
I resti fossilizzati di un canide vissuto 33.000 anni fa, secondo uno studio archeozoologico pubblicato su PLoS ONE, appartengono all'esemplare di cane domestico ben conservato più antico finora ritrovato.
Il cranio e la mascella del canide oggetto della ricerca vennero recuperati durante gli scavi condotti nella grotta di Razboinichya, nei Monti Altai nella Siberia meridionale, durante gli anni '70.Il cane è la specie domestica più antica, e la sua presenza a fianco dell'uomo è ben documentata a partire da 14.000 anni fa. Esempi più antichi sono invece molto rari. Questo in parte è dovuto all'intercorrere dell'ultima glaciazione che avvenne tra i 26.000 e 19.000 anni fa, cioè quando le calotte glaciali raggiunsero la loro massima espansione.
Con i pochi fossili a disposizione è stato quindi particolarmente difficile per gli scienziati comprendere l'inizio del processo di domesticazione del cane, che secondo gli esperti potrebbe essere avvenuto nell'arco di 50-100 anni.
"Questo ritrovamento è molto importante, il nostro è un caso veramente fortunato", commenta Yaroslav Kuzmin, coautore dello studio e ricercatore presso la Russian Academy of Sciences.
Il cane di Razboinichya
La grotta di Razboinichya, secondo Kuzmin, era frequentata per brevi periodi da gruppi di cacciatori-raccoglitori, come indicano i frammenti di carbone e di ossa bruciate presenti nello stesso livello in cui si trovava il fossile. Il canide, che forse era un loro animale domestico, è morto nella grotta e le sue ossa si sono conservate perfettamente grazie alle rigide temperature e alle condizioni alcaline del terreno.
I ricercatori hanno datato il cranio e la mascella del canide russo con il metodo del radiocarbonio, inviando i campioni a tre diversi laboratori. Tutti i laboratori hanno confermato la stessa datazione: 33.000 anni.
Gli archeozoologi hanno poi confrontato la morfologia del canide russo con quella di lupi selvatici moderni e antichi, di cani domestici e con i resti di alcuni esemplari di un antico cane vissuto più di 26.000 anni fa. I risultati dimostrano che l'antico cane russo, che doveva assomigliare al moderno Samoiedo, era paragonabile per taglia e forma ai cani domestici che vivevano in Groenlandia mille anni fa. L'esemplare russo rappresenta comunque un animale all'inizio del processo di domesticazione la cui stirpe, però, si estinse. Il canide russo infatti non era completamente domestico, poiché mantiene ancora alcuni tratti primitivi, come i denti molto simili a quelli del lupo; inoltre non ha niente in comune con altre razze canine russe.
Questi risultati consentono così di ipotizzare che questo esemplare si sia evoluto accanto a degli esseri umani e indipendentemente rispetto ad altre razze canine. La domesticazione del cane molto probabilmente è quindi avvenuta in luoghi e in momenti diversi, contrariamente da quanto indicato da alcuni studi precedenti sul DNA.
Da lupo a cane
Secondo l'ipotesi proposta da Susan Crockford, coatrice dello studio e zooarcheologa all'Università di Victoria in Canada, durante il Paleolitico alcuni lupi particolarmente "curiosi" si sarebbero avvicinati agli accampamenti umani, attratti dagli avanzi delle prede macellate dai cacciatori. Questi primi contatti tra uomini e lupi sarebbero avvenuti in in luoghi diversi, in Europa, in Medio Oriente e in Cina.
I lupi che avevano più familiarità con gli uomini subirono delle variazioni nei ritmi di crescita. Queste modificazioni provocarono dei cambiamenti negli schemi di riproduzione, nella morfologia e nelle dimensioni di questi animali, trasformandoli in cani. E i cambiamenti, spiega la Crockford, divennero sempre più evidenti man mano che questi lupi, così curiosi e audaci, si incrociavano tra di loro. I cani rispetto ai lupi infatti sono più piccoli, hanno un cranio più largo e danno alla luce dei cuccioli più grandi.
La domesticazione del cane è stato un processo lungo e confuso, in cui molte razze si sono evolute e poi sono scomparse. Il cane della grotta di Razboinichya si è estinto molto probabilmente in seguito all'avvento dell'era glaciale, quando i gruppi di cacciatori-raccoglitori ai quali era legato furono costretti a spostamenti sempre maggiori per la ricerca del cibo. Secondo molti studiosi, invece, affinché il lupo possa evolvere in cane domestico deve rimanere nello stesso luogo per diverse decine di anni.
"La domesticazione è un processo e non un evento, e quindi serve del tempo perché le modificazioni genetiche si trasmettano di generazione in generazione, e l'antica specie selvatica si evolva in una nuova specie domestica", spiega l'antropologo R.Lee Lyman, dell'Università del Missouri. Le modifiche evolutive inoltre non sempre hanno successo, nel senso di riuscire a dare origine ad una nuova specie, domestica o selvatica che sia.
Questo studio, secondo Lyman, sottolinea quindi l'importanza di due fattori che spesso vengono sottovalutati dagli archeologi.






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