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6 Luglio 2011 STORIA
LAURA LARCAN http://roma.repubblica.it
La firma di Michelangelo, l'abiura di Galileo il Vaticano apre l'Archivio segreto
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L\' autografo di Galileo Galilei tratto dagli atti del processo
tempo di lettura previsto 5 min. circa

Un autografo di Michelangelo, la lettera di abiura di Galileo, la causa matrimoniale di Enrico VIII, la lettera su corteccia degli indiani d'America a Leone XIII, la Presa di Roma e le carte di Pio XII. I documenti più preziosi e "scottanti" dell'Archivio Segreto Vaticano escono per la prima volta in assoluto dalle mura leonine e sfidano le suggestioni più fantasiose dei libri di Dan Brown e i film di Ron Howard.

Accadrà nel febbraio del 2012 con l'evento espositivo "Lux in Arcana. L'Archivio Segreto Vaticano si rivela" che porterà eccezionalmente ai Musei Capitolini cento documenti databili dall'VIII secolo d. C. al ventesimo secolo, che resteranno visibili dal grande pubblico fino a settembre del 2012. Protagonisti sono "I veri tesori dell'Archivio Segreto Vaticano, le innumerevoli carte e pergamene, i suoi codici, manoscritti atti e documenti posti dai Pontefici di Roma ormai da quattro secoli al servizio degli storici", come annuncia il segretario di Stato cardinal Tarcisio Bertone che ha presentato l'evento insieme al sindaco di Roma Gianni Alemanno e all'assessore capitolino alla Cultura Dino Gasperini. Dei cento documenti selezionatissimi fra milioni di carte (oltre 600 fondi archivistici per 85 chilometri lineari di scaffalature) conservate nel bunker sotterraneo dell'Archivio Segreto Vaticano, ne sono stati annunciati sette nel dettaglio.

Il cosiddetto codice del processo di Galileo Galilei con gli atti datati tra 1616 e 1633. In mostra ci sarà il volume che raccoglie l'autentico e completo incartamento processuale, tra gli interrogatori, le arringhe inquisitorie, l'epistola di Bellarmino, fino alla lettera di abiura formale. Come sottolinea il prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, monsignor Sergio Pagano: "Vedere la scrittura di Galileo dopo un interrogatorio pressante in cui emerge la debolezza della mano e la fermezza del carattere, tra l'insolita i lunga e la sua g sempre bella, è un'emozione che chi è in grado di gustare gusta". E ancora

Il "Dictatus Papae" di Gregorio VII (1073-1085, il documento che segna il vertice della teocrazia pontificia) con le ventisette proposizioni dettate dal Papa per affermare la supremazia pontificia su ogni altro potere, dove spicca la XII affermazione più forte e "scomoda" che mise in discussione l'equilibrio tra potere regale degli imperatori e la Chiesa: "A lui sia lecito deporre gli imperatori". La Deposizione dell'imperatore Federico II, la sontuosa pergamena della lettera dei membri del parlamento inglese a Clemente VII sulla nota causa matrimoniale di Enrico VIII, considerato "il documento più impressionante mai messo in circolazione dall'Inghilterra dei Tudor", la lettera su seta di Elena di Cina a Innocenzo X (1650), ossia la preziosa lettera ornata di pizzi dell'imperatrice Wang convertitasi al Cristianesimo, conservata in un pregiato tubo di bambù con decorazioni in oro. Ancora, la lettera su corteccia di betulla degli indiani d'America a Leone XIII (1887), ringraziandolo per aver inviato alla tribù un "guardiano della preghiera".

Ci sono poi documenti del "periodo chiuso" relativi alla Seconda Guerra Mondiale. Sezione tra le più dibattute. Il limite cronologico posto alla consultabilità dei documenti complessivi è fissato attualmente a tutto il pontificato di Papa Pio XII (1939-1958). Ma con il consenso della segreteria di stato la mostra "Lux in Arcana" ne esporrà alcuni estratti. "La mostra non farà luce su Pio XII perché la consultazione delle carte relative al suo pontificato è ancora chiusa - avverte monsignor Sergio Pagano - Si tratterà solo di quattro, cinque pezzi emotivi e non documentali, memorie e diari di campi di concentramento, con foto anche orribili sulla tragedia della seconda guerra mondiale. Documenti che non potranno restituire la storia di un pontificato così tribolato per certi versi, e lucido per altri. Notizie molto ghiotte potranno emergere tra tre-quattro anni, quelli che mancano per l'apertura delle carte del pontificato. L'ultima parola, sulla consultabilità dei documenti, spetta al Santo padre che speriamo deciderà di aprire e rendere noti i documenti su questo lungo pontificato".

Se gli si chiede cosa intende per "ghiotto", monsignor Pagano replica: "Come un cibo succulento, piacevole da gustare. Ci sto lavorando da almeno quattro anni con i miei collaboratori, e ho l'impressione che la parte vaticana, messa a confronto con gli archivi inglesi, francesi e tedeschi, potrà dare un contributo appunto succulento che porrà l'accento su tanti problemi che oggi si discutono alacremente, facendo luce più piena su un uomo che ha tribolato molto ma ha anche fatto molto per i più deboli". Tiene a precisare, però, l'archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il cardinale Raffaele Farina: "Al momento stanno solo organizzando il materiale: sentono il profumo ma non masticano le carte perchè sono ancora riservate".

E il sindaco di Roma Alemanno commenta: "Dalle carte in mostra non mi aspetto ancora nessuna rivelazione, perché le vedremo complessivamente tra tre anni. Ma era giusto inserire nel percorso espositivo un richiamo: non metterlo per niente avrebbe suscitato un atteggiamento di sospetto". Tra le anticipazioni, monsignor Pagano conferma che anche Michelangelo ci sarà, con un autografo, e non si potrà dimenticare l'anniversario dei 150 anni dell'Unità, con alcuni documenti sulla Presa di Roma, tra telegrammi e dispacci. "Una goccia di una inesauribile sorgente come il Risorgimento". Tra le carte più "scottanti" che custodisce l'Archivio Segreto Vaticano, rivela oggi monsignor Pagano, anche quelle sul genocidio compiuto dai turchi sul popolo armeno: "Se leggo i documenti sulle procedure di torture dei turchi nei confronti degli armeni provo un dolore e un orrore insopprimibile. Addirittura i turchi si divertivano a squarciare i ventri delle donne incinte, e giocavano a dadi tirando a indovinare il sesso del nascituro, che poi eliminavano con le baionette".

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