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7 Marzo 2012 SCIENZA
di Brian Handwerk http://www.nationalgeographic.it
C'E' OSSIGENO IN UNA LUNA DI SATURNO
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C'è ossigeno nell'atmosfera di Dione, uno dei satelliti naturali di Saturno: solo un soffio, certo non abbastanza da permettere a un uomo di respirare, precisano gli scienziati della NASA che hanno dato l'annuncio. Alla superficie di Dione, l'ossigeno è rarefatto come a oltre 480 mila metri sopra la superficie terrestre.

Già in passato gli scienziati avevano dedotto la presenza di ossigeno da alcune "impronte" che Dione lasciava attraversando il campo magnetico di Saturno. il 7 aprile 2010, però, la sonda Cassini, passando accanto al satellite, ha per la prima volta "annusato" il gas direttamente.

Ossigeno senz'alberi

L'ossigeno presente nell'atmosfera terrestre è in gran parte un sottoprodotto della fotosintesi realizzata da batteri, fitoplancton, alberi ecc. Ma Dione, naturalmente, non ha piante, e quindi il suo sottile strato di ossigeno è molto probabilmente prodotto dall'interazione tra le particelle spaziali e il ghiaccio sulla sua superficie. A quanto pare, quando i fotoni provenienti dal Sole e le particelle cariche di energia provenienti dal campo magnetico di Saturno colpiscono il ghiaccio, liberano le molecole di ossigeno e idrogeno presenti al suo interno.

"Saturno ha un campo magnetico particolarmente intenso con un sacco di particelle ionizzate che ruotano ad altissima velocità", dice Robert Tokar, astronomo al Los Alamos National Laboratory e coautore della ricerca su Dione. Quando queste particelle sbattono "contro la superficie del satellite, l'impatto produce spruzzi di vapore acqueo e ossigeno".

Qualche speranza in più per la vita?

Questo meccanismo di produzione dell'ossigeno potrebbe essere comune anche su altri satelliti di Saturno, e potrebbe rivelarsi un elemento chiave per la presenza della vita nel nostro Sistema solare e oltre.

Sempre secondo i dati rilevati da Cassini, ad esempio, esiste ossigeno anche attorno a Rea, un altro satellite del pianeta. E secondo Tokar il bombardamento di particelle solari potrebbe liberare ossigeno sia intorno agli anelli ghiacciati di Saturno sia su alcune lune di Giove, tra cui Ganimede, Callisto ed Europa.

Dione, in realtà, non è considerato adatto a ospitare la vita: ha una temperatura media di -186 gradi centigradi e, almeno allo stato delle conoscenze, non possiede acqua in forma liquida, prerequisito considerato essenziale per la presenza di forme di vita così come le conosciamo. Ma il processo di formazione dell'ossigeno che avviene sul pianeta può aiutare gli scienziati a calibrare meglio la ricerca della vita altrove.

"Pensiamo a Europa, il satellite di Giove: se l'ossigeno prodotto in questo modo ha potuto in qualche modo entrare in contatto con uno degli oceani nel sottosuolo, dove c'era il carbonio, ecco che potrebbero essere nate forme di vita microbica", sostiene Tokar.

Prodotto da "bombardamenti" spaziali (e non da forme di vita come avviene sulla Terra), l'ossigeno può comunque alimentare processi biologici. Gran parte degli animali, ad esempio, lo usano per trasformare i nutrienti in energia. "Probabilmente il meccanismo che abbiamo identificato si verifica non solo nel nostro Sistema solare ma anche in altri sistemi planetari", conclude lo studioso.

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