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21 Marzo 2011 ARCHEOLOGIA
Il Giornale
Archeologia, un'endoscopia per scoprire l'identità di una mummia egizia
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Un'endoscopia su un'antica mummia egizia per scoprirne tutti i segreti. Si sa già che il corpo che sarà studiato all'ospedale Macedonio Melloni di Milano da un team di superesperti apparteneva a un uomo, ma "l'obiettivo è quello di ricostruirne l'identità, le abitudini e persino la forma del viso, grazie a esami in 3D che sono già stati effettuati con la Tac". A raccontare è Luca Bernardo, primario di Pediatria che coordina l'operazione.

Stamattina l'equipe ha presentato alla stampa la mummia, proveniente dal Museo paleontologico e archeologico di Asti e già oggetto di un esperimento pionieristico nel 2009, quando era stata sottoposta, appunto, a una Tac spirale. Ora invece gli esperti sono impegnati "in un'operazione in endoscopia - evidenzia Bernardo - grazie alla quale potremo prelevare campioni di ossa, legno, bende, corde e quant'altro troveremo all'interno, cosa che ci sarà poi utile per ricostruire la storia della mummia". Il traguardo sarà verificare se davvero l'uomo che si nasconde sotto gli antichissimi bendaggi sia davvero "un sacerdote di Min, il dio della sessualità e della fertilità", come ipotizzano gli egittologi.

Cristina Cattaneo, medico legale e antropologa forense salita agli onori della cronaca per essersi occupata di casi celebri come quello di Yara Gambirasio, ha invece il compito di "ricostruire il viso dell'uomo di Ankhpakhered, grazie anche alle immagini raccolte in 3D con la Tac. I risultati dei nostri studi - assicura Bernardo - saranno pronti fra due o tre mesi. E allora sapremo chi era quest'uomo, quali malattie aveva e persino se usava del profumo".

Gli esperti mirano a "creare una equipe permanente di esperti che possa fungere da punto di riferimento non solo per l'Italia, ma per tutta l'Europa del Sud, in questo genere di studi". Oltre a Bernardo e Cattaneo fanno parte del team l'egittologa Sabina Malgora, e Michele Vignali, che eseguirà l'endoscopia.