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29 Agosto 2011 PALEONTOLOGIA
di Sabrina Valle http://www.nationalgeographic.it
Il mostro marino dell'Antartide
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La presenza di plesiosauri nel continente antartico potrebbe essere più antica di quanto ritenuto finora: la scoperta di alcuni frammenti fossili datati 85 milioni di anni sposta indietro di 15 milioni di anni l'arrivo di questi rettili marini in Antartide.

"I resti studiati non appartengono a nessuno dei gruppi riconosciuti ad oggi nel continente, e ciò suggerisce una maggiore varietà di specie di plesiosauri dell'Antartide", spiega Alexander Kellner, paleontologo dell'Università Federale di Rio de Janeiro.

Il plesiosauro appena scoperto era lungo circa sette metri, ma i frammenti di vertebre, cranio e pinne analizzati non sono sufficienti per permettere l'identificazione della specie di appartenenza. I plesiosauri erano rettili marini che dominarono i mari della Terra tra i 205 e i 65 milioni di anni fa; durante il Giurassico medio (176-161 milioni di anni fa) si diffusero nell'Emisfero Merdionale. Questi animali acquatici potevano avere taglie e caratteristiche diverse, ma erano tutti accomunati dalla testa piccola, il collo lungo e il grande corpo. "Se il mostro di Loch Ness è mai esistito, sarebbe sicuramente assomigliato al nuovo plesiosauro", commenta Kellner.

(Leggi anche L'affettuosa mamma plesiosauro e Il gigantesco mostro marino della preistoria)

I resti dell'esemplare studiato si trovavano in mezzo a oltre due tonnellate di materiale, fossili e campioni di roccia, prelevati durante due spedizioni condotte da Kellner, nel 2006 e nel 2007, nell'Isola di Ross, in Antartide. Questo materiale, conservato al Museo Nazionale del Brasile, comprende principalmente resti di invertebrati e piante, tra cui tre frammenti di albero riferibili alla stessa epoca in cui viveva il plesiosoauro.

"Questi frammenti di albero dimostrano che a quel tempo in Antartide c'erano delle foreste. Siamo convinti che questi animali vivessero in un clima temperato completamente diverso dall'attuale", conclude Kellner.

L'articolo sul nuovo mostro marino è stata pubblicata su Polar Research.