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6 Maggio 2012 MISTERO
di Cinzia Romani Il Giornale
In cerca di marziani il cinema trova i nostri buchi neri
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tempo di lettura previsto 3 min. circa

Extraterrestre, portami via. Un desiderio che, mentre ci troviamo ad affrontare un corpo a corpo con una quotidianità sempre più ostile, si realizza sul grande schermo.

Nell'aria c'è voglia di alieno: troppe le cose che non si riescono più a capire e tanto vale trasferirsi in altri mondi, in altri spazi, con altri corpi. O col teletrasporto, come capita in Men in Black III. Per scoprire, magari, che il primo "diverso" abita dentro di noi, o vicino a noi: è il nostro prossimo e pare solo un po' strano. Ha cominciato Battleship a sostenere che sulla Terra si aggirano extraterrestri a caccia d'una fonte di energia oceanica. E se i marziani di Tim Burton (Mars Attacks!) si disintegravano sulle note di Tom Jones, quelli di Peter Berg si disfano alla luce del sole. Le battaglie navali della Marina Usa in Battleship prendono di mira gli alieni, né c'è Rihanna che tenga: per quanto brava con la mitraglietta, la popstar se la vede brutta contro i mostri sottomarini.

Ma è Prometheus la Terra Promessa degli amanti del genere: dal 14 settembre Ridley Scott ci mostrerà di che cosa è capace, anche se rumours, trailer, fotografie e anticipazioni varie inondano quasi quotidianamente la rete e ci hanno già mostrato quasi tutto. Trentatrè anni dopo Alien, il film apripista che nel 1979 marcò il territorio del genere fantascientifico, arriva il prequel in 3D della saga. Stavolta, una spedizione scientifica cerca il pianeta che cela il segreto dell'origine dell'umanità. Pretenzioso? Vedremo: se la maggior parte delle pellicole sci-fi si focalizza sulla distruzione finale, qui Scott indaga sui primordi. Con premesse del genere, c'è da giurare che dimenticheremo gli extraterrestri viscidi e dentoni, combattuti dalla spilungona Sigourney Weaver. Oppure no? I più giovani ignorano di che cosa stiamo parlando, ma il kolossal dark di Scott proietta tutto nel 2089, quando, in un disegno rupestre, un uomo indica un'ignota costellazione. Ci sono altre civiltà terrestri? Andiamo a vedere, dice Noomi Rapace, che passa da Lisbeth a Elizabeth, come si chiama la sua cosmologa. Nel cast d.o.c., una gelida Charlize Theron, altissima e biondissima, fa l'antipatica finanziatrice della missione: è l'unica che non vomita, mentre vola nello spazio e modella il suo corpo con un paio di flessioni. Pare ci abbia preso gusto: girerà un altro film sci-fi di Rupert Wyatt, Agent 13. Se poi aggiungiamo che il sexy Michael Fassbender, qui figura come l'androide del cosmo accanto, le navi spaziali attireranno pure stormi di casalinghe. L'attore-scandalo del momento rivela: "Il linguaggio del corpo? Ho studiato Blade Runner".

Potente profumo di alien promana da Attack the Block. Invasione aliena (dal 30 maggio) di Joe Cornish, qui anche sceneggiatore d'un prodotto per ragazzi, vagamente educativo: sono gli adolescenti d'una periferia londinese a far fuori una strana creatura emersa dai rottami di un'auto. L'avessero mai fatto! Una razza aliena invaderà la città e il mondo.

A ciascuno il suo cinema, né stupisce che lo spirito marziano aliti in questi giorni sul cartone giap di Hayao Miyazaki Il castello nel cielo, con una ragazzina prigioniera a bordo di un'astronave e una pietra magica che vince la forza di gravità. Il mondo dell'innocenza perisce sotto i colpi di maglio di scienza e tecnologia, mentre corazzate volanti sovrastano i robot-soldati. Alla domanda se esista una copia della terra e di noi, risponde sì Another Earth (dal 18 maggio) di Mike Cahill: pianeti gemelli e repliche di noi stessi a sfare.

Il piccolo schermo, intanto che si allineano i pianeti e avanza una nuova spiritualità globale, punta su diversa serie, da Falling Skies (sul canale Sky in onda sul digitale terrestre Cielo, dal 7 maggio) e Visitors (su Italia Uno, dal 25 maggio): non ci resta che attendere.

Se non la fine del mondo preconizzata dai Maya per l'anno in corso, almeno incontri ravvicinati del terzo tipo.