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25 Marzo 2011 PALEONTOLOGIA
ditadifulmine.com
E' DA RISCRIVERE LA STORIA DELL'UOMO IN AMERICA !!!
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E' stato ritrovato l'equivalente del nostro "COLTELLINO SVIZZERO" fatto da un antenato preistorico, che ha recentemente sconvolto la comunità archeologica: scavi condotti nel sito archeologico texano di Buttermilk Creek hanno riportato alla luce un antico "kit degli attrezzi" composto da utensili di pietra risalenti a circa 15.500 anni fa.

La scoperta costringe a retrodatare l'arrivo dell'essere umano nelle Americhe di almeno 2.500 anni. Fino ad ora si è sempre pensato che i primi insediamenti umani americani fossero frutto di una o più grandi migrazioni che si verificarono circa 13.000 anni fa.

"La gente era diffusa lungo quasi tutto il continente, dall'Oregon al Wisconsin, dalla Pennsylvania alla Florida al Texas, circa 15.000 anni fa" dice Michael Waters, direttore del Texas A&M's Center for the Study of First Americans e autore della scoperta, pubblicata ieri su Science. "E' tempo di abbandonare una volta per tutte il modello 'Clovis fu il primo', e sviluppare un nuovo modello per il popolamento delle Americhe".

Nel sito non si è scoperto soltanto il "kit", ma anche oltre 16.000 artefatti, per la maggior parte frammenti di roccia creati dalla lavorazione della pietra. In totale sono stati trovati 56 strumenti completi, inclusi 12 coltelli, punte di lancia lasciate a metà lavorazione, 20 lame e altri piccoli strumenti d'uso quotidiano. "Questo è un kit degli attrezzi portatile, qualcosa che può essere facilmente trasportato. E' leggero" dice Waters. "Questo è il tipo di strumenti che un cacciatore o un raccoglitore userebbe".

Tutti questi oggetti sono stati scoperti in uno strato di terreno sottostante a quello in cui sono stati in passato recuperati artefatti associati alla cultura di Clovis. Sono molto simili agli artefatti prodotti dalla questa cultura, ma la datazione dei sedimenti ha mostrato che risalgono a diverse migliaia di anni prima.

"Queste persone...crebbero in numero e fecero esperimenti con il materiale roccioso disponibile, esperimenti che si sarebbero poi sviluppati nella tecnologia che noi associamo a Clovis" dice Water.

Anche se spesso i sedimenti su cui si basa la datazione sono mescolati da fattori del tutto naturali, rendendo difficile ottenere una data precisa per un artefatto, il caso di Buttermilk Creek sembra essere differente.

"Water sostiene che il sito è strutturato a strati, come una torta" dice Dennis Jenkins, archeologo del Museum of Natural and Cultural History dell'Università dell'Oregon, e inizialmente scettico sulla scoperta di Waters, "e fondamentalmente ogni strato della torta è separato da quelli sottostanti e superiori. Waters ha dato risposte meticolose ad ogni domanda sul movimento degli artefatti. E' proprio un incredibile esempio di lavoro scientifico. Possiamo pure essere scettici, ma le prove supportano ciò che dice".

Per datare con esattezza i reperti, gli archeologi hanno utilizzato una tecnica relativamente nuova chiamata luminescenza ottica stimolata, che misura le dosi di radiazione ionizzante per determinare quando un minerale, come il quarzo o il feldspato, è stato esposto l'ultima volta alla luce del sole.

Anche se questa tecnica ha un margine di errore che può arrivare fino ad 800 anni (contro i 25 della datazione al radiocarbonio), è stata l'unica possibilità per dare una data approssimativa agli artefatti, dato che il sito non presenta reperti di natura biologica significativi.

"Se siete vissuti 15.000 anni fa e vi trovate nel Texas centrale, questo ci dice che qualcuno visse qui molto prima, dato che si deve arrivare nel Texas e ci vuole un po' di tempo" dice Waters. "15.500 anni fa, il corridoio canadese non era libero dal ghiaccio. I due strati di ghiaccio erano fusi. [...] Questo apre e crea nuove possibilità e una nuova prospettiva sui primi esseri umani arrivati nel continente".