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15 Maggio 2012 SCIENZA
di Richard A. Lovett http://www.nationalgeographic.it
C'è un nuovo pianeta nel sistema solare ?
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tempo di lettura previsto 3 min. circa

Secondo un astronomo, orbiterebbe nella Fascia di Kuiper, oltre Plutone. Ma altri scienziati sono scettici.

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La famiglia di Plutone si allarga Una candelina per Nettuno, scoperto un anno* fa Una sonda europea per esplorare Giove Le mille mini-lune della Terra Lontano lontano, oltre Plutone, al limite estremo del nostro Sistema Solare, dove i telescopi non riescono a vederlo, potrebbe esserci un pianeta mai scoperto prima. A sostenerlo è Rodney Gomez dell'Osservatorio nazionale del Brasile, che ha rilevato anomalie nelle orbite dei cosiddetti oggetti della fascia di Kuiper, la zona del Sistema Solare che si estende al di là dell'orbita di Nettuno.

Negli ultimi anni sono stati scoperti numerosi oggetti della fascia di Kuiper: alcune decine hanno un diametro di qualche centinaio di chilometri, altri sono considerati pianeti nani, come lo stesso Plutone, che con i suoi 2.300 km è stato di recente "declassato" dopo essere stato considerato un pianeta a tutti gli effetti.

Secondo i calcoli di Gomes, l'orbita di alcuni di questi oggetti - compreso Sedna, il più grande tra i pianeti nani - non corrisponde a quella prevista dagli attuali modelli. Le spiegazioni possibili sono diverse, ma Gomes ritiene che la più semplice sia "la presenza di una massa planetaria": un pianeta che orbiti a grande distanza dal Sole ma abbia una massa sufficiente ad avere effetti gravitazionali sugli oggetti della Fascia di Kuiper.

Vagabondo cosmico?

Nella sua ricerca, Gomes ha analizzato l'orbita di 92 oggetti della Fascia di Kuiper, e ha poi paragonato i risultati a modelli computerizzati che simulavano la distribuzione di quegli oggetti sia in caso di presenza sia in quello di assenza del pianeta in più.

Senza il pianeta fantasma, sostiene Gomes, l'orbita allungata di sei degli oggetti della Fascia non coincide con quella prevista dal computer. Non è chiaro quanto dovrebbe essere grande questo pianeta per spiegare le osser, prosegue lo studioso: ci sono diverse possibilità. Potrebbe essere un pianeta grande più o meno come Nettuno (cioè il quadruplo della Terra) che orbitasse a 225 miliardi di chilometri dal Sole (cioè a una distanza 1.500 volte maggiore di quella della Terra); ma anche un oggetto grande come Marte (circa metà della Terra) con un'orbita molto allungata, che di tanto in tanto si avvicinasse a circa otto miliardi di chilometri dal Sole.

Gomez ritiene che l'oggetto misterioso potrebbe essere un pianeta "nomade", espulso dal proprio sistema solare e in seguito catturato dall'orbita del nostro Sole. O al contrario, il presunto pianeta potrebbe essersi formato vicino alla nostra stella, e poi essersi spostato verso orbite più lontane in seguito a incontri gravitazionali con gli altri pianeti.

In ogni caso un pianeta del genere sarebbe molto difficile da osservare direttamente. In primo luogo rifletterebbe pochissimo la luce; inoltre, le simulazioni di Gomes non danno alcuna indicazione su dove gli astronomi dovrebbero puntare i telescopi per vederlo: "Può essere dappertutto", dice lo studioso.

Insufficienza di prove

Altri astronomi sono incuriositi dai calcoli di Gomes ma aspettano prove più consistenti prima di riportare a nove il numero ufficiale dei pianeti del Sistema Solare. "Si tratterebbe di un fatto rilevante", sostiene ad esempio Rory Barnes della University of Washington. "Ma non mi sembra ci siano prove sufficienti. Gomes però ha indicato la strada per capire come un pianeta del genere modificherebbe una parte del nostro Sistema Solare. Quindi, anche se non ha trovato prove della sua esistenza, il fatto più importante è che ci ha mostrato come eventualmente trovare quelle prove.

Anche Douglas Hamilton, astronomo della University of Maryland, ritiene che le nuove osservazioni siano tutt'altro che definitive. "Dopo le osservazioni di Gomes l'esistenza del pianeta è solo un po' più probabile di prima. Non c'è la 'pistola fumante'". Hal Levison, del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado, è ancora più scettico: "Mi sembra improbabile che un pianeta piccolo come Nettuno abbia gli effetti osservati", commenta.

TAG: Computer