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19 Gennaio 2012 ARCHEOLOGIA
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A MARCENA DI RUMO UN PROBABILE FORNO MEDIEVALE PER FONDERE L'ARGENTO
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Un manufatto di probabile utilizzo artigianale, legato all'economia dell'estrazione e del commercio dell'argento; una struttura sotterranea, molto ben conservata, che consiste in un lungo tunnel, di circa 80 metri, da cui si diparte una serie di stanze e di quelli che sembrano forni e camini. Lo studio delle testimonianze documentali legate all'antica economia mineraria della zona fa pensare, ipotesi che andrà confermata dalle ricerche archeologiche, che attorno ad ogni forno potessero lavorare fino a otto persone. Il rinvenimento si trova a Marcena di Rumo in Val di Non, non distante dall'abitato e in una zona ben collegata da una viabilità che risale ai secoli scorsi. Una prima analisi fa pensare si tratti di un impianto per la separazione dell'argento dal piombo e dal rame, che doveva essere in funzione già nel Medioevo e essere funzionale alla allora fiorente economia legata al commercio di questo metallo che caratterizzava le comunità alpine. Le indagini archeologiche, che si baseranno su criteri scientifici, impegneranno a lungo il personale della Soprintendenza per i Beni Librari, Archivistici e Archeologici della Provincia autonoma di Trento, che dovrà datare con precisione il manufatto e stabilire quale fosse il suo utilizzo reale, basandosi sugli indizi presenti sul sito. Questa mattina la scoperta è stata presentata in Provincia, assieme al progetto di valorizzazione degli antichi sentieri che i minatori percorrevano per raggiungere le miniere della Val di Rumo e della parte alta della Val di Non. I dettagli delle iniziative, che coinvolgeranno diversi comuni della zona, saranno pubblicamente illustrati sabato 14 gennaio prossimo alle 20 e 30 presso l'auditorium di Marcena di Rumo.

Alla conferenza stampa, accanto all'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza, erano presenti Livio Cristofolini, Soprintendente per i beni librari, archivistici e archeologici, i funzionari della Soprintendenza ed inoltre Roberto De Laurentis, presidente dell'Associazione artigiani della Provincia di Trento, i sindaci dei comuni di Rumo, Proves, l'assessore alla cultura della Comunità della Val di Non Laura Cretti, l'assessore alla cultura del comune di Rumo Graziano Eccher, l'architetto Paolo Zamatteo, esperto di storia mineraria, e il signor Sergio Vegher, artigiano di Rumo e delegato dell'Associazione Artigiani, con il suo gruppo di lavoro appena formato, che è l'autore del ritrovamento e il promotore del progetto di valorizzazione della scoperta. Nel progetto sono coinvolti anche i comuni di Livo e Revò.

Tutto è nato in modo casuale, come ha spiegato Sergio Vegher, quando nell'intento di valorizzare il sentiero lungo il torrente Lavazè, che in origine si chiamava Rumès, ha scoperto che in passato erano stati trovati, dal proprietario di un terreno vicino al corso d'acqua, i resti di quello che era sembrato subito un forno legato all'attività estrattiva. Da questa scoperta è partito un progetto che permetterà di recuperare l'infrastruttura e valorizzare il contesto territoriale in cui è inserita, di cui fanno parte quattro comuni.

"Si tratta - ha detto l'assessore Panizza - di una importante iniziativa che si inserisce in un progetto culturale che vede coinvolto quasi tutto il Trentino nella riscoperta della storia e degli elementi di identità legati all'economia estrattiva. L'assessorato è impegnato infatti nella valorizzazione della rete dei luoghi tradizionali del sistema minerario ed estrattivo del Trentino, un progetto che va dall'Alta Val di Non all'Argentario, dalla Valle dei Mocheni alla zona di Predazzo. Oggi va sottolineato che sia le istituzioni locali che le comunità interessate hanno mostrato entusiasmo in questo processo di riscoperta e capacità di lavorare assieme per l'ulteriore valorizzazione di un territorio molto bello e già ricco di numerosi elementi che lo rendono particolarmente attrattivo".

Il sindaco di Rumo Michela Noletti ha sottolineato di credere molto in un progetto che si rivelerà importante per l'intera valle e, anche attraverso la valorizzazione dei sentieri del mondo minerario, creerà un'offerta peculiare sia sul piano culturale che dell'attrattività dell'intera zona. Il sindaco del comune altoatesino di Proves Ulrich Gamper ha manifestato a sua volta grande interesse per un progetto che vedrà coinvolte anche le miniere presenti sul territorio del suo comune. L'assessore alla cultura della Comunità della Val di Non Laura Cretti ha aggiunto che oltre all'indubbia valenza turistica, valorizzare i luoghi e le attività dell'economia mineraria avrà una importante funzione anche in ambito didattico. "Siamo di fronte - ha detto il presidente degli artigiani trentini Roberto de Laurentis - ad una testimonianza importante delle nostre radici, di come eravamo. E' la prova che dietro ad ogni comunità c'è sempre un uomo con le sue idee, la sua inventiva e la capacità di innovare, di creare oggetti, di fare anche arte".

"L'archeologia - ha spiegato Franco Nicolis della Soprintendenza per i Beni Librari, Archivistici e Archeologici - è per definizione la scienza che cerca risposte studiando gli indizi. In questo senso sarà stimolante lavorare su un rinvenimento che crea più domande che risposte e che dovrà essere analizzato, per stabilirne scientificamente datazione e funzione, in relazione al contesto in cui si trova. Per studiarlo ci avvarremo della nostra esperienza in materia di archeometallurgia e delle collaborazioni scientifiche che abbiamo già attivato con istituti specialistici europei. Dovremo fare uno studio dettagliato che non escluda alcun tipo di indagine". (lr)