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13 Ottobre 2011 ARCHEOLOGIA
Jury Leveratto Jury Leveratto
Grande scoperta nelle Ande peruviane
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100 anni dopo l'annuncio dell'esistenza di Machu Picchu, un team di ricercatori indipendenti è giunto presso le rovine di una cittadella sconosciuta, nascosta nell'intricata "selva alta", della regione di Cusco.

l team di esploratori, guidati dallo statunitense Gregory Deyermenjan, al quale ha partecipato l'italiano Yuri Leveratto, ha potuto ubicare una cittadella nascosta dopo molti giorni di difficili ricerche, attraverso una delle foreste più intricate e pericolose del Sud America. Per leggere l'articolo dettagliato della spedizione clicca qui: Spedizione nella cordigliera di Paucartambo: l'enigma delle rovine di Miraflores.

A 100 anni dalla riscoperta di Machu Picchu da parte dello statunitense Hiram Bingham, in Perú sono ancora nascosti molti siti archeologici di grandissima importanza. Ancora viva è la leggenda del Paititi, l'El Dorado incaico, una cittadella nascosta nella selva adiacente al mitico "altopiano di Pantiacolla", dove si sarebbero nascosti gli Incas fuggitivi durante la conquista del Cusco da parte degli spagnoli.

Secondo le leggende successive alla conquista, nel Paititi, la cittadella fortificata, costruita in piena selva vergine, i discendenti degli Incas avrebbero mantenuto vive le loro tradizioni e avrebbero protetto i simboli sacri del loro impero ormai conquistato: il grande disco solare d'oro rappresentante il Dio Viracocha, una statua antropomorfa d'oro di Viracocha e la magnifica catena d'oro di Huascar, un gioiello lungo ben duecento metri del peso stimato di circa una tonnellata.

Probabilmente i discendenti degli Incas occultatrono nel loro Paititi anche antichissimi codici, chiamati quipu, con i quali non solo si soleva misurare ma anche comunicare dei concetti, oltre a tavole petree incise con una scrittura esoterica detta quellca, risalente all'antichissimo impero di Tiahuanaco.

Secondo i ricercatori del team guidato da Gregory Deyermenjan, la cittadella scoperta nella selva vergine, fu quasi sicuramente costruita in epoche remote pre-incaiche ed utilizzata sia come centro agricolo, che come santuario religioso. A chi erano destinate le derrate agricole prodotte nelle vicinanze della cittadella? Forse ad un centro maggiore, ubicato oltre l'altopiano di Pantiacolla, il leggendario Paititi?

La scoperta delle rovine della cittadella, ubicata in una montagna che viene denominata "Cerro Miraflores", è di massima importanza per le future ricerche del Paititi, da effettuarsi seguendo antichi cammini di pietra, che, da altezze di circa 3500-4000 metri sul livello del mare, si inoltrano nella selva umida dei bacini del Rio Timpia e del Rio Alto Manu. Sono luoghi quasi inacessibili, sia per il clima, rigido e nebbioso nell'altopiano, e torrido e umidissimo nelle zone tropicali, sia per la difficile orografia del terreno, e non ultimo per la presenza, nelle foreste adiacenti, di pericolosi indigeni non-contattati, (Kuga-Pacoris, Masco Piros, Toyeris e Amahuacos).

I ricercatori del team indipendente guidato da Gregory Deyermenjian sono sicuri che l'individuazione e lo studio delle rovine di Miraflores rappresenti un passo di massima importanza per la futura ubicazione del Paititi, un mito che resiste da quasi 500 anni.

YURI LEVERATTO

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Il testo dell'articolo dettagliato è leggibile qui: Spedizione nella cordigliera di Paucartambo: l'enigma delle rovine di Miraflores

E' possibile riprodurre questo comunicato stampa integralmente indicando il nome dell'autore e la fonte www.yurileveratto.com/it

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