade: il cardine o decumano massimo, un quintario ed una strada centuriate. Essendo tutte e tre incorporate in una unica linea, come potranno essere citate in una mappa? Nell'impossibilità ci citarle tutte e tre, sicuramente sarà citata solo la più importante, cioè il cardine o il decumano massimo, e delle altre due che ne facciamo? Le lasciamo lì, facendo confusione? Oppure le cancelliamo? Sono fermamente convinto che alcuni agrimensori romani si saranno resi conto che seguendo alla lettera le indicazioni di Igino, cioè iniziare il conteggio sia dei quintari che delle strade centuriali, includendo il cardine o decumano massimo, avrebbero creato una confusione interpretativa, confusione che col metodo sopra indicato, veniva eliminata.

Il metodo è praticamente perfetto, le strade centuriali ci sono tutte, e tutte progressivamente numerate, altrettanto i quintari.

Di fronte a questo tipo di centuriazione, Igino troverebbe la risposta al suo interrogativo, anzi non l'avrebbe neanche formulata.

Vi sono molte tracce di questo tipo di centuriazione, cioè col saltus da 25 centurie, ma sono convinto che al seguito di una attenta indagine, constateremo che invece, più spesso di quello che crediamo, sia stato usato l'erroneo schema Frontino, cioè saltus di 16 centurie.

Come individuare correntemente i quintari se la centuriazione è stata tracciata con l'erroneo schema Frontino.

Saltus Frontino (fig.3)

Anche in questo caso, l'individuazione è facile, ogni 4 centurie un quintario, percio saltus di 16 centurie. Che questa è la sistemazione dei quintari, non vi sono dubbi, l'ho potuto constatare nel corso delle mie ricerche, per quanto riguarda il conteggio e la numerazione delle strade, la situazione si fa complicata.

Abbiamo già visto la confusione che si può creare iniziando il conteggio dal cardine e decumano massimo, considerato che in questo caso è stata usata tale pratica, non è facile ipotizzarne le conseguenze. Tentiamo una possibile ipotesi, considerato che il primo quintario e la prima strada centuriale, essendo incorporate ai cardini o decumani massimi, non possono essere visibilmente numerate, dovremo per forza numerare solo le successive, conseguentemente la prima strada centuriale che troveremo, dovrà essere contrassegnata col numero 2, come pure con un 2 dovrà essere contrassegnato il primo quintario. Ipoteticamente questo sarebbe il modo per "limitare" i danni, ma rimangono molti interrogativi, che solo con il ritrovamento di un catasto, avente questo tipo di centuriazione, si potrà dare adeguate risposte.

La centuriazione di Imola e Faenza è stata tracciata con questo schema, errori e confusione compresi. Tracce di tale centuriazione, sono state riscontrate anche altrove, Minturno, Terracina ed in alcune zone della Francia, ma a mio parere è più diffusa di quello che pensiamo.

Pur senza spiegarne le ragioni, Frontino dice che questa è una centuriazione "sbagliata", aveva ragione, la confusione è ed era evidente, due strade, pur essendo esistenti, non risultano nelle mappe, non solo, con tale schema venivano formati dei saltus di 16 centurie, un saltus che mal si prestava a creare un diverso orientamento centuriale.

Centuriazione con diverso orientamento

(fig.4)

Se per una insieme di ragioni poteva esserci la necessita di cambiare l'orientamento della centuriazione, per esempio, a causa della non perfetta pendenza del terreno, oppure per creare un ben visibile confine di ager, si ricorreva alla pratica qui presentata. In questa maniera venivano risolti molti "problemi" fra cui il rovinare il minor numero di centurie, e fare in modo che le strade dei due ager continuassero a combaciare.

Per far questo era indispensabile tracciare il confine con un quintario, (ecco un esempio dimostrante che i confini di ager venivano tracciati con dei quintari), e la centuriazione doveva essere stata tracciata con lo schema delle 25 centurie. Come ben dimostrato dal disegno, dopo 5 centurie di "apertura", troveremo lo spazio esatto di una centuria, dopo dieci centurie lo spazio esatto di due centurie, dopo 15 centurie lo spazio esatto di tre centurie ecc. Con un saltus formato da 16 centurie questo non era possibile, infatti occorreva tagliare moltissime centurie.

Una curiosità da tenere presente, da Varrone si apprende che esistevano pure dei saltus formati da quattro centurie, un quintario ogni due centurie, ebbene se queste quattro centurie venissero divise per 4, le centurie diventerebbero 16, come il saltus di Frontino, ma in tal caso le centurie sarebbero più piccole.

Come è noto, quando si dice che i quintari, hanno pure il compito di delimitare i saltus, di 25, oppure 16 centurie, non sempre viene specificato la superficie di tali centurie, come pure non viene specificato se queste devono essere quadrate, oppure rettangolari, considerato che vi sono tracce di almeno una ventina di diverse centurie, i saltus delimitati dai quintari, potrebbero essere diversi nella forma e nella superficie.

Come si può notare rintracciare i quintari non è una "impresa" facile, ma neanche impossibile. Il cercare di rintracciarli, indipendentemente dal risultato, è pur sempre un approfondimento che sicuramente migliora la conoscenza della propria centuriazione, perciò, una azione utile.

Ultimissima curiosità, potrebbe anche accadere di trovare due quintari appaiati, cioè alla distanza di una sola centuria, ebbene in tal caso il problema si complica. Nel mio territorio ho trovato una situazione di questo tipo, ma penso di aver dato una esauriente spiegazione: esistenza in loco di una antichissima via, che per un certo periodo ha avuto anche funzioni transumanti, area interessata da antichissimi confini e da due percorsi di fiumi. Naturalmente, non è detto che in altri luoghi le ragioni siano identiche, occorre studiarle.

Un appello agli studiosi. Sono fermamente interessato a conoscere le varie realtà locali, come pure sono interessato a conoscere i vostri commenti.

POSTILLA

Ad articolo ultimato e spedito ad alcuni "addetti ai lavori", uno studioso di Pavia mi ha scritto rivolgendomi una serie di domande: "per quale ragione, nel conteggio delle strade del saltus di 16 centurie, lei ha ipotizzato la possibile scomparsa di due strade, sia la prima centuriale, che il primo quintario?

Quali le controindicazioni se nel conteggio venivano indicate entrambe le strade col numero uno, come infatti è stato fatto nel saltus da 25 centurie?

Giustissime domande che giustamente meritano una risposta. Considerato che non vi sono fonti che spieghino il comportamento degli agrimensori, ho provato ad immaginarlo e per prima cosa mi sono fatto due domande: i quintari venivano tracciati subito, oppure in un secondo momento? La numerazione delle strade veniva effettuata subito, oppure in un secondo momento? La risposta alla prima domanda sembra ovvia, sicuramente i quintari saranno stati tracciati subito, anche perchè tale strada doveva essere più larga delle centuriali. Per la seconda domanda la riposta è dubbiosa, subito o dopo? Se fatta subito, potevano rendersi conto degli errori che stavano commettendo e rimediare, per rimedio si intende fare invece il saltus da 25 centurie e conteggio relativo, se fatta dopo, constatavano gli errori commessi, ma non vi era più la possibilità di rimediare.

Vi sono buone ragioni per credere che la numerazione venisse effettuata in un secondo tempo, mentre i quintari venivano tracciati subito.

Tracciando subito i quintari, si saranno resi conto che creavano dei saltus da 16 centurie, ma non è detto che fosse considerato "un errore".

Conseguentemente: gli agrimensori esperti non includevano il cardine e decumano massimo. Subito od in seguito, numeravano progressivamente sia i quintari, che le strade centuriate, e vediamo la loro opera nei saltus da 25 centurie,

Gli agrimensori con poca esperienza: hanno incluso il decumano e cardine massimo, hanno creato dei saltus da 16 centurie, conseguentemente hanno creato la confusione che constatiamo nei saltus da 16 centurie.

La risposta che ho dato all'amico di Pavia è questa: se gli agrimensori avessero iniziato il conteggio non includendo, avrebbero di fatto costruito solo dei saltus da 25 centurie, perciò nessun problema.

Purtroppo i fatti, cioè l'effettiva esistenza dei satus da 16 centurie, ci dicono che gli errori sono stati commessi e conseguentemente, come io ho ipotizzato, due strade, pur essendoci, risultano"scomparse".

Biografia: Sgubbi Giuseppe

Classe1938, archeologo dilettante; ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere storico:

Solarolo dalla preistoria ad oggi (1977); Storia della Beata Vergine della Salute (1979); Contributo sul corso antico del Santerno nel territorio Solarolese (1983); Il territorio Solarolese dalla più remota antichità all'anno mille (1992); Circe, Ulisse ed Enea inAdriatico? (2000). Alla ricerca del toponimo Quinto ove nel536 d.C fu ucciso il re dei Goti Teodato"Historia Stuttgart 2 (2005); Un enigma di Pieve Ponte il titolare S Procolo 2003; Il Sillaro confine della Romagna 2003; Circe Ulisse ed Enea in Adriatico?2000; Giurisdizione civile ed ecclesiastica di Imola e Faenza in epoca romana 2006; Evoluzione ed aspettative riguardanti l'abitato preistorico scoperto nel territorio solarolese 2007