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1 Aprile 2011 SCIENZA
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Pesci d'aprile "scientifici"
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Alcune fra le più celebri bufale perpetuate a danno di scienziati e gente comune.

L'uomo di Piltdown

Fotografia di Maurice Ambler, Picture Post/Getty Images

Nel 1912 gli scienziati pensarono di aver finalmente trovato il tanto agognato anello mancante tra l'uomo e la scimmia. In una cava di ghiaia a Piltdown, in Inghilterra, vennero rinvenuti una serie di frammenti di un cranio con tanto di mandibola, che in seguito vennero ricomposti dal British Museum. Il risultato era stupefacente:; un cranio con tratti umani e una mandibola scimmiesca.

Nel 1953 però si scoprì che il ritrovamento non provava assolutamente nulla, se non l'abilità dell'ancora oggi anonimo falsario: il cranio era umano, ma medievale, la mandibola apparteneva a un orango e i denti a uno scimpanzé.

Nella foto, Alvan T. Marston, lo scopritore della frode di Piltdown, mostra la corrispondenza con i denti di uno scimpanzé.

Il gigante di Cardiff

Fotografia per gentile concessione Farmers Museum via Associated Press

Nel 1869 due fratelli, un contadino e un sigaraio effettuarono uno sconvolgente ritrovamento: un uomo di pietra alto tre metri e pesante 1.360 chilogrammi venne scoperto vicino Cardiff, nello stato di New York.

L'enorme statua era chiaramente una bufala: gli esperti dissero subito che il gigante, scolpito nel gesso, era sicuramente di origine recente. Ma nondimeno i fratelli lo esibirono chiedendo ai curiosi 50 centesimi per vedere "Il gigante di Cardiff".

Archaeoraptor

Fotografia di O. Louis Mazzatenta

È vero che gli uccelli discendono dai dinosauri. Ma un presunto anello mancante fece fare a molti di noi la figura dell'allocco.

Nel 1999, Archaeoraptor liaoningensis, una creatura simile a un uccello, venne presentata sulle pagine di National Geographic ed esibita alla National Geographic Society di Washington.

Ma come l'Uomo di Piltdown, il ritrovamento si rivelò una frode. Quello che oggi è chiamato "il pollo di Piltdown" era un mosaico dei fossili di due animali distinti. Nell'aprile del 2000 National Geographic ammise l'errore.

Bigfoot

Fotografia di AP

Negli anni Venti, alcuni minatori dello stato di Washington rimasero terrorizzati nel vedere delle enormi impronte nella neve: erano convinti che Sasquatch, o Bigfoot (Piedone), fosse sulle loro tracce. Ma nel 1982, il boscaiolo in pensione Rant Mullens ammise di aver voluto perpetuare la leggenda dell'enorme creatura che si aggirerebbe nelle forestre dell'America del Nord stampando delle enormi impronte sul Mount St. Helens utilizzando le sagome di legno mostrate nella foto.

Sulla destra, un ragazzo fotografato nel 1975 mostra un calco di gesso di un'impronta che suo padre, Mark Pettinger, realizzò a Puyallup, Washington, nella convinzione che appartenesse a Sasquatch. Anche questo, uno scherzo. Oppure no?

TAG: Dinosauri