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22 Aprile 2012 SCIENZA
Ansa
Italia in prima fila nelle ricerche sulla fusione
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L'Italia e' in prima fila nella ricerca sulla fusione nucleare e intende mantenere il primato a livello internazionale. Per questo il prossimo traguardo e' varare il progetto per realizzare un nuovo reattore sperimentale, Fast (Fusion Advanced Studies Torus), dal costo stimato in circa 300 milioni di euro e banco di prova per migliorare le tecnologie per la fusione.

''L'Italia ha tutte le carte per competere a livello internazionale'', ha osservato il commissario dell'Enea, Giovanni Lelli. D'altro canto tutti gli investimenti fatti finora dall'Italia nel progetto internazionale del reattore sperimentale a fusione Iter hanno avuto un ottimo ritorno. ''Dei miliardi spesi finora dalla comunita' internazionale nel progetto Iter, il ritorno per l'Italia e' stimato in circa 500 milioni, relativi a oltre 25 contratti assegnati a imprese italiane'', ha detto l'on. Amalia Sartori, presidente del comitato Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo.

Anche per il capo dipartimento per la Ricerca del ministero per l'Istruzione, l'Universita' e la Ricerca, Raffaele Liberali, ''la fusione e' una delle storie di successo nel mondo della ricerca e il mondo dell'industria ha beneficiato di questo successo per essere piu' forte in un contesto europeo e internazionale''.

Il progetto Fast e' la chiave per proseguire lungo questa strada di successi. Sviluppato dall'Enea e dalla Comunita' Europea dell'Energia Atomica (Euratom), e' la chiave per riuscire a mantenere le competenze sviluppate finora nell'ambito del progetto Iter, per il quale si sta pensando ad un finanziamento ulteriore di 1, 3 miliardi di euro, da sommare ai 6, 6 miliardi finora investiti nel progetto dai sette partner che vi partecipano (Unione Europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti, India e Corea del Sud). Fast dovrebbe essere quindi il laboratorio per sviluppare nuove competenze.

''Senza un nuovo esperimento l'Italia perderebbe capacita' di innovazione e possibilita' di alta formazione, con conseguenze negative sul settore industriale'', ha detto il direttore dell' Associazione Euratom-Enea, Aldo Pizzuto. ''In un momento difficile per il Paese - ha aggiunto - l'iniziativa proposta puo', con un modesto investimento, produrre un grande vantaggio competitivo per l'intero sistema in un settore ad alta tecnologia che potra' avere ricadute anche in altri campi''.

In quest'ottica, la prima cosa da fare, secondo Pizzuto e' ''acquisire il consenso internazionale che, con un supporto chiaro e tangibile, dia credibilita' non solo scientifica alla proposta''. In secondo luogo, ha concluso, va elaborata ''una proposta condivisa in ambito europeo'', grazie alla quale ''avere supporto e collaborazione dagli altri laboratori''.

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