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20 Dicembre 2011 ARCHEOLOGIA
Owen Jarus http://sbf.custodia.org
Il mistero dei rotoli del Mar Morto chiarito alla luce dei prodotti tessili
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Sulla base di quasi 200 frammenti di tessuto rinvenuti in alcune grotte a Qumran, dove erano stati depositati i Rotoli del Mar Morto, i testi potrebbero essere stati scritti, almeno in parte, da un gruppo settario chiamato "Esseni".

I ricercatori sono divisi su chi abbia composto i testi contenuti nei Rotoli del Mar Morto e a come essi siano giunti a Qumran. Recenti scoperte potrebbero aiutare a chiarire questo mistero di vecchia data.

La ricerca rivela che tutti i tessuti erano fatti di lino, e non di lana, che era il tessuto preferito nell'antico Israele. Inoltre, benché i prodotti tessili di quel periodo avessero spesso colori vividi, questi non hanno alcuna decorazione, anzi alcuni sono persino sbiancati. Secondo la gran parte dei ricercatori, questi risultati suggeriscono che gli Esseni, un'antica setta giudaica, avrebbero "protetto" con stoffa alcuni dei rotoli.

Non tutti sono d'accordo con questa interpretazione. Un archeologo che ha fatto scavi a Qumran, sostiene che il lino potrebbe provenire da persone in fuga dall'esercito romano dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C, . e che sarebbero stati loro, di fatto, a porre i rotoli nelle grotte.

I FAMOSI ROTOLI

I Rotoli del Mar Morto contengono circa 900 testi; di questi, il primo gruppo fu scoperto da un pastore beduino nel 1947. Sono tutti databili a prima del 70 d.C., e alcuni potrebbero risalire indietro fino al III secolo a.C. I rotoli contengono una grande varietà di scritti: alcune antiche copie della Bibbia Ebraica, inni, calendari, salmi e altre opere. Nelle grotte sono stati rinvenuti quasi 200 frammenti tessili, e alcuni esemplari sono stati ritrovati a Qumran, il sito archeologico vicino alle grotte dove i rotoli erano nascosti.

Orit Shamir, curatrice dei materiali organici presso l'Israel Antiquities Authority, e Naama Sukenik, dottoranda presso la Bar-Ilan University [di Tel Aviv], hanno comparato i tessuti di lino bianco trovati nelle undici grotte con esemplari rinvenuti in altri siti dell'antico Israele, e hanno pubblicato i loro risultati nell'ultimo numero della rivista Dead Sea Discoveries.

Un grande passo avanti nello studio di questi resti è stato fatto nel 2007, quando una squadra di archeologi è riuscita a dimostrare che i tessuti di lana trovati presso un sito a sud di Qumran, noto come la Grotta di Natale, non hanno alcun rapporto con gli abitanti del sito di Qumran. Questo ha permesso a Shamir e Sukenik di concentrarsi sui 200 frammenti ritrovati nelle grotte e sul sito stesso di Qumran, sapendo che questi sono gli unici tessuti che hanno qualcosa a che vedere con i rotoli. Le due esperte hanno scoperto che ogni singolo frammento è di lino, nonostante che a quel tempo la lana fosse il prodotto più popolare in Israele. Hanno anche constatato che in un primo tempo i tessuti devono essere stati usati, per la maggior parte, come indumenti, in seguito sono stati fatti a pezzi e riutilizzati per altri scopi, per bendaggi o per imballare i rotoli all'interno di giare. Alcuni dei tessuti sono stati sbiancati, e la maggior parte è senza decorazioni, che invece sono comuni nei tessuti provenienti da altri siti dell'antico Israele.

Secondo i ricercatori, i ritrovamenti suggeriscono che chi risiedeva a Qumran vestiva in modo semplice. "Volevano distinguersi dal mondo romano, " ha dichiarato Shamir. "Erano molto umili, non volevano indossare tessuti colorati, volevano usare tessuti molto semplici". I proprietari degli indumenti probabilmente non erano poveri, giacché un unico frammento aveva una toppa. Secondo Shamir, "questo è molto, molto importante: l'uso delle toppe è connesso con la condizione economica del sito". Shamir rileva che i tessuti ritrovati in siti dove le persone erano sotto pressione sono spesso rattoppati, come ad esempio nella Grotta delle Lettere che fu usata in una rivolta contro i romani. Al contrario, afferma Shamir: "Se il sito è in una situazione economica molto buona, se è molto ricco, i tessuti non avranno toppe. Per ciò che riguarda [la condizione economica di] Qumran, ritengo che fossero nella media, ma sono sicura che non erano poveri".

Robert Cargill, professore presso l'University of Iowa, ha scritto in abbondanza su Qumran e ne ha sviluppato un modello virtuale. Secondo lui, anche le prove archeologiche provenienti dal sito, comprese le monete e gli oggetti in vetro, indicano che i suoi abitanti non erano poveri. Cargill sostiene che per il sito il commercio fosse importante: "Ben lungi dall'essere edifici monastici, ritengo che a Qumran ci fosse ricchezza, almeno una qualche forma di ricchezza. Penso che producessero in proprio la loro ceramica e che ne vendessero una parte, penso che allevassero animali e ne vendessero, penso che producessero miele e lo vendessero".

CHI HA SCRITTO I ROTOLI DEL MAR MORTO?

Gli studiosi sono divisi riguardo agli autori dei Rotoli del Mar Morto e su come i testi giunsero a Qumran. Alcuni sostengono che i rotoli siano stati scritti nel sito stesso, mentre secondo altri sarebbero stati scritti a Gerusalemme o altrove in Israele.

Il sito di Qumran fu scavato da Roland de Vaux negli anni '50. L'archeologo concluse che il sito era stato abitato da una setta religiosa, chiamata gli Esseni, che scrisse i rotoli e li depositò nelle grotte. Negli scavi furono portate alla luce alcune piscine con acqua, che de Vaux credette fossero state utilizzate per bagni rituali, e alcuni calamai, ritrovati in una stanza cui fu dato il nome di "scriptorium". Sulla base dei suoi scavi, gli studiosi stimarono la popolazione del sito a circa 200 unità.

Indagini archeologiche più recenti, guidate da Yitzhak Magen e Yuval Peleg dell'Israel Antiquities Authority, suggeriscono, al contrario, che il sito non avrebbe potuto sostentare più di qualche dozzina di persone e che non avrebbe avuto alcun collegamento con i rotoli stessi. Questi archeologi ritengono che i rotoli siano stati depositati nelle grotte da alcuni profughi che scappavano dall'esercito romano dopo la conquista di Gerusalemme nel 70 d.C. Magen e Peleg hanno scoperto che il sito nacque attorno al 100 a.C. come avamposto militare usato dagli Asmonei. Dopo la presa della Giudea da parte dei romani nel 63 a.C., il sito fu abbandonato e, infine, subentrarono dei civili, che lo usarono per la produzione della ceramica. I due archeologi hanno scoperto anche che nelle piscine portate alla luce da de Vaux si trova un sottile strato di argilla da vasaio.

Ci sono anche opinioni differenti. Secondo Cargill, anche se l'insediamento di Qumran nacque come un forte, fu in seguito occupato da un gruppo settario, i cui membri erano particolarmente attenti alla purità rituale. "Che fossero Esseni o meno, " afferma, "è tutta un'altra questione". Questo gruppo, molto più piccolo della prima stima di 200 persone, avrebbe scritto alcuni dei rotoli, mentre ne raccoglieva altri. Inoltre, anche altri gruppi, che non facevano parte della comunità di Qumran, potrebbero aver depositato dei rotoli nelle grotte.

GLI INDUMENTI POSSONO RISOLVERE IL MISTERO?

La nuova ricerca sui tessuti potrebbe aiutare a identificare gli scrittori dei Rotoli del Mar Morto. Secondo Shamir, è inverosimile che i rotoli siano stati depositati nelle cave da chi era in fuga dai romani. Se così fosse stato, nelle grotte si sarebbe trovata, accanto ad altri indumenti, anche lana, dato che era il tessuto più popolare nell'antico Israele: "Se delle persone fossero fuggite da Gerusalemme, avrebbero preso con sé ogni sorta di tessuti, e non solo lino. Le persone che fuggirono alla Grotta delle Lettere, presero con sé indumenti di lana".

Peleg, l'archeologo che ha condiretto il recente lavoro archeologico a Qumran, non è d'accordo con quest'affermazione. Rimane dell'idea che non ci siano connessioni tra il sito e i rotoli depositati nelle grotte: "Dobbiamo ricordare che quasi tutti i tessuti sono stati ritrovati nelle grotte e non presso il sito. La questione principale è la connessione esistente tra il sito e i rotoli. Si possono trovare anche altre spiegazioni al fatto che i rotoli sono stati ritrovati insieme al lino". Ad esempio, il lino potrebbe essere stato scelto come involucro dei rotoli per motivi religiosi o forse i responsabili per la conservazione dei rotoli erano sacerdoti e indossavano indumenti di lino. "Gli abiti sacerdotali erano fatti di lino", scrive Peleg.

Nel loro articolo Shamir e Sukenik affermano che il tessuto ritrovato nelle grotte dei Rotoli del Mar Morto è simile alla descrizione storica degli abiti degli Esseni, il che suggerisce che vivessero davvero a Qumran. Le due studiose si riferiscono allo storico giudeo Giuseppe Flavio, il quale scisse che gli Esseni "consideravano molto importante mantenere asciutta la pelle e vestirsi sempre di bianco". (Tuttavia, Giuseppe Flavio non ha mai fatto alcun riferimento al fatto che i loro indumenti fossero di lino, sottolinea Peleg.) Giuseppe Flavio ha scritto anche che gli Esseni erano molto frugali per ciò che riguardava il vestiario, e che condividevano tra loro i beni: "Nel loro abbigliamento e nella condotta somigliano a bambini rigorosamente disciplinati. Non cambiano gli abiti o le scarpe finché non sono ridotti a brandelli o logori dall'uso. Tra loro non si compra e non si vende, ma ognuno dà ciò che possiede a chiunque abbia bisogno e riceve da lui in cambio qualcosa di utile per se stesso". Nel loro articolo Shamir e Sukenik fanno notare che anche Filone di Alessandria ha scritto che gli Esseni vestivano abiti semplici e di stile ordinario: "E non solo la loro tavola è in comune, ma anche i loro vestiti. In inverno, infatti, hanno pronta una scorta di robusti mantelli e in estate vesti senza pretese, cosicché chi lo desidera può facilmente prendere ogni indumento che vuole, dato che ciò che ciascuno possiede, è considerato proprietà di tutti, e viceversa, ciò che tutti possiedono, è di ciascuno."

Cargill sostiene che il tessuto sia una prova ulteriore che a Qumran viveva un gruppo giudaico settario: "Ci sono prove della presenza di un gruppo che allevava i propri animali, pressava il proprio miele di datteri, sembrava indossare vesti distintive e produceva la propria ceramica, e seguiva un proprio calendario, quanto meno un calendario diverso da quello dei sacerdoti del tempio. Tutti questi sono segni di un gruppo settario". Lo studioso ritiene importante la presenza di mikveh (bagni rituali) all'interno del sito e il fatto che gli abitanti potevano produrre ceramica ritualmente pura. Sembra che questo gruppo volesse separarsi dai sacerdoti del tempio di Gerusalemme. "C'è una congruenza - aggiunge Cargill - tra molti dei documenti settari, che appare calzante con un gruppo settario separato dal sacerdozio del tempio di Gerusalemme". Secondo la teoria di Cargill, la gente di Qumran avrebbe scritto alcuni dei rotoli, mentre ne avrebbe raccolti altri: "Ovviamente non hanno scritto tutti i rotoli". La datazione indica che alcuni dei rotoli furono scritti prima che Qumran nascesse. Un rotolo inconsueto, fatto di rame, potrebbe essere stato depositato dopo l'abbandono di Qumran nel 70 d.C. Per Cargill, alcuni dei rotoli potrebbero essere stati messi nelle grotte da persone esterne alla comunità. Se così fosse, anche alcuni dei tessuti potrebbero essere appartenuti a persone esterne a Qumran: "Se è vero che non tutti i Rotoli del Mar Morto sono attribuibili ai membri della setta di Qumran, ne consegue che non tutti i tessuti scoperti nelle grotte sono un loro prodotto".

C'ERANO DONNE A QUMRAN?

La nuova ricerca potrebbe far luce anche su chi abbia prodotto i tessuti. I tessuti sono di alta qualità e, sulla base delle scoperte presso il sito, dove ci sono poche testimonianze di fusi o pesi da telaio, la squadra di archeologi ritiene inverosimile che siano stati prodotti a Qumran. Per Shamir "questo è molto, molto importante, perché la filatura è legata alla presenza delle donne". I tessuti furono probabilmente prodotti in un altro luogo in Israele, dove le donne rivestivano un ruolo nella loro produzione. Questo lascia supporre che solo poche donne vivessero nella stessa Qumran: "La tessitura è connessa sia a uomini sia a donne, ma la filatura era una produzione unicamente femminile, e questo non si trova a Qumran".