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4 Aprile 2012 PALEONTOLOGIA
di James Owen http://www.nationalgeographic.it
TROVATA COMPAGNA DI "LUCY"
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tempo di lettura previsto 4 min. circa

La scoperta in Etiopia di un nuovo fossile suggerisce che Australopithecus afarensis non fosse l'unico ominide esistente 3-4 milioni di anni fa.

Milioni di anni fa, mentre la nostra antenata "Lucy" si aggirava nel Corno d'Africa, forse qualcun altro, dall'alto di un albero, osservava i suoi movimenti.

I ricercatori hanno ricostruito il fossile di un nuovo tipo di piede pre-umano risalente a 3, 4 milioni di anni fa, rinvenuto in Etiopia. Il fossile, parziale, non appartiene però alla specie di Lucy, Australopithecus afarensis, ritenuto finora l'unico ominide che viveva all'epoca nella regione: secondo gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Nature, il fossile potrebbe appartenere a una nuova specie coeva di Lucy.

Mentre quest'ultima però era già in grado di camminare eretta, la nuova specie avrebbe avuto un'andatura più scimmiesca e uno stile di vita prevalentemente arboricolo. "Non pensavamo che, una volta evoluta l'andatura bipede, vi fossero altre specie in grado di arrampicarsi e vivere sugli alberi", commenta il responsabile dello studio Yohannes Haile-Selassie, antropologo del Cleveland Museum of Natural History.

Scoperto nel 2009 nella zona di Burtele, nella regione dell'Afar, il piede fossile presenta un alluce separato simile a un pollice, una caratteristica essenziale per una creatura arrampicatrice. Le altre dita invece sono un misto di tratti decisamente scimmieschi (come ad esempio l'osso allungato del quarto dito, foto in alto) e di altri ominidi. Ma il fossile mostra anche caratteristiche tipiche di un'andatura eretta, come legamenti ed estremità che avrebbero consentito all'arto di estendere le dita durante la camminata.

Un cammino tortuoso

"Il piede appartiene a una specie che a terra riusciva a camminare meglio di una grande scimmia", dice Haile-Selassie, "ma che aveva comunque un'andatura meno efficiente di quella di Lucy a causa degli alluci".

Il fossile rinvenuto a Burtele è parziale, e quindi i ricercatori non sono in grado di affermare con certezza che appartenesse a una specie di ominide finora sconosciuta; possono però escludere sicuramente che "appartenesse ad Australopithecus afarensis", dice Haile-Selassie, le cui ricerche sono in parte finanziate dal Committee for Research and Exploration della National Geographic Society.

Tuttavia, i resti fossili somigliano molto a quelli di una specie di ominide più antico, Ardipithecus ramidus, vissuto circa un milione di anni prima. Secondo Haile-Selassie, il fossile di Burtele si muoveva in un modo molto simile: su due arti, anche se con difficoltà, sul terreno, e usando tutti e quattro gli arti quando era sugli alberi.

Il fatto che sia stato rinvenuto un piede simile a quello di Ardipithecus ma appartenente a un'epoca più recente fa pensare che i nostri primi antenati abbiamo seguito un percorso evolutivo verso il bipedismo molto più tortuoso di quanto immaginassimo", dice Bruce Latimer della Case Western Reserve University, uno degli studiosi del fossile; secondo Latimer, la scoperta "aggiunge un altro tassello a quel grande puzzle che è il passaggio da un piede primitivo a un piede umano moderno".

Un panorama affollato?

Daniel Lieberman, biologo dell'evoluzione all'Università di Harvard, che non ha partecipato alla ricerca, è d'accordo nel ritenere il fossile molto simile ad Ardipithecus.

"Sembra proprio lo stesso tipo di piede, solo un milione di anni più recente: il che indica che quella linea evolutiva non si è estinta con l'avvento delle australopitecine", commenta. "Mentre Lucy e i suoi simili camminavano eretti, altri ominidi si spostavano in modi molto diversi".

Ciò detto, Lieberman mette in guardia dall'attribuire eccessiva importanza al ritrovamento, in quanto, spiega, "è noto già da qualche tempo che all'epoca esistevano vari tipi di piede. Ve ne sono vari frammenti fossili raccolti qua e là, e tutti indicano che il passaggio al bipedismo è stato alquanto complesso. Non modifica sostanzialmente ciò che già sapevano, piuttosto ne è una conferma".

Tuttavia, gli autori della scoperta di Burtele ribadiscono che il fossile è la prima prova certa del fatto che fra 3 e 4 milioni di anni fa vivesse più di una specie di ominide. Esiste già, peraltro, un contendente al titolo di "vicino" di Lucy, ed è Kenyanthropus platyops, un presunto antenato dell'uomo risalente alla stessa epoca.

Alcuni ricercatori però ritengono, a causa delle deformazioni subite dal cranio fossile di K. platyops, che esso costituisca in realtà solo una variante kenyana di A. afarensis; se così fosse, il fossile di Burtele sarebbe l'unica testimonianza concreta del fatto che Lucy non era sola.

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