Ormai è una prassi degli ultimi tempi, diffondere - senza verifica - notizie in pasto alla gente, così sensazionali che ormai sono diventate - purtroppo - una triste consuetudine.
L'ultima in ordine di tempo è quella della cosiddetta "mummia extraterrestre".
La notizia, veicolata sul web in primis da "Daily Mail" (sito non nuovo a dicerie simili) e poi ripresa anche da siti ufologici italiani, illustra l'informazione data dal presunto antropologo Renato Riquelme Davila, il quale asserisce di aver scoperto un "essere non umano" all'interno del Museo Antropologico Privato, una reliquia mummificata situata all'interno della struttura di Quispicanchi a Cuzco.
Renato Riquelme Dalva, inoltre, dichiara che l'essere è alto 50 centimetri, ha un cranio triangolare e tremendamente più grande del resto del corpo. Inoltre ha affermato che medici spagnoli e russi, venuti in loco per analizzarla, hanno asserito che era per davvero un essere non di questo mondo.
Come avete notato, ci sono molti punti oscuri sulla vicenda. Abbiamo un antropologo che non riconosce di primo impatto di cosa si tratti e si rivolge a medici "non identificati" che fanno un'analisi visiva (alla faccia delle ripetute e rigorose analisi galileiane) e affermano immediatamente che si tratta di un extraterrestre. Non parliamo poi della struttura, una casa adibito a Museo Antropologico, non ha senso logico. Poi, facendo una ricerca su Google per trovare studi scientifici di questo antropologo, ci si rende conto che quest'uomo è conosciuto solo...per quello che ha pubblicato "Daily Mail".
Ma non finisce qui, per saperne di più ho contattato - scrivendo su forum apposito - il sito di "Criptozoo", portale italiano che si occupa di Criptozoologia, composto da gente preparata, esperta e che "lavorano sul campo" - anche - su mammiferi e primati.
Uno dei moderatori del sito, l'utente "Mauro", mi ha subito risposto affermando ciò:
"Si tratta di un mammifero...e di un primate per giunta. Si tratta di un cranio umano (come facilmente visibile dalla dentizione e dalle suture craniche) artificialmente deformato. Visto il luogo del ritrovamento si potrebbe anche azzardare un'appartenenza (Cultura Paracas), ma molte culture dell'America Centrale e Meridionale (inclusi i celebri Maya) praticavano la deformazione artificiale del cranio dei neonati, quindi il campo è aperto. Niente che non si sapesse già quindi".
Quindi un mistero risolto, prima del nascere. Quanto ancora dobbiamo sorbirci il sensazionalismo che ormai ha stancato?
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